BIGbossSTIGAZZI ha scritto:
...allora io ripropongo una nuova domanda, conoscete casi in cui la censura abbia "migliorato" un film??? [/b]
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Facile mi viene alla mente una risposta : "Nuovo cinema Paradiso".
Ovviamente non si tratta di 'censura' verticale oppure orizzontale, bensì di una censura 'commerciale', voluta ed effettuata dal produttore Franco Cristaldi.
Il film di Tornatore ha la durata di circa 170' (che io ho la fortuna di possedere in S-VHS, pronto per esser trasferito in DVD), la versione voluta dal produttore, che gli ha fatto vincere l'Oscar come miglio film straniero, ha la durata di circa 120'.
Vorrei dire un'altra cosa : spesso si è fatto ricorso alla censura verticale, magari con l'aiuto compiacente di qualche solerte funzionario, per effettuare immaginari 'tagli', ma nel contempo dare fiato alle trombe pubblicitarie per rendere noti il sequestro e la censura, in modo da stimolare la morbosa curiosità degli spettatori. Insomma una sorta di campagna pubblicitaria, relativamente a basso costo, dai grandi, enormi, risultati.
Infine, chiedo scusa se cito wiki, che non è il od un vangelo, ma è utile :
La dolce vita
La prima nazionale del film ebbe luogo al cinema Capitol a Milano il 5 febbraio 1960. Il film fu fischiato; Fellini fu fermato da
una donna che lo accusò di consegnare il paese in mano ai bolscevichi nel contempo che un uomo gli sputò. Su Il Giornale, Maurizio Cabona ha recentemente scritto che il regista fu sputato perché "detrattore" della borghesia e dell'aristocrazia. Anche Mastroianni fu offeso. Si racconta che la pellicola fosse stata sequestrata per motivi di ordine pubblico. Jean Toschi Marazzani Visconti, cugina di Luchino Visconti, era presente all'anteprima milanese e afferma che "Fischi e insulti di quella sera fecero più notizia degli applausi. Nell'ipotesi del sequestro, già la mattina dopo, al Capitol, c'era la fila alla cassa. Fascino del proibito". Fellini ricevette in un solo giorno a Milano 400 telegrammi che lo accusavano di essere comunista, traditore ed ateo.
Su L'Osservatore Romano comparirono due articoli dal titolo "La sconcia vita" e "Basta!" che criticavano il film e si dicevano essere stati scritti da
Oscar Luigi Scalfaro.
Dino De Laurentiis definì il film come "incoerente, falso e pessimista", e predisse che si sarebbe rivelato una calamità. La Democrazia Cristiana attaccò il film, mentre il mondo cattolico si divise. Fellini fu disapprovato dal Vaticano e vi furono incitamenti ai fedeli affinché pregassero per l'anima del regista. Alcune frange cattoliche più conservatrici però si affiancarono addirittura alla critica di sinistra.
I gesuiti si affiancarono a L'Espresso nell'apprezzare il film: il gesuita Angelo Arpa, studioso di cinema, aveva espresso apprezzamento per la pellicola in una trasmissione radiofonica.
A Padova, nella Basilica di Sant'Antonio, campeggiava la scritta "Preghiamo per il peccatore Fellini". Arpa, amico personale di Fellini, convinse il cardinale di Genova Giuseppe Siri, presidente dei vescovi italiani, a visionare il film in proiezione privata per convincerlo a non condannare l'opera. Davanti a questi attacchi, la sinistra fece blocco schierandosi a favore del film, non senza strumentalizzarlo. I comunisti ne sottolinearono il valore di denuncia, mentre i socialisti lo usarono come tema di alcuni manifesti elettorali in cui erano mostrati degli operai con lo slogan "Loro non fanno la dolce vita".
Furono fatte due interrogazioni parlamentari, una alla Camera ed una al Senato. Alla Camera i tre deputati democristiani Quintieri, Pennacchini e Negroni chiesero al Presidente del Consiglio ed ai ministri dell'Interno e dello Spettacolo se fossero a conoscenza dei fatti della prima di Milano e delle critiche che accusavano il film di "infondere un'ombra calunniosa sulla popolazione romana"; l'interrogazione al Senato fu dello stesso tono. Pier Marco De Santi lo reputa un espediente "sottile e farsaico" per chiedere il ritiro della pellicola. Ad Arenzano il sindaco vietò la riproduzione del film.
Paradossalmente, le critiche da parte di quotidiani cattolici spinsero il pubblico ad affluire in massa ai botteghini.
Dal canto suo, Fellini non affermò mai che La dolce vita fosse un documentario dell'epoca e di una classe sociale, anche se ammise che il film fu in parte ispirato da fatti reali. Nella sua intervista a L'Europeo, il regista cercò di difendersi dalle critiche e dichiarò seccamente che lui ha esposto il problema nel modo più efficace, ma non è suo il compito di trovare una soluzione; quello non sarebbe stato il compito del regista, ma dei "pastori di anime" e dei "riformatori della società".
In Spagna il film fu proibito dalla censura franchista e fu possibile vederlo solo nel 1981, dopo la morte di Francisco Franco (avvenuta nel 1975).
Il film fu trasmesso in RAI nel 1976, un evento considerato eccezionale per l'epoca, con alcuni brevi tagli, per esempio l'implicita nudità della spogliarellista.
http://it.wikipedia.org/wiki/La_dolce_vitaHo sottolineato anche ciò che disse Dino DeLaurentiis perchè costui che si arricchì, insieme a Carlo Ponti, con i film di Totò (e non solo), di cinema e di attori non è che ne capisse molto. E' notorio il suo commento altamente negativo sulle possibilità di recitazione e di successo di Meryl Streep, in italiano, allorquando assistette al di lei provino per l'assegnazione della parte poi affidata a Jessica Lange nel film King Kong, edizione 1976, da lui prodotto. Altrettanto famosa è la risposta che diede, nell'occasione Meryl Streep, che comprendeva benissimo l'italiano.
Meryl Streep I primi anni
Nel 1975 viene rifiutata da Dino De Laurentis per il film King Kong. Nonostante ciò, il debutto cinematografico di colei che era destinata a diventare una delle attrici più premiate della storia del cinema, avviene nel 1977 con Giulia (Julia) di Fred Zinnemann: anche se è presente in poche parti irrilevanti, svolge il compito di dar un senso al film. Ma è l'anno successivo che si impone all'attenzione generale, recitando per la prima volta accanto a Robert De Niro ne Il cacciatore (The Deer Haunter) di Michael Cimino
http://it.wikipedia.org/wiki/Meryl_Streep