Sono passati 30 anni dal giorno di Ustica e a Bologna i familiari
chiedono non solo di non dimenticare ma di sostenere la ricerca di una
verità necessaria non solo a chi ha perso un congiunto ma anche
all’Italia di oggi, ancora ammalata di «misteri»
Né l’ipotesi della bomba esplosa a bordo né quella del missile finito
per sbaglio contro il volo Bologna-Palermo durante una battaglia aerea
hanno trovato conferme sostanziali. La cosiddetta “Inchiesta Priore”,
depositata nel 1999, conclude infatti che “l’incidente al Dc9 è occorso
a seguito di azione militare di intercettamento, il Dc9 è stato
abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con
un’azione che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e
non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il
nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti”. I
responsabili però non verranno individuati. Nel gennaio 2007 la
Cassazione conferma l'assoluzionedei generali Lamberto Bertolucci e Franco Ferri dall’accusa di alto tradimento per i presunti depistaggi delle indagini.
La quasi trentennale vicenda penale, che aveva sede a Roma e che vedeva
la maggior parte dei parenti delle vittime riuniti in un’ associazione
e costituiti parte civile, non ha quindi portato da nessuna parte. Per
colpa, appunto, delle reticenze, dei depistaggi, e delle ingerenze a
livello internazionale. Nel 2008 la procura romana ha aperto un nuovo fascicolo in seguito alle dichiarazioni di Francesco Cossiga, secondo cui ad
abbattere il Dc9 sarebbe stato un missile lanciato dalla marina
militare francese. Ma l'inchiesta è alle prime battute, le rogatorie
internazionali sono appena partite, anche se la Francia si è detta disposta a collavborare e il pm
che "la cosa forse più sconvolgente delle vicende legate alla strage di
Ustica è come non ci sia nessun servitore dello Stato che senta il
dovere di dire qualcosa". Intanto però su un altro terreno, quello
della giustizia civile, proprio quest’anno si è aperta una speranza. La
Corte d’appello di Palermo ha condannato in primo grado dei ministeri dell’Interno, dei Trasporti e della Difesa
a risarcire complessivamente un milione e 240 mila euro ai familiari di
tre delle 81 vittime di Ustica. La sentenza ha stabilito che lo Stato è
responsabile per non avere impedito il disastro, in quanto tenuto a
garantire la sicurezza dei cieli. “Da uno dei misteri più controversi
della nostra storia recente è finalmente emersa la prima verità
processuale – spiega Vanessa Fallica, legale di tre delle famiglie
coinvolte –. Si tratta di un successo importante, a fronte del nulla di
fatto ottenuto in sede penale questa sentenza ribalta la verità
accertata in quell’ambito”.
Quante cose dovranno ancora succedere perchè la verità venga a galla?
chiedono non solo di non dimenticare ma di sostenere la ricerca di una
verità necessaria non solo a chi ha perso un congiunto ma anche
all’Italia di oggi, ancora ammalata di «misteri»
Né l’ipotesi della bomba esplosa a bordo né quella del missile finito
per sbaglio contro il volo Bologna-Palermo durante una battaglia aerea
hanno trovato conferme sostanziali. La cosiddetta “Inchiesta Priore”,
depositata nel 1999, conclude infatti che “l’incidente al Dc9 è occorso
a seguito di azione militare di intercettamento, il Dc9 è stato
abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con
un’azione che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e
non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il
nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti”. I
responsabili però non verranno individuati. Nel gennaio 2007 la
Cassazione conferma l'assoluzionedei generali Lamberto Bertolucci e Franco Ferri dall’accusa di alto tradimento per i presunti depistaggi delle indagini.
La quasi trentennale vicenda penale, che aveva sede a Roma e che vedeva
la maggior parte dei parenti delle vittime riuniti in un’ associazione
e costituiti parte civile, non ha quindi portato da nessuna parte. Per
colpa, appunto, delle reticenze, dei depistaggi, e delle ingerenze a
livello internazionale. Nel 2008 la procura romana ha aperto un nuovo fascicolo in seguito alle dichiarazioni di Francesco Cossiga, secondo cui ad
abbattere il Dc9 sarebbe stato un missile lanciato dalla marina
militare francese. Ma l'inchiesta è alle prime battute, le rogatorie
internazionali sono appena partite, anche se la Francia si è detta disposta a collavborare e il pm
che "la cosa forse più sconvolgente delle vicende legate alla strage di
Ustica è come non ci sia nessun servitore dello Stato che senta il
dovere di dire qualcosa". Intanto però su un altro terreno, quello
della giustizia civile, proprio quest’anno si è aperta una speranza. La
Corte d’appello di Palermo ha condannato in primo grado dei ministeri dell’Interno, dei Trasporti e della Difesa
a risarcire complessivamente un milione e 240 mila euro ai familiari di
tre delle 81 vittime di Ustica. La sentenza ha stabilito che lo Stato è
responsabile per non avere impedito il disastro, in quanto tenuto a
garantire la sicurezza dei cieli. “Da uno dei misteri più controversi
della nostra storia recente è finalmente emersa la prima verità
processuale – spiega Vanessa Fallica, legale di tre delle famiglie
coinvolte –. Si tratta di un successo importante, a fronte del nulla di
fatto ottenuto in sede penale questa sentenza ribalta la verità
accertata in quell’ambito”.
Quante cose dovranno ancora succedere perchè la verità venga a galla?