Ogni coppia di innamorati crede di essere speciale, ignorando il centinaio di macchine imboscate nel buio accanto alla loro in camporella.
Come vi fa sentire l’idea che potreste non essere voi i protagonisti del vostro amore?
Come vi fa sentire l’idea che si tratti di un’illusione colossale?
Come vi fa sentire l’idea di costituire soltanto con il vostro amore singolo una delle seriali manifestazioni di altro?
Come vi fa sentire l’idea di non essere speciali per niente?
Ecco qui una visione alternativa che potrà farvi sentire per qualche minuto completamente miserabili, cosa che fa sempre bene a tutti.
Per Schopenhauer la chiave interpretativa dell’Amore è la Volontà.
La Volontà di vivere muove e costruisce la realtà ( Noi e il Mondo). L’ Amore è la sua somma manifestazione. Essendo manifestazione più completa della Volontà di vivere è affamato e cieco.
E’ affamato perché nell’amore il Desiderio si manifesta in modo veemente, rendendo la soddisfazione e la sua ricerca onerose e più che mai instabili. E’ cieco perché l’unica cosa che vuole la Volontà di Vivere è perpetuare la vita, cioè se stessa. L’anima dell’amore è sovrumana e autoreferenziale. Benchè radicata in noi si compie attraverso di noi.
Questa dinamica è espressa attraverso l’immagine del Genio della Specie, una figura filosofica che tesserebbe i fili dei nostri amori in modo da condurci attraverso l’unione con un altro essere umano a perpetuare la vita. Per Hegel questo Genio farebbe ancora di più: spingerebbe gli individui non ad unirsi casualmente, ma a cercare l’individuo accoppiandosi con il quale produrremmo un individuo migliore ( La filosofia di Schopenahuer si limita al movimento Tesi - Antitesi, mentre Hegel prevede anche il momento della sintesi)