Io e mia sorella
Siamo tre sorelle e ci differiamo di circa 4 anni l’una dall’altra, un po’ meno forse.
Io sono la più grande e amavo giocare con la seconda, mentre la piccola era appunto troppo piccola per giocarci.
Ricordo i giochi che facevo con lei, la seconda, e anche lei devo dire che li ricorda ancora, ma non nello stesso modo. Mentre io ricordo solo bei momenti spensierati, lei ricorda momenti di vera tortura.
Amavo giocare con le bambole , pettinarle, sistemarle e ovviamente lei era meglio di una bambola, così le proponevo spesso di farsi pettinare e truccare per bene e lei accettava. Aveva bellissimi capelli lunghi e coi boccoli.
A quel tempo la mamma usava mettere i bigodini, di plastica semidura e io ne ero affascinata, la osservavo e desideravo provarli , non su di me ovviamente. Quando la mamma si allontanava per andare dalla nonna, cioè al piano di sopra , io prendevo l’occorrente , spazzola, pettine, bigodini, mollettine, e sediolina di legno, che ci aveva regalato la nonna , chiamavo la mia cavia e lei a volte era contenta di farsi pettinare, ma spesso piagnucolava forse perché aveva ancora troppo presente la tortura precedente. Le mettevo sulle spalle un asciugamano e la facevo accomodare sulla sediolina come una vera principessa.
Poi iniziavo a farle lo shampo, senz’acqua.
Le facevo scivolare le manine sui suoi bei capelli, lentamente e credo che gradisse queste coccole. Dopo iniziavo a pettinarle i capelli che essendo troppo lunghi e io troppo inesperta, rimanevano impigliati nella spazzola, allora passavo ai bigodini, al mio sogno segreto.
Dopo aver preso un bigodino, prendevo una ciocca dei suoi capelli e la giravo tutta intorno , infine la fermavo con una mollettina e poi mi soffermavo ad ammirare il lavoro fatto.
Lei immobile giocava con la sua barbie preferita . Dopo aver messo su un bel po’ di bigodini facevo finta di asciugarle i capelli col phon e infine…sentivo la mamma chiudere la porta dell’appartamento della nonna, e questo significava che avevo solo qualche minuto per togliere tutto perché la mamma non amava che si toccassero le sue cose e ancor più che si usassero sui capelli della piccola. Allora , per evitare rimproveri, iniziavo a togliere i bigodini alla sorellina alla velocità della luce e fra un tira e molla, lei strillava e si disperava e io mi agitavo e le intimavo di stare zitta, perché la mamma l’avrebbe capito e si sarebbe arrabbiata.
In un paio di minuti riuscivo a togliere si e no due bigodini, a strapparle un bel po’ di capelli e a farla piangere e strillare. Poi sentivo la porta del mio appartamento aprirsi ed erano corse per andare in bagno a chiudermi a chiave, lasciando in giro tutto il materiale e mia sorella disperata.
Lei era una vera chiacchierona…appena la mamma arrivava le raccontava tutto, proprio tutto, per farsi coccolare .
Io origliavo attraverso la porta del bagno e la sensazione che provavo era un misto tra felicità, per aver realizzato ancora una volta il mio sogno, paura, perché la mamma mi avrebbe sgridata, rabbia perché la chiacchierona che mi prometteva di non dir nulla, invece poi parlava sempre…eppure non avrei scambiato quei momenti con niente al mondo.
Dimenticavo…adoro mia sorella