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Il mio nome è Nessuno
Titoli di testa del film
Titolo originale Il mio nome è Nessuno
Paese Italia
Anno 1973
Durata 112 min
Colore colore
Audio sonoro
Genere western, commedia, azione
Regia Tonino Valerii in collaborazione con Sergio Leone
Soggetto Ernesto Gastaldi, Fulvio Morsella, Sergio Leone
Sceneggiatura Ernesto Gastaldi
Produttore Fulvio Morsella
Fotografia Armando Nannuzzi, Giuseppe Ruzzolini
Montaggio Nino Baragli
Musiche Ennio Morricone
Scenografia Gianni Polidori
Costumi Vera Marzot
Interpreti e personaggi
Terence Hill: Nessuno
Henry Fonda: Jack Beauregard
Jean Martin: Sullivan
Piero Lulli: Sceriffo
Mario Brega: Pedro
Mark Mazza: Don John
Benito Stefanelli: Porteley
Alexander Allerson: Rex
Tommy Polgar: Juan
Angelo Novi: barista
Doppiatori italiani
Pino Locchi: Terence Hill
Nando Gazzolo: Henry Fonda
« Del resto io sono stanco, e gli anni non fanno dei sapienti, fanno solo dei vecchi... È vero che si può essere come te, giovani di anni e vecchi di ore. »
(Jack Beauregarde nella lettera finale)
Il mio nome è Nessuno è un film western del 1973, diretto da Tonino Valerii.
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1 Trama
2 Colonna sonora
2.1 Tracce
2.2 I musicisti
3 Accoglienza
4 Citazioni e riferimenti
5 Curiosità
6 Bibliografia
7 Note
Trama
Nessuno nella scena dello scontro tra i 150 del Mucchio Selvaggio e Beauregard « Se te ne vai anche tu qui chi ci rimane? Nessuno. »
(Nessuno a Jack Beauregarde)
Alla fine dell'800, l'era romantica del Selvaggio West si avvia alla conclusione. Un giovane vagabondo che si fa chiamare "Nessuno" (Terence Hill) si imbatte nel leggendario cacciatore di taglie Jack Beauregard (Henry Fonda), ormai anziano e desideroso di rifugiarsi in Europa. Beauregard è l'idolo d'infanzia di Nessuno, cresciuto nel mito delle sue imprese; ma il vecchio pistolero è ormai incattivito e disilluso, consapevole della fine della "sua" era. Nessuno, da perfetto fan di Beauregard, cercherà in tutti i modi di fargli finire la carriera con un'ultima, memorabile, impresa: Jack dovrà sconfiggere da solo il mucchio selvaggio, la leggendaria carica di 150 cavalieri protagonisti dell'omonimo film di Sam Peckinpah del 1969.
Beauregard contro il Mucchio Selvaggio Il duello finale in cui Nessuno finge di uccidere Beauregard
Dopo aver vinto la riluttanza del vecchio ed esserne diventato amico, Nessuno organizzerà per lui una perfetta uscita di scena per un grande eroe: la sua morte. Secondo Nessuno un eroe, per far in modo che le sue gesta finiscano trascritte nei libri di storia, deve assolutamente morire e dopo un finto duello tra loro, organizzato in pieno centro di New Orleans, Beauregard rimarrà "ucciso" lasciando a Nessuno la sua pesante eredità di "Giustiziere", oltre che lo stuolo dei suoi nemici accumulati in vita. Inoltre, facendo leva sul suo curioso nome, sulla lapide di Beauregard rimane alla storia la scritta: "Nessuno è stato più veloce di lui". Facendo quindi intendere che era veramente il migliore. La storia termina con la lettera che Beauregard scrive al suo giovane ammiratore. Scritto malinconico, con cui il vecchio pistolero si arrende al passaggio del tempo e accetta la successione del giovane Nessuno. L'era dei duelli e della solitudine è finita, occorre una nuova morale per i tempi nuovi: «Non tutti quelli che ti buttano della merda addosso, lo fanno per farti del male; non tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda, lo fanno per farti del bene. Ma soprattutto, quando sei nella merda fino al collo, stai zitto!».
Colonna sonora Curata da Ennio Morricone, vede la partecipazione di alcuni tra i più noti collaboratori del musicista.
Tracce
1. Il mio nome è Nessuno
2. Buona fortuna Jack
3. Il Mucchio selvaggio
4. Se sei qualcuno è colpa mia
5. Con i migliori auguri
6. Uno strano barbiere
7. Più delle valchirie
8. Un'insolita attesa
9. Balletto degli specchi
10. La favola dell'uccellino
11. Il mio nome è Nessuno (ripresa)
12. Buona fortuna Jack (ripresa)
13. Il Mucchio selvaggio (ripresa)
14. Uno strano barbiere (ripresa)
15. Il mio nome è Nessuno (ripresa Nr°2)
16. Se sei qualcuno è colpa mia (ripresa)
17. Buona fortuna Jack (ripresa Nr°2)
18. Il Mucchio selvaggio (ripresa Nr°2)
19. Uno strano barbiere (ripresa Nr°2)
20. Il Mucchio selvaggio (ripresa Nr°3)
21. Il mio nome è Nessuno (ripresa Nr°3)
22. Il Mucchio selvaggio (ripresa Nr°4)**
23. Se sei qualcuno è colpa mia (ripresa Nr°2)
I musicisti
Bruno Nicolai: direzione d'orchestra
Edda Dell'Orso: voce solista
Franco Cosacchi: voce solista
Alessandro Alessandroni: fischio
I "Cantori Moderni" di Alessandroni: cori
Bruno Battisti D'Amario: chitarra classica e acustica
Silvano Chimenti: chitarra elettrica e acustica 12 corde
Arnaldo Graziosi: pianoforte, tastiere
Enzo Restuccia: batteria
Gino Agostinelli: tromba
Marianne Eckstein: flauto
Giorgio Carnini: synth
Accoglienza
Uscito nelle sale italiane il 21 dicembre del 1973, prodotto da Sergio Leone (che ne diresse anche alcune scene[1]) e sceneggiato da Ernesto Gastaldi, il film ebbe un grande successo di pubblico che già aveva conosciuto in quegli anni i western all'italiana lanciati proprio dallo stesso Leone con il suo Per un pugno di dollari del 1964.
Citazioni e riferimenti
Una certa continuità con i capolavori leoniani si evince dall'atmosfera crepuscolare tipica di C'era una volta il West del 1968 di cui uno degli straordinari protagonisti, Henry Fonda, rappresenta la malinconica filosofia di un'epoca al suo tramonto, rovinata dalla modernità inarrestabile del progresso che non lascia più spazio agli antichi eroi-pionieri, dagli epici valori morali ormai svaniti.
Le musiche di Ennio Morricone sono un altro trait-d'union con il celebre regista, la cui mano si può intravedere in molti tratti del film, dai divertenti dialoghi inframezzati da profondi silenzi, alle famose inquadrature in primissimo piano degli occhi degli attori. Ma l'opera possiede anche quell'allegria scanzonatoria e quella ironia che sfocia in una più aperta comicità che è tipica del filone del western comico appena nato proprio dall'accoppiata Bud Spencer-Terence Hill con i due celeberrimi Lo chiamavano Trinità del 1970 e ...continuavano a chiamarlo Trinità del 1971.
Nel film infatti non mancano le impareggiabili scazzottate inaugurate nel 1967 con Dio perdona... io no! di Giuseppe Colizzi, il primo dei 18 lungometraggi del simpaticissimo duo.
Il mio nome è Nessuno appare dunque come una vera e propria fusione tra lo stile leoniano e quello di E.B. Clucher e Colizzi, gli scopritori dell'accoppiata comica Spencer-Hill (alias Carlo Pedersoli e Mario Girotti).
Il film fu venduto ai produttori, come ha ricordato Leone, raccontando i primi tre minuti, senza sapere come poi sarebbe proseguito. La pellicola fu un grandissimo successo di pubblico, tra i primi tre incassi del 1973.
Curiosità
Il nome di Sam Peckinpah, noto regista di western statunitense, viene fatto da Terence Hill in una scena del film: è il nome scritto su una lapide in un cimitero. Tale "omaggio", ideato e realizzato da Sergio Leone, fu dovuto al secco rifiuto di Peckinpah, in seguito alla proposta fattagli dallo stesso Leone, di dirigere il suo progetto sulla Rivoluzione Messicana, intitolato provvisoriamente C'era una volta la Rivoluzione, noto poi, come Giù la testa. Leone, talmente arrabbiato dai modi bruschi dell'americano e dal suo rifiuto, non solo decise di realizzare al meglio e di dirigere personalmente il suo progetto sulla Rivoluzione Messicana, ma pensò anche di omaggiare ironicamente il rivale, incidendo il suo nome sulla lapide della famosa scena nel cimitero.
Terence Hill ha dichiarato che il film è il suo preferito tra quelli da lui interpretati[senza fonte]
La miniera che appare attraverso la vetrata è quella della città fantasma di Bodie, California.
Bibliografia [modifica]Roberto Curti, Il mio nome è Nessuno. Lo spaghetti western secondo Tonino Valerii, Unmondoaparte, Roma 2008, 160 pp. - ISBN 978-88-89481-17-2
Note [modifica]^ Frayling, Christopher. Sergio Leone: Something to Do With Death, Faber & Faber, 2000.
...giusto per infarinarsi un pò su un capolavoro.