ReLear ha scritto:Mi piacerebbe che tentassimo insieme di tirare le somme del valore storico del regime fascista, soppesando in modo critico ciò che ha fatto di buono accanto a ciò che ha fatto di negativo, tenendo presente azioni, leggi e riforme sullo sfondo della situazione italiana in cui germinò.
Inizio ricordandone alcune:
- Assicurazione invalidità e vecchiaia
- Assicurazione contro la disoccupazione
- Settimana lavorativa di 40 ore
- Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura)
-Riforma della scuole “Gentile”
-Bonifiche paludi Pontine, Emilia, Sardegna, Bassa Padana, Coltano, Maremma Toscana, Sele ed appoderamento del latifondo siciliano
- istituzione parchi nazionali del Gran Paradiso, dello Stelvio, dell’Abruzzo e del Circeo
- Lotta analfabetismo, lotta alla malaria e alla schiavitù in etiopia
........ma anche:
1)Ingresso nella seconda guerra mondiale, senza alcuna preparazione
2) Conduzione del paese alla guerra civile
3) Introduzione leggi razziali
4) Introduzione della dittatura e del ttotalitarismo
5) Persecuzioni e violenze ai danni degli oppositori
l'argomento è interessante, ma bisogna disinguere tra scelte tipicamente attribuibili al Fascism in quanto tale, e azioni grossomodo frutto delle opportunità e della cultura dell'epoca, con ovvie aree "grigie" a metà tra le due categorie;
per dire, da studente mi trovai a parlare con un professore di storia espert di nazismo, il qual e mi fece notare come l'architettura monumentale non fosse una prerogativa esclusiva delle ditature europee, ma era diffusa negli stessi anni anche altrove, Stati Uniti per primi...
così, le bonifiche, lo stato sociale e la presenza dello stato dove non era mai arrivato, soprattutto al Sud, sono l'ovvia premessa della messe di nostalgia che il regime ancora riscuote in quelle regioni;
soprattutto, il fatto di aver saltato a pié pari l'esperienza della sanguinosa occupazione tedesca e della propaggine di Salò ha lasciato nelle regioni meridionali un immagine paternalista e bonaria del ventennio;
tuttavia, il Fascimo andrebbe considerato - e qui, per brevità - in un'accezione più puntuale e non come un fenomeno isolato, ma con radici profonde nelle fragilità della società italiana; innazitutto esso è stato:
a) un progetto di nazionalizzazione della società italiana, per trasformare il regno in una grande potenza attribuendovi obbiettivi corrispondenti;
b) un progetto di modernizzazione della società italiana in linea con alcune direttrici dell'epoca.
il secondo punto, che inizialmente trovava radici in alcune radici risorgmentali laiche e vitaliste, è stato presto zavorrato dal ventre molle clericale e arretrato del paese, con la definitiva rinuncia sostanziata nei Patti Lateranensi e la trasformazione del regime in un chiavistello clerico-autoritario;
il primo punto però è quello distintivo, nel senso che ha meglio rappresentato le debolezze della classe dirigente italiana fin dal primo decennio del Novecento, e cioè il velleitarismo, le grandi aspirazioni e pretese, unite alla scarsa cultura politica ed economica moderna e frequentazione internazionale necessarie per comprendere il mondo, l'effettiva importanza dell'ossatuura industriale, dei rapporti istituzionali e delle effettive capacità di potenza;
quando nel dicembre 1941 Mussolini ha dichiarato guerra agli Stati Uniti, nella sua segreteria gli è stato fatto presente che il solo elenco telefonico di New York contava più volumi di tutti quelli relativi agli abbonati italiani, ma la segnalazione non trovò ascolto...
si trattava di un limite culturale non esclusivo del duce, ma sostanzialmente comune praticamente a tutta la classe dirigente nazionale, provinciale ed ottocentesca, classista e meschina, parolaia, vile e corrotta; potrei citare decine di esempi, ma alcuni offrono un'indicazione illuminante:
- siccome ad un certo punto c'erano troppi generali di divisone, si è pensato bene d ridurre le dimensioni delle stesse (da ternarie a binarie), col risultato di mandarle poi a combattere in sistematica condizione di inferiorità;
- la scarsissima qualità delle forniture e degli equipaggiamenti militari, frutto di una corruzione che non ha nulla da invidiare alla Tangentopoli che tutti conosciamo;gli scarponi di cartone dei soldati mandati a congelare in Russia; i carri armati senza radio (praticamente ciechi) e costruiti per le stradine di montagna mandati nel deserto a far massacrare l'equipaggio, colpito dagli stessi bulloni mal saldati all'interno che saltavano per il calore...
il Fascismo è stata un'esperienza in parte inevitabile e strutturale della storia italiana, e forse non è utile un approccio valutativo in termini di buono/cattivo;
quella che andrebbe considerata davvero è la capacità/incapacità della società italiana di comprendere davvero la pericolosità delle scorciatoie intese a risovere problemi complessi e annosi, del ricorso ai sentimentalismi e al risentimento, del vittimismo e del pauperismo, dell'orgoglio straccione che che rende forti coi deboli e servili coi potenti e autorizza la prassi della furbizia, in un malinteso spirito machiavellico...