L’eroe è una figura che appartiene all’immaginario di tutti noi. Ne parla il mito, ne parla la storia. All’interno del mito l’eroe ha la funzione di fornire un modello di comportamento. Nella storia è il personaggio più rappresentativo rispetto alle azioni che pongono in essere un insieme di fatti che si tramandano come positivi, oppure come coraggioso protagonista di un insieme di fatti che si tramandano come negativi.
E così, anche nella vita di ogni giorno l’eroe è colui che riesce ad agire comportamenti che contribuiscono al bene comune, anche se rischiosi. Non solo. Eroe è anche chi pospone il suo interesse a quello altri, e tra tali interessi accantonati in favore degli altri l’autoconservazione è forse il più qualificante. L’eroe rischia tutto se stesso, compresa la vita.
Ma cosa rende certe persone eroiche?
Alcune recenti ricerche individuano nell’influenza ambiente famigliare un fattore fondamentale. Gli eroi proverrebbero da famiglie che educano con l’esempio i figli a comportamenti etici, alla solidarietà e all’empatia.
Eppure, spesso gli eroi dichiarano di aver agito per istinto.
Cos’è dunque questo istinto?
Da cosa proviene davvero?
Perché alcuni agiscono da eroi ed altri no?
Si può davvero educare all’eroismo?
E ancora, che valore ha la presenza di atti eroici nella società?
Che valore ha l’esistenza dell’eroe per gli altri?
E la sua assenza?
Esiste una società senza eroi?
Se per voi esiste, di che tipo di società si tratta?
Cosa può averla resa priva di eroi?
In cosa differisce da una società che ha eroi da ricordare?