Esempio: è un tipo di comportamento che ho osservato molto bene. Lo scelgo per questo e pèer il suo stretto legame con l'identità. Ma ce ne sono molti altri.
Fake in rete lo sono tutti, in strictu, poichè celano dietro un nick la loro identità e a causa dei limiti del mezzo, non possono esprimere tutto di se stessi nemmeno volendolo.
Eppure non tutti sono fake in senso lato, cioè non tutti si costruiscono personaggi non rispondenti a se stessi.
Talvolta questi personaggi si moltiplicano, perchè a certe persone non basta un nick per esprimere la loro identità. Questo può avvenire per il puro desiderio di giocare, o esprimere seri disturbi da parte di chi sceglie di moltiplicarsi. In tal caso, questa persona si scinde a livello virtuale perchè a livello interiore quelle parti sono scisse realmente. Potremo così assistere alla compresenza sotto un medesimo I.P. di nick "buoni" e nick "cattivi", ovvero alla compresenza in una medesima persona di parti accettate di se, che desidera mostrare e che ambisce vengano riconosciute, e parti di se di cui prova vergogna e che desidera allontanare da se. Generalmente queste due parti attraverso i nick dialogano tra loro e... udite, udite... non sono d'accordo! Ma del resto è esattamente ciò che avviene all'interno della persona reale che sta dietro a quei nick. Il nick "cattivo" fa di tutto per screditare il nick "buono" arrivando in alcuni casi a perseguitarlo, esprimendo così il giudizio negativo che il soggetto ha di se stesso. Tale giudizio è evidentemente talmente severo da non dare al soggetto via di scampo ed il soggetto si sente rispetto alla possibilità di riscattarsi da esso completamente inabile. Dato che tale condanna fa tutt'uno con un considerazione di se che annichilirebbe del tutto la persona, l'auto condanna viene ipostatizzata in un "nick" esterno. A questo meccanismo si sovrappone una dinamica di tipo persecutorio: l'auto giudizio diventa giudizio altrui, nutrito da altri verso il soggetto che non lo condivide. In questo modo l'aggressività autodistruttiva diretta verso se stessi diventa aggressività rivolta verso un nemico interno, che è divenuto esterno. In rete questa dinamica, presente anche a livello reale,m è osservabile in modo macroscopico, perchè a causa delle sue caratteristiche è un territorio dove vengono giocato oggetti para-fantasmatici, oggetti ibridi che hanno caratteristiche reali ma anche oniriche. Il soggetto si è trasferito all'interno di questo mondo immaginaruio di cui deve difendere ad ogni costo la realtà, arrivando a smarrire la distinzione tra vero e falso. A quel punto come accade nelle psicosi il mondo esterno tracima sull'interno e viceversa, autolimentando la forza del campo gravitazionale che regge quell'universo privato.
Dall'essere questo tipo di fake multiplo, al divenire troll il passo è breve, ma perchè ciò accade servono anche altri elementi: l'ossessione e la missione. Il soggetto che gestisce se stesso attraverso il meccanismo scindendosi e moltiplicandosi trova un oggetto esterno su cui riversare lo stesso delirio persecutorio di cui investiva i nick da lui creati. La differenza tra gli oggetti persecutori creati dal soggetto e quelli già presenti ed investiti dal meccanismo proiettivo è per il soggetto irrilevante. Infatti tale persona, come abbiamo detto prima, ha ormai smarrito la distinzione reale e fittizio. L'oggetto può essere investito perchè rispondente a certe caratteristiche, oppure nemmeno possederle ma apparire tale al soggetto per il suo bisogno di spurgare la propria aggressività interna. In ogni caso l'oggetto investito non può ribellarsi a questo meccanismo: ogni sua reazione, anche la non reazione, viene fagocitata dal soggetto che l'ha scelta come bersaglio. A questo punto il fake multiplo ha un'ossessione e una missione ed è diventato un Troll Giustiziere: il nemico e la necessità di combatterlo. Dato che l'identità del soggetto dipende dalla presenza del nemico, forse è più corretto dire che la sua ossessione è tenerlo in vita. Quindi se l'oggetto nemico/ oggetto bersaglio sparirà, chi lo ha posto lo vedrà comunque presente e/o lo creerà, tanto da arrivare a farlo rispondere e cose simili. Purtroppo essendo un meccanismo disfunzionale è dispendioso e non arriva mai a gratificare a sufficienza. Il soggetto quindi persevera ed aumenta la dose.
Torniamo alla domanda iniziale.
In cosa consiste l'identità delle persone mentre navigano nella rete?
Quali caratteristiche ha questa identità?
Si tratta di un'identità che per struttura e modalità di manifestazione è in rapporto di continuità con quella reale?
Cosa declina in modo diverso i termini di questo rapporto?
Ogni identità in rete è soggetta a deformazioni a causa delle regole della comunicazione, o accade solo ad alcune?
Quali sono le caratteristiche che differenziano chi agisce certi comportamenti e chi non li agisce?
Cosa dice l'identità di rete dell'identità reale?