Automaalox ha scritto: blasel ha scritto:Grazie, come al solito, per aver tralasciato le altre squadre.
Meglio cosi.
E poi v'incazzate se si parla di fare un campionato europeo unico per i top team. Ma se considerate sempre e solo 3 squadre in Italia?
Eh, Signor Nicola. Dovresti avere i mezzi per penetrare l'elementare psiche strisciata.
Lo strisciato non è un tifoso, è un cliente. E acquista il prodotto che lo soddisfa, quello confezionato (propagandato) meglio e con i lustrini (trofei) più scintillanti.
Ti posto un articolo tratto da La Repubblica di qualche giorno fa:
O vince Milano o vince Torino. Stop. Le vie dello scudetto finiscono qui. Diciotto titoli dal '92 in poi non sono usciti dal triangolo che il ritorno della Juve ha restaurato, con Inter e Milan saldate agli altri vertici. Se succede da vent'anni non è una tendenza. È una certezza. Il resto si chiama eccezione: la Lazio del 2000, la Roma del 2001. Eppure, il campionato senza fantasia era tutto fuorché legge, nonostante un consolidato potere Juve. Fra '69 e '91 le squadre campioni d'Italia erano state addirittura undici. Undici. Poi è successo qualcosa, poi è arrivata la pay tv.
Si partì con un Lazio-Foggia per 953 abbonati, agosto '93, ora siamo a 2 miliardi e mezzo di euro garantiti da Sky e Mediaset fino al 2015. Soldi che tengono in vita il calcio italiano, in cambio la A s'è venduta il gusto delle sorprese, quel tempo in cui più d'uno poteva permettersi una stella intorno alla quale costruire un ciclo al vertice. Il Cagliari di Riva, il Napoli di Maradona, il Verona di Elkjaer, la Samp di Vialli-Mancini. Soprattutto potevano permettersi di trattenerle: oggii milioni dei diritti tv (il 55,6% dell'intero fatturato della A) porterebbero via Antognoni alla Fiorentina in un quarto d'ora.
Non è un affare solo italiano. O vince Londra o vince Manchester, questa è la faccia inglese. Tre squadre (United, Arsenal, Chelsea) hanno preso 18 titoli in 20 anni. Il City ne ha aggiunto uno fresco all'asse delle due città padrone, così alla fine la vera anomalia è il Blackburn del '95. La torta è cresciuta da 191 a 1.700 milioni di sterline. Il 50% viene diviso in parti uguali, la grossa differenza sta nel gettone peri passaggi live in tv.
Alle grandi. «La Premier non può permettersi ulteriori disparità tra il vertice e la base», ha detto una volta Simon Chadwick, docente di Sports Business all'Università di Coventry. Per quei soldi il calcio inglese ha sopportato uno scisma. Ha persino accettato di stravolgere la geografia del suo potere. Le squadre che avevano vinto tra '71 e '91, non ci sono riuscite mai più: Leeds, Liverpool, Everton, Nottingham, Aston Villa e Derby County avevano messo insieme 19 titoli su 21. Dal '92: zero.
I numeri raccontano che più i diritti tv incidono sui bilanci dei club, meno quel Paese si regala tornei equilibrati. La Germania, che per il 74% produce ricchezza calcistica da voci alternative, ha avuto 5 campioni negli ultimi 9 anni: più parti del Paese coinvolte, più stadi che si riempiono, più investimenti. In Irlanda dove il peso della tv è il più basso d'Europa (1%), il campionatoè stato vinto da 5 squadre in 7 anni. Il punto vero è come i soldi delle pay vengono divisi. In questo senso la Spagna è la terra degli eccessi.
Con la vendita individuale dei diritti, genera 128 milioni di differenza nella ripartizione tra la prima e l'ultima in classifica. Lo squilibrio più ampio d'Europa, i forti che diventano più forti. Risultato: il bipartitismo RealBarça, 16 titoli in due su 20. Il calcio francese, che fino a 4 anni fa riceveva dalla tv appena il 26% della sua ricchezza, invece ha contato 10 campioni in un ventennio.
Equilibrioè sviluppo. Lo sa Platini all'Uefa, dove tutela le mediopiccole e si gode 7 diverse vincitrici di Champions in 9 anni. Lo sanno benissimo quelli della Nba, i pro del basket Usa che si reggono su una filosofia collettiva. Il commissioner Stern ha bloccato l'estate scorsa il trasferimento di Chris Paul ai Lakers perché altrimenti si sarebbero rinforzati troppo, ora minaccia di togliere Charlotte al presidente Michael Jordan perché l'ha indebolita troppo, e i danni di uno sono i danni di tutti. Meglio portare l'anello in 6 città diverse in 8 anni, Oklahoma può essere la nona, lei che fino al 2008 non esisteva nemmeno. Milano o Torino, da noi va così.
Fonte: Angelo Carotenuto, La Repubblica
Lascio perdere il commento scritto di pugno proprio dall'autore del post, se vuole posso metterlo a conoscenza di un luogo virtuale in cui sfogare i suoi intestini. In privato ovviamente.
All'amico Blasel mi vien da dire che SE mr De Laurentiis non si fosse prodigato a fare il fenomeno (quasi una reicarnazione del protagonista dei suoi film natalizi coi quali ammorba le sale cinematografiche nostrane..) alla fine dell'estate scorsa oggi avremmo una squadra Campione d'Italia diversa considerando gli uomini a disposizione di Mazzarri, quelli di Conte e le difficoltà che ha incontrato il Milan quest'anno. L'Inter non la considero nemmeno. Ha iniziato a vincere solo DOPO la distruzione del resto del calcio italiano ed ha smesso quando le cose hanno iniziato a rimettersi a posto. E non è una questione di "poteri", semmai lo è stata dal 2006 fino al 2010, ma semplicemente l'impossibilità di competere in mezzo a tanti "capaci" da parte di un "incapace". La professionilità e le capacità di un Lo Monaco (uno a caso...) valgono i miliardi di € della famiglia Moratti.. Quest'estate il patron nerazzurro farà una campagna acquisti coi fiocchi forte del permesso avuto dall'UEFA di tornare a spendere come suo solito. E come suo solito non vincerà una mazza rovinando carriere di potenziali campioni.
Veniamo ad Angelo Carotenuto.
Il quale si dimentica di citare l'esempio più eclatante. Quello spagnolo.
Lì le squadre son due, talmente forti da cancellare rivali che farebbero bellissime cose in altri campionati. L'Atletico Madrid ad esempio.
Diam la colpa alle pay TV?
Sono una parte del problema.
Il Manchester United, l'Arsenal, il Liverpool (che negli ultimi dieci anni è stata parte integrante delle "Fab. Four" del calcio inglese che dominavano in patria e a tratti in Europa..), il Chelsea, il Manchester City hanno ognuna un proprietario le cui disponibilità finanziarie personali superano lunga la somma di quelle dei primi 6/7 del campionato italiano.
Persino di Berlusconi, Moratti ed Elkan.. Oltre a questo guadagnano sullo stadio e tantissimo sul merchandising in tutto il mondo. Perchè?
Perchè per prima cosa si sanno "vendere". Cosa che qua in Italia non sappiamo fare. Anzi, stiamo imparando a fare adesso. E non tutti.
Mr. Carotenuto dovrebbe spiegarmi perchè ad un giovane e potenziale campione dovrebbe essere impedito di giocare nella squadra per cui ha sempre fatto il tifo perchè alla "Lega" non sta bene. Non capisco questo elogio all'approccio socialista nello sport americano. Se gioco da Dio e sono juventino non vedo perchè io debba andare a giocare nell'Inter perchè obbligato da un plutarca.. Fotte un cazzo degli equilibri, ho il mio sogno da inseguire.
Al "pianto" di mr. Carotenuto manca profondità d'analisi soprattutto riguardo al passato.
negli anni '70 le squadre italiane facevano fatica a farsi vedere nelle competizioni europee, figuriamoci ad imporsi se non in un caso isolato.
negli anni '80 qualcosa è cambiato, la Roma raggiunge una finale di Coppa dei Campioni, la Juventus due portandosi a casa il torfeo nell'85.
Negli anni '90 il calcio italiano divenne il modello da seguire nel mondo dello sport in generale, non solo nel calcio.
Sampdoria finalista di Coppa dei Campioni, Napoli che vince anche la UEFA, nella primavera del 1994 tutti e tre i trofei europei vennero nel nostro paese. nel 1998 il VICENZA raggiunse la semifinale di Coppa delle Coppe! Erano gli anni in cui ad Ancona giocava Detari, dove ogni squadra poteva permettersi il proprio campione.Ma anche gli anni della rivoluzione Berlusconiana che ha spostato l'asticella ad altezze vertiginose. Perchè?
Guardare alla situazione economica del paese era troppo difficile Carotenuto?
Guardare anche alla scarsità di talenti italiani di livello pure?
Dove sono i Vialli e i Mancini che fecero vincere alla Samp in Italia spaventando l'Europa calcistica, li vedete forse??
Carotentuo di dimentica del Parma di Tanzi che grazie anche all'oramai comprovata "onestà" del suo proprietario sfiorò il campionato italiano e vinse in Europa. Si dimentica di quante famiglie sul lastrico hanno permesso alla Lazio di Cragnotti di vincere il suo scudetto "bagnato" del 2000.