purplebunny ha scritto:@Lucio Musto messaggio #65
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@ purplebunny messaggio #70
@ purplebunny
"””Non è possibile stabilire dei salti di qualità nello sviluppo individuale, quindi se si considera un individuo, o meglio una persona, un adulto di 49 anni, lo sarà anche un giovane di 21 e anche un adolescente di 15 e un bambino di 5 e un neonato di 1 mese e un feto di 18 settimane e un embrione di qualche giorno, proprio perché non ci sono salti di qualità, è tutto frutto di uno sviluppo continuo che viene suddiviso in diverse fasi solo per convenzione nell'esaminarlo. Quindi da quando avviene la fecondazione, unico salto di qualità riconosciuto frutto di un atto preciso, si è sempre persone, dunque l'aborto è nei fatti la soppressione di una persona, dunque nei fatti un omicidio"””.
Esattamente questa è la mia posizione, grazie di averla esplicitata così semplicemente e chiaramente .
- punto 1 - mi sono già espresso su questo punto, nel messaggio 46:
mi autocito: “”Solo nel concepimento si può trovare un momento "quasi istantaneo", ed è quello in cui la cellula uovo perforata da uno spermatozoo si chiude (salvo casi rarissimi praticamente mai fausti) all'ingresso di ogni altro fecondatore. Quello è il punto unico di discontinuità. Due cellule distinte, di cui una presa praticamente a caso che si fondono a formare un solo essere, perfettamente individuabile che non a caso chiamiamo individuo.””
Prima di questa fusione, come ben sai, non abbiamo che un ovulo, vivo come cellula, ma con solo “metà” patrimonio genetico di un essere umano (23 cromosomi al posto di 46) ed uno sterminato numero di spermatozoi vili e vitali, ma con “lo stesso problema”. No fusione, no essere umano.
Immediatamente dopo la fusione di quell’unico uovo con uno ed uno solo di quella folla di spermatozoi si stabilirà un “patrimonio genetico” che individuerà quell’individuo, univocamente, per tutta la sua esistenza. Infatti non cambierà più fino al totale disfacimento di quel corpo in molecole organiche. Questo è il “salto di qualità” esattamente individuabile nello sviluppo biologico di ogni individuo.
- punto 2 - e qui mi occorre un’altra digressione.
Ed è un salto di gioia, al sapere che ci sei anche tu ad interessarsi di Zenone e dei suoi paradossi!
giusto qualche giorno fa, e l’avevo reso pubblico in tempo non sospetto (http://animepersenelweb.forumfree.it/?t=53823159&st=15) sono andato ad una conferenza proprio su quell’argomento. Ahimè! temo che per chi ne avesse almeno sentito parlare, quel discorso non ha aggiunto che qualche confusione, e in chi fosse a digiuno sull’argomento (ma forse non ce n’era nessuno, l’uditorio era tutto di un notevole livello culturale) avrebbe creato solo la convinzione che Zenone di Elea fosse uno mezzo pazzo asservito alle strampalate idee del Maestro Parmenide e che per sostenerle si fosse inventato delle assurdità dialettiche.
Ma sono contento che queste cose intrigano anche te. Potremo chiedere all’Admin l’apertura di una speciale sezione di matematica dilettevole e curiosa, ed approfondirci nei paradossi di Zenone, della bellezza della somma delle serie infinite convergenti, divergenti ed indeterminate, sia nel paradosso della dicotomia della distanza (P. dello Stadio) che quello, analogo del tempo (P. Achille e la tartaruga).
Potremo analizzare lo scabroso paradosso della freccia ed arrivare per esempio all’affascinante definizione di Bertrand Russel secondo cui il movimento non è uno “stato”, proprio come si osserva fisicamente nel succedersi dei fotogrammi di un film, ma nell’occupazione di posti diversi in tempi diversi, o agganciarci alla teoria di Cantor dei numeri transfiniti per penetrare meglio, concettualmente parlando il problema
Potremo trovare la facile fallenza del quarto paradosso, quello detto “dei due treni” sulle velocità reciproche, ma riferite a sistemi di riferimenti differenti… Beh! in fondo Zenone parlava qualche tempo prima di Cartesio!...
E potremo discutere di tante altre cosine interessanti, oltre ai Paradossi matematici!...
Finita la digressione, torniamo alle tue obiezioni e diciamo subito che Zenone ed i suoi paradossi c’entrano davvero poco.
Tutto si sgonfia quando dal campo dell’infinito e del continuo passiamo a ragionare al numerabile e discreto. Diciamo che un individuo (adulto o embrione che sia) è fatto di un certo numero di cellule. Un numero grandissimo per la nostra immaginazione, ma finito. Le quattro operazioni sono sufficienti per trattarlo e non occorre scomodare la filosofia naturalistica presocratica né le teorie dell’infinito di Platone Aristotele o Cantor.
Ed allora io potrei semplicemente chiederti: definiamo morula lo sviluppo embrionale a partire da quando si compone da 8-16 blastociti. A che numero di cellule la “Legge” afferma che l’embrione cessa di essere tale e diventa feto, per cui prima lo si può sopprimere, e poi no?... perché stiamo parlando di variazioni discrete, una cellula per volta, nel fluire del tempo, quindi istanti esattamente scanditi! (ma naturalmente subito dopo ti chiederei; e che cosa è successo allo scattare di quest'ennesima divisione cellulare, secondo la legge?)
Ed infatti io affermo che non esistono salti di qualità discernibili fra una morula ed un adulto di 37 anni, ma solo un continuo modificarsi dell’insieme cellulare e perciò se è individuo l’uno è arbitrario lo stabilire esattamente “quando” lo sia diventato, mentre “prima non lo era”.
Ma tu, più oltre, osai ancora di più!. Vero, la morula ha solo cellule staminali totipotenti, mentre il 37enne ha “anche” altre cellule. Cosa vuol dire, che le cellule staminali totipotenti del 37enne possono tranquillamente essere soppresse, o che la morula non ha diritto di cittadinanza perché non ha quelle “altre” cellule? o magari altri organi ed apparati?
Ma quali cellule? quali organi? quali apparati fanno si che un individuo sia tale ed in loro assenza quell’individuo sia solo carne da macello?
Un bambino di sei anni non ha spermatozoi in se, così come un vecchio in andropausa. Può essere per questo soppresso? Certi daltonici non hanno affatto coni nella loro retina. Devono preoccuparsi, forse di possibile eliminazione?... e magari rischia la pelle anche chi è affetto da alopecia universalis?...
E se (mi riferisco sempre alle tue considerazioni) certi organi, certi arti non si sono sviluppati, o sono stati perduti, o semplicemente non funzionano più, che facciamo?... possiamo ammazzarli tutti come se fossero volgari morule, o indifesi embrioni??
E quando fermarsi, o quanto aspettare, prima di decidere per la sopravvivenza o meno?... Se ad una ragazzina non le si sviluppano le tette, che facciamo, consideriamo morula anche lei?
“prima o poi le si svilupperanno”… forse.
Così è anche per una morula. Prima o poi caccerà le braccine, le gambine, i lunghi fluenti capelli biondi. Ed i denti. Venti più trentadue. Speriamo sani e forti. Ma ci vorranno dodici anni. Dodici anni senza un giorno di discontinuità.
A meno che quella discontinuità non la creeremo noi, ammazzandola prima.
Cordialità
Lucio Musto 6 marzo 2011
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PS - Dopo quanto detto, credo che non abbia senso che io dica nulla sul resto del tuo intervento:
io non seguo alcuna convenzione ma mi attengo solo a dati rigorosamente scientifici riconosciuti da tutti.
Le convenzioni le creano coloro che tentano di mascherare un omicidio (perché la soppressione di un omologo di una settimana, un mese, vent’anni o ottantadue sempre omicidio è) inventando delle giustificazioni morali assolutamente arbitrarie e campate in aria, senza alcun riscontro scientifico oggettivo.