Il detto attribuito ai cinesi è contraddittorio, perché ci si deve ricordare che la vita a un certo punto ha termine. Questo indica che essa potrebbe essere troppo breve per arrivare alla conclusione che non sia importante conoscere la ragioni di ogni accadimento che compone l'esistere individuale o collettivo. Più sensato sarebbe stato dire che dopo venti anni si capisce che c'è di meglio da fare che capire. Altra assurdità innegabile, visto che noi siamo ciò che conosciamo.
Per capire tutto è necessario conoscere le ragioni del tutto, espresse dalle leggi che il tutto ordinano su tutti i piani in cui il tutto esprime se stesso in tutte le sue relazioni, siano esse di carattere microcosmico che macrocosmico. In definitiva occorre conoscere i princìpi ordinatori della manifestazione dell'esistenza. Quando questi sono conosciuti tutto il resto è dato come sovrappiù. Resta da aggiungere che la logica, strumento che allinea nell'armonia consequenziale il conoscere interpretativo, è effetto della verità, non causa della verità e, dunque, per la legge che rende impossibile per un contenuto comprendere totalmente il proprio contenitore, si deve ammettere che attraverso la logica non si può comprendere e conoscere tutta la verità intesa nella sua totalità.
Io l'ho scritto già sapendo che nessuno di voi ci capirà una benedetta cippa, ma me ne impippo assai, a me piace scrivere anche per importunare intelligenze prive di documenti che attestino la loro valenza...
Ultima modifica di Massimo Vaj il Sab 29 Ott 2011 - 15:22 - modificato 1 volta.