Vedendo la passione per i sistemi ideali che circola da queste parti, ho pensato di aprire questo thread sulle utopie politiche .
Sono cose carine da leggere, ma prive come qualsiasi utopia di qualsiasi valore pratico (politico in questo caso) che non sia la critica e la denuncia, almeno per me.
Inizio da Tommaso Moro, che è il primo ad usare il termine utopia consapevolmente per designare un progetto ideale. Tra l’altro lo fece quando aveva ancora la testa sul collo, cioè prima che gliela tagliassero . Poi cercherò di parlare di quelle più recenti, che in alcuni casi hanno avuto applicazioni concrete, anche se limitate e a termine.
Il punto di partenza è la critica delle condizioni sociali dell’ Inghilterra del suo tempo. L’aristocrazia terriera stava cacciando in massa i contadini dalle loro terre per riconvertire la produzione agricola. Il campi prima coltivati a cerali dovevano diventare pascoli in modo da poter poi investire sulla lana, che era molto più redditizia. Tommaso Moro pensa che sia l’ordinamento sociale ad essere il problema e immagina un posto dove le cose vadano diversamente, un‘isola ( guarda caso) chiamata Utopia.
Nell’Isola Utopia c’è un governo conforme a ragione. L’oro e l’argento sono considerati utensili come la zappa e le pignatte. Non esiste la proprietà privata. Gli abitanti coltivano a turno la terra e in più hanno un proprio mestiere. Il lavoro dura poche ore al giorno e il resto del tempo viene dedicato allo studio e all’arte. Ogni forma di sapere è rivolta al bene comune ( inteso come utile). I saperi fondamentali sono la filosofia, le scienze e la religione naturale ( una specie di deismo organizzato intorno a 3 principi: l’anima è immortale, l’anima è destinata alla felicità, i cattivi saranno puniti) a cui tutti possono credere sulla base di “fondamenti umani”. Tutti riconoscono il piacere come guida dell’essere umano poiché il piacere stesso sarebbe la base della solidarietà umana e civile ( X evita ad y il dolore perché sa che per y il piacere è un bene -> ciò che è bene per y è bene per x perché sono entrambi uomini-> il piacere è il fine della natura umana). Questa consapevolezza e le caratteristiche della religione naturale, rendono le persone tolleranti verso gli altri credo.
Dello stesso tipo e con simili ideali sono la Città del Sole di Tommaso Campanella e la Nuova Atlantide di Bacone. Sono state concepite più o meno nello stesso periodo e quindi sono le risposte ideali ad una medesima situazione, concreta e reale, che lasciava alle persone possibilità molto limitate di agire su di essa.
Non a caso quando si hanno le mani legate, ecco spuntare l’utopia. O è solo una mia idea?
Tutte le utopie si ancorano ad un elemento concreto o a più elementi del sistema sociale, economico e politico a partire dalla quale sviluppano un’alternativa con valore critico.
Tutte le utopie negano principi cardine dell'ordinamento politico reale, istituiti però dall'uomo stesso, visto che in natura non esistevano in tali termini.
Qual è il valore pratico dell’utopia?
Quale il suo valore politico?
E quello umano? Cosa esprimono di noi e cosa significano per noi?
:.,.,.,.,: Vi lascio questi oziosi interrogativi
per passare il tempo sotto l'ombrellone
in alternativa alla settimana enigmistica
Sono cose carine da leggere, ma prive come qualsiasi utopia di qualsiasi valore pratico (politico in questo caso) che non sia la critica e la denuncia, almeno per me.
Inizio da Tommaso Moro, che è il primo ad usare il termine utopia consapevolmente per designare un progetto ideale. Tra l’altro lo fece quando aveva ancora la testa sul collo, cioè prima che gliela tagliassero . Poi cercherò di parlare di quelle più recenti, che in alcuni casi hanno avuto applicazioni concrete, anche se limitate e a termine.
Il punto di partenza è la critica delle condizioni sociali dell’ Inghilterra del suo tempo. L’aristocrazia terriera stava cacciando in massa i contadini dalle loro terre per riconvertire la produzione agricola. Il campi prima coltivati a cerali dovevano diventare pascoli in modo da poter poi investire sulla lana, che era molto più redditizia. Tommaso Moro pensa che sia l’ordinamento sociale ad essere il problema e immagina un posto dove le cose vadano diversamente, un‘isola ( guarda caso) chiamata Utopia.
Nell’Isola Utopia c’è un governo conforme a ragione. L’oro e l’argento sono considerati utensili come la zappa e le pignatte. Non esiste la proprietà privata. Gli abitanti coltivano a turno la terra e in più hanno un proprio mestiere. Il lavoro dura poche ore al giorno e il resto del tempo viene dedicato allo studio e all’arte. Ogni forma di sapere è rivolta al bene comune ( inteso come utile). I saperi fondamentali sono la filosofia, le scienze e la religione naturale ( una specie di deismo organizzato intorno a 3 principi: l’anima è immortale, l’anima è destinata alla felicità, i cattivi saranno puniti) a cui tutti possono credere sulla base di “fondamenti umani”. Tutti riconoscono il piacere come guida dell’essere umano poiché il piacere stesso sarebbe la base della solidarietà umana e civile ( X evita ad y il dolore perché sa che per y il piacere è un bene -> ciò che è bene per y è bene per x perché sono entrambi uomini-> il piacere è il fine della natura umana). Questa consapevolezza e le caratteristiche della religione naturale, rendono le persone tolleranti verso gli altri credo.
Dello stesso tipo e con simili ideali sono la Città del Sole di Tommaso Campanella e la Nuova Atlantide di Bacone. Sono state concepite più o meno nello stesso periodo e quindi sono le risposte ideali ad una medesima situazione, concreta e reale, che lasciava alle persone possibilità molto limitate di agire su di essa.
Non a caso quando si hanno le mani legate, ecco spuntare l’utopia. O è solo una mia idea?
Tutte le utopie si ancorano ad un elemento concreto o a più elementi del sistema sociale, economico e politico a partire dalla quale sviluppano un’alternativa con valore critico.
Tutte le utopie negano principi cardine dell'ordinamento politico reale, istituiti però dall'uomo stesso, visto che in natura non esistevano in tali termini.
Qual è il valore pratico dell’utopia?
Quale il suo valore politico?
E quello umano? Cosa esprimono di noi e cosa significano per noi?
:.,.,.,.,: Vi lascio questi oziosi interrogativi
per passare il tempo sotto l'ombrellone
in alternativa alla settimana enigmistica