Anche qui condenso le risposte ad altri topics.
E fin d'ora mi scuso se sarò retorico, con le fette di salame agli occhi, e se domani non vedrete le mie pagelle (non so se le farò). So solo che ho già il magone, e probabilmente un uomo di quasi 45 anni domani piangerà.
Perchè domani finisce il Milan, quello che ho vissuto per 26 anni, alcuni esaltanti, altri deludenti, altri così così, ma sempre con una costante: il cuore di chi indossava la maglia (a volte pochi, a volte tutti) e la sensazione che Galliani prima di tutti, ma anche Berlusconi fossero tifosi come me.
Adesso cosa vedo?
Vedo i logici e naturali addii di vecchi gladiatori: Nesta (grande uomo anche nell'ammettere che il suo stato fisico non è più all'altezza di stagioni impegnative a questi livelli), Gattuso (grandissimo cuore, per sempre Ringhio, che ha giustamente voglia di giocare anche all'estero o a livelli minori, e che giustamente non può pensare di essere titolare fisso), Seedorf (il mio Clarence, un fuoriclasse assoluto le cui giocate non abbandoneranno mai i miei occhi anche quando avrò 90 anni se ci arriverò, che però onestamente avrebbe dovuto salutarci da vincente l'estate scorsa), e Pippo... Per lui piangerò di sicuro: l'emblema della voglia di vincere, quello che si butta come un pazzo su ogni pallone, quello che esulta come un pazzo anche se segna il 5-0 contro la Ternana (esempio, senza offesa per i rossoverdi). Insomma, la storia del Milan fatta sul campo ma soprattutto nello spogliatoio. Il vero Milan, gli eredi di Maldini e Baresi, di Boban e Van Basten.
Ma anche se sono saluti naturali, perchè gli anni passano, mi sembra sempre che dietro questi addii si nasconda la vera ragione, e cioè la presa di coscienza che con quella MERDA di Allegri la fine era già cominciata con l'addio di Pirlo, che nessuno dei vecchi senatori ha mai potuto condividere...
Un saluto affettuoso anche a Zambrotta, che non ha fatto la storia, ma è stato un bravo professionista.
E a Van Bommel, che comunque ricorderò come un bravo centrocampista, un po' come lo fu Ray Wilkins.
E chi resta? Ambrosini e Abbiati, soli e minoritari in uno spogliatoio svuotato da quel cuore.
Abate, Antonini sono anche loro rossoneri dalle giovanili.
Poi? Nessuno... il vuoto.
Un allenatore di merda, spocchioso e supponente, e un gruppo che avrebbe anche potenzialità, ma che sarà sempre soggetto allo strapotere di Ibrahimovic, che pur essendo un grandissimo campione, ha tutto salvo il cuore, e tanto meno rossonero.
E cosa leggo oggi sulla Gazzetta? Che ha rinnovato Yepes (e meno male! lui è un cuore rossonero), e che i progetti per l'anno prossimo puntano su Balotelli, che però costa, e quindi per prenderlo si ventila il sacrificio di Thiago Silva o di Boateng (gli unici nuovi che potrebbero essere le prossime bandiere rossonere, e l'hanno anche detto pubblicamente).
E allora non mi incazzo, ma mi intristisoo, perchè questo vuol dire che il Milan non c'è più.
Per ragioni tecniche (non è in attacco che ci serve il grande colpo, ma a cemtrocampo o trequarti) ma soprattutto per ragioni caratteriali: dobbiamo diventare la squadra di Ibrahimovic, Cassano, Muntari e Balotelli? Quattro giocatori che come persone sono una più stronza o psicopatica dell'altra?
No, non ci sto.
Il Milan della mia adolescenza (quello della stella con Liedholm) e quello dei trionfi di Sacchi-Capello, e quello di Ancelotti potevano anche essere giù di tono, perdere assurdamente (La coruna, Istanbul), ma era il Milan. Come lo prese Berlusconi nell'86, con Baresi, e Maldini, e Filippo Galli...
Quello che si prospetta è una merda, specchio fedele di quel BASTARDO che sta sulla panchina.
Inutile chiedere dove sia finito il cervello di Berlusconi (è in acqua da tempo), ma quello di Galliani? Io lo ho sempre stimato, perchè soffre come me. Possibile che non senta le stesse cose?
E fin d'ora mi scuso se sarò retorico, con le fette di salame agli occhi, e se domani non vedrete le mie pagelle (non so se le farò). So solo che ho già il magone, e probabilmente un uomo di quasi 45 anni domani piangerà.
Perchè domani finisce il Milan, quello che ho vissuto per 26 anni, alcuni esaltanti, altri deludenti, altri così così, ma sempre con una costante: il cuore di chi indossava la maglia (a volte pochi, a volte tutti) e la sensazione che Galliani prima di tutti, ma anche Berlusconi fossero tifosi come me.
Adesso cosa vedo?
Vedo i logici e naturali addii di vecchi gladiatori: Nesta (grande uomo anche nell'ammettere che il suo stato fisico non è più all'altezza di stagioni impegnative a questi livelli), Gattuso (grandissimo cuore, per sempre Ringhio, che ha giustamente voglia di giocare anche all'estero o a livelli minori, e che giustamente non può pensare di essere titolare fisso), Seedorf (il mio Clarence, un fuoriclasse assoluto le cui giocate non abbandoneranno mai i miei occhi anche quando avrò 90 anni se ci arriverò, che però onestamente avrebbe dovuto salutarci da vincente l'estate scorsa), e Pippo... Per lui piangerò di sicuro: l'emblema della voglia di vincere, quello che si butta come un pazzo su ogni pallone, quello che esulta come un pazzo anche se segna il 5-0 contro la Ternana (esempio, senza offesa per i rossoverdi). Insomma, la storia del Milan fatta sul campo ma soprattutto nello spogliatoio. Il vero Milan, gli eredi di Maldini e Baresi, di Boban e Van Basten.
Ma anche se sono saluti naturali, perchè gli anni passano, mi sembra sempre che dietro questi addii si nasconda la vera ragione, e cioè la presa di coscienza che con quella MERDA di Allegri la fine era già cominciata con l'addio di Pirlo, che nessuno dei vecchi senatori ha mai potuto condividere...
Un saluto affettuoso anche a Zambrotta, che non ha fatto la storia, ma è stato un bravo professionista.
E a Van Bommel, che comunque ricorderò come un bravo centrocampista, un po' come lo fu Ray Wilkins.
E chi resta? Ambrosini e Abbiati, soli e minoritari in uno spogliatoio svuotato da quel cuore.
Abate, Antonini sono anche loro rossoneri dalle giovanili.
Poi? Nessuno... il vuoto.
Un allenatore di merda, spocchioso e supponente, e un gruppo che avrebbe anche potenzialità, ma che sarà sempre soggetto allo strapotere di Ibrahimovic, che pur essendo un grandissimo campione, ha tutto salvo il cuore, e tanto meno rossonero.
E cosa leggo oggi sulla Gazzetta? Che ha rinnovato Yepes (e meno male! lui è un cuore rossonero), e che i progetti per l'anno prossimo puntano su Balotelli, che però costa, e quindi per prenderlo si ventila il sacrificio di Thiago Silva o di Boateng (gli unici nuovi che potrebbero essere le prossime bandiere rossonere, e l'hanno anche detto pubblicamente).
E allora non mi incazzo, ma mi intristisoo, perchè questo vuol dire che il Milan non c'è più.
Per ragioni tecniche (non è in attacco che ci serve il grande colpo, ma a cemtrocampo o trequarti) ma soprattutto per ragioni caratteriali: dobbiamo diventare la squadra di Ibrahimovic, Cassano, Muntari e Balotelli? Quattro giocatori che come persone sono una più stronza o psicopatica dell'altra?
No, non ci sto.
Il Milan della mia adolescenza (quello della stella con Liedholm) e quello dei trionfi di Sacchi-Capello, e quello di Ancelotti potevano anche essere giù di tono, perdere assurdamente (La coruna, Istanbul), ma era il Milan. Come lo prese Berlusconi nell'86, con Baresi, e Maldini, e Filippo Galli...
Quello che si prospetta è una merda, specchio fedele di quel BASTARDO che sta sulla panchina.
Inutile chiedere dove sia finito il cervello di Berlusconi (è in acqua da tempo), ma quello di Galliani? Io lo ho sempre stimato, perchè soffre come me. Possibile che non senta le stesse cose?