Esiste un diritto che si chiama diritto alla VITA è un diritto UNIVERSALE che riguarda ogni donna o uomo di ogni età nazionalità ecc ecc comporta il DOVERE UNIVERSALE DI RISPETTARE LA VITA ALTRUI L'ITALIA DURANTE IL GOVERNO BERLUSCONI SI E' RESA RESPONSABILE DI aver COLLABORATO a CRIMINI CONTRO L'UMANITà lo scellerato accordo con gheddafi ha prodotto centinaia se non migliaia di vittime e questo il tuo capo lo sapeva:
:: MIGRANTI: La corte europea condanna l'Italia per i respingimenti
La Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo ha condannato l'Italia per i respingimenti verso la Libia. Era il 6 maggio del 2009, e alle motovedette italiane venne dato per la prima volta l'ordine di invertire la rotta. E di riportare in Libia i naufraghi che avevano intercettato in mare 35 miglia a sud di Lampedusa. Sul molo di Tripoli li aspettava la polizia libica, con i camion container pronti a caricarli, come carri bestiame, per poi smistarli nelle varie prigioni del paese. A bordo di quelle motovedette c'era un fotogiornalista, Enrico Dagnino, che ha raccontato la violenza di quell'operazione. Poi fu censura. In Libia vennero respinte altre mille persone in un anno. Ma nessuno vide. E nessuno si indignò. Fortuna che a Roma uno studio di avvocati non ha mai smesso di crederci, e tramite alcuni buoni contatti in Libia, è riuscito a raccogliere le procure di 24 di quei respinti, undici eritrei e tredici somali. Sono stati loro a denunciare il governo italiano di fronte alla Corte europea. Per essere stati espulsi collettivamente e senza identificazione, per non aver avuto il diritto a un ricorso effettivo davanti a un tribunale, e per essere stati respinti in un paese terzo, la Libia di Gheddafi, dove sono stati incarcerati in condizioni inumane e degradanti e in alcuni casi sottoposti a torture. Quei due avvocati sono Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci. Oggi raccolgono il frutto del lavoro di quasi tre anni di processo. La Corte europea ha riconosciuto la colpevolezza dell'Italia e ha condannato il governo a risarcire con 15.000 euro di danni i ricorrenti, due dei quali nel frattempo sono morti annegati tentando di nuovo la traversata. Una condanna importante, che però lascia senza risposta due domande fondamentali. Che fine hanno fatto i mille respinti del 2009? E che conseguenze politiche avrà la sentenza, visto che in Libia è cambiato tutto?
Le storie dei 24 ricorrenti le avevamo già raccontate due anni fa. Ma nel frattempo in Libia c'è stata una guerra e oggi c'è da chiedersi dove si trovino loro e gli altri mille respinti. La stessa domanda che si sono fatti Andrea Segre e Stefano Liberti, autori del nuovo documentario "Mare chiuso", che sarà presto distribuito in tutta Italia con la sperimentata diffusione dal basso che in passato ha permesso di far circolare il film "Come un uomo sulla terra". In "Mare chiuso", sono andati a cercare i respinti di un altro respingimento, quello effettuato dalla Marina militare il 30 agosto 2009. E hanno scoperto che alcuni di loro sono nei campi profughi di Shousha, al confine tra Tunisia e Libia. Altri sono arrivati in Italia con gli sbarchi di metà 2011, mentre a Tripoli c'era la guerra. Altri ancora sono morti annegati, nei tanti, troppi naufragi che sono accaduti quest'anno in frontiera.
L'Italia non è l'unico Stato ad avere effettuato respingimenti. La Grecia respinge in Turchia, la Spagna respinge in Marocco e in Mauritania. Eppure l'Italia è l'unico paese ad aver collezionato una condanna così forte. Sarebbe banale dire che è la giusta condanna alle politiche xenofobe dei Berlusconi e dei Maroni. Sia perché l'accordo sui respingimenti porta la firma del governo Prodi e dell'allora ministro dell'interno Amato. Sia perché fino alla fine del 2010 la Commissione europea e Frontex stavano lavorando a un accordo quadro con Gheddafi proprio sul tema dell'immigrazione. Tutto questo in realtà dà un peso politico ancora maggiore alla sentenza della Cedu, che di fatto boccerebbe tutte le politiche europee di controllo delle frontiere. Se non fosse che...
Se non fosse che nel frattempo Gheddafi è stato ucciso e il suo regime sostituito da un governo transitorio ...
e oggi:
Respingimenti, l'accordo che Monti non vuole rendere noto
ROMA - "Tripoli, bel suol d'amore" era la canzone che 100 anni fa veniva cantata a più non posso per inneggiare la conquista della Libia in corso. A distanza di un secolo non si canta più ma con i libici si fanno affari e accordi. Ci avevano abituato sia Prodi che Berlusconi agli affari e agli accordi con il "simpatico" vicino, il Colonnello Muhammar Gheddafi, ma, stando alla denuncia di Amnesty International, organizzazione che regge le fila del movimento di controllo sulle violazioni dei diritti umani nel mondo, anche il Governo tecnico non fa eccezione a questa prassi. La differenza sta nella sobrietà con cui Mario Monti avrebbe autorizzato il Ministro degli Interni Annamaria Cancellieri a sottoscrivere un protocollo di Intesa con il Consiglio Nazionale di Transizione libico sulla questione dei migranti. L'accordo, firmato il 3 aprile e rimasto segreto per volontà del Governo Monti, è stato svelato da Amnesty che, probabilmente, ne ha avuto contezza da fonti d'oltre mediterraneo. Il rapporto pubblicato a Bruxelles ha titolo "Sos Europe" e riguarda i controlli in materia di immigrazione sui diritti umani. L'accordo tra l'Italia post Berlusconiana e la Libia post Gheddafiana prevede di limitare il flusso dei migranti. La visita della Cancellieri a Tripoli non era passata inosservata visto che lo stesso Ministro, accolto dal leader del governo provvisorio Mustafa Abdul Jalil, era stato causa elle preoccupazioni di Amnesty che aveva scritto alla Cancellieri facendole presente che lo sviluppo degli accordi tra Italia e Libia dovevano tenere conto della drammatica situazione del paese. La Libia, liberatasi dal tiranno, stenta a trovare la pace. La giustizia di regime ha lasciato spazio alla giustizia sommaria. Dalla morte di Gheddafi i sostenitori dell'ex rais vengono quotidianamente bersagliati, arrestati, arrestati e assassinati, nonostante la paventata pacificazione auspicata dal governo provvisorio che, composto anche da ex ministri gheddafiani, non ha mosso un dito per fermare le violenze. Al caos libico si aggiunge la questione dei migranti sub sahariani, provenienti dall'Africa centrale e meridionale e che trovano, in Libia, il principale punto di partenza per il loro viaggio della speranza verso l'Europa. Migliaia di persone che si riversano in un paese in crisi, in un clima di guerra, in condizioni disperate. Secondo Amnesty questi potranno essere respinti quando, una volta imbarcatisi dalle coste libiche arriveranno in acque italiane. Questo il contenuto del protocollo. Storia vecchia quella dei respingimenti. Resta una domanda. Perché silenziare l'opinione pubblica? Facile la risposta. Come giustificherebbe l'adozione di un provvedimento simile verso forze politiche che sostengono il Governo e che, nel recentissimo passato, si sono dichiarate contrarie ai respingimenti? Pensare che il Pd di Bersani e l'Udc di Casini possano benedire la politica dei respingimenti è strano. E cosa dire dell'Unione Europea che negli anni scorsi ha tempestato di raccomandate e lettere di denuncia il Governo italiano quando si mise d'accordo con Gheddafi per respingere i migranti. Per il momento il Governo tace. Nè Mario Monti nè Annamaria Cancellieri si sono espressi sulla denuncia di Amnesty. Tacciono anche i politici e tace anche l'Europa. Forse è vero che la sobrietà fa la differenza. Anche nei respingimenti.
FAUSTO DI LORENZO