Avevo appena cenato,che mi ritrovai a fissare la tovaglia a fiori.
La cosa mi sembrava strana,eppure mi ricordava una stupenda gita in campagna.In una di quelle giornate,oserei dire,
da favola.Infatti,proprio come nelle favole,c'era uno splendido sole caldo in uno stupendo cielo blu.
Circondati da altissime querce e da un mare di campanule,l'aria frizzante odorava di quanto c'è di più bello in natura.
Era la primavera del'69,ed era la sua prima uscita dopo l'incidente che gli procurò una paralisi alle gambe.
Il canto festoso di svariate varietà di uccelli creava una melodia paradisiaca e mi misi a danzare come in un film.Strinsi nei pugni la sedia a rotelle e cominciai a spingerlo.Ricordo ancora le sue risate mentre ci inoltravamo nel bosco,e in quel momento,pensai,finalmente è tornato a vivere,con tutto ciò che ha passato,finalmente è tornato.
Mi ritornò in mente quella notte,quella macchina e il muretto contro il quale cozzò.Lo stridìo dei freni,le luci dei fari che illuminavano tutto tranne la strada. E poi l'impatto. Violento.L'auto scavalcò il muretto e proseguì lungo la scarpata fermandosi contro un'albero.
Le lamiere si lamentavano come un'animale ferito,la macchina abbracciò l'albero come fosse parte di lei......
Le risate di Ralph mi riportarono nel bosco.Aveva una gran voglia di vivere e mentre il sole tramontava,ci si accingeva a tornare verso casa. Lo aiutai a risalire in auto,si girò verso di me e disse:
-Sei il migliore amico che un'uomo possa avere.....grazie....grazie per tutto ciò che sei-
si voltò e smise di parlare.
Giunti a casa,scesi dall'auto e mi diressi verso la sua portiera per aiutarlo a scendere. Mi guardava fisso,con un felice sorriso stampato sul volto. Ma non si muoveva più. Gli toccai il collo. Non respirava.
Ho provato vergogna per me stesso e per lui. Solo allora mi resi conto che l'incidente gli procurò una lesione al cervello. E lui lo sapeva. Ma non sapeva che quella notte sull'auto pazza c'ero io.
La cosa mi sembrava strana,eppure mi ricordava una stupenda gita in campagna.In una di quelle giornate,oserei dire,
da favola.Infatti,proprio come nelle favole,c'era uno splendido sole caldo in uno stupendo cielo blu.
Circondati da altissime querce e da un mare di campanule,l'aria frizzante odorava di quanto c'è di più bello in natura.
Era la primavera del'69,ed era la sua prima uscita dopo l'incidente che gli procurò una paralisi alle gambe.
Il canto festoso di svariate varietà di uccelli creava una melodia paradisiaca e mi misi a danzare come in un film.Strinsi nei pugni la sedia a rotelle e cominciai a spingerlo.Ricordo ancora le sue risate mentre ci inoltravamo nel bosco,e in quel momento,pensai,finalmente è tornato a vivere,con tutto ciò che ha passato,finalmente è tornato.
Mi ritornò in mente quella notte,quella macchina e il muretto contro il quale cozzò.Lo stridìo dei freni,le luci dei fari che illuminavano tutto tranne la strada. E poi l'impatto. Violento.L'auto scavalcò il muretto e proseguì lungo la scarpata fermandosi contro un'albero.
Le lamiere si lamentavano come un'animale ferito,la macchina abbracciò l'albero come fosse parte di lei......
Le risate di Ralph mi riportarono nel bosco.Aveva una gran voglia di vivere e mentre il sole tramontava,ci si accingeva a tornare verso casa. Lo aiutai a risalire in auto,si girò verso di me e disse:
-Sei il migliore amico che un'uomo possa avere.....grazie....grazie per tutto ciò che sei-
si voltò e smise di parlare.
Giunti a casa,scesi dall'auto e mi diressi verso la sua portiera per aiutarlo a scendere. Mi guardava fisso,con un felice sorriso stampato sul volto. Ma non si muoveva più. Gli toccai il collo. Non respirava.
Ho provato vergogna per me stesso e per lui. Solo allora mi resi conto che l'incidente gli procurò una lesione al cervello. E lui lo sapeva. Ma non sapeva che quella notte sull'auto pazza c'ero io.