Sottopongo questo spunto che mi e' sempre stato caro.Ma nello stesso tempo preciso che si tratta di un tema che da una parte e' abusato e scontato, e dall'altra e' un argomento che ha sempre attratto l'attenzione degli studiosi di misterologia di ogni epoca.Dunque l'esistenza o meno del Graal, il suo significato e la potenziale-possibile ubicazione di questo-reperto elemento, che ogniqualvolta anche i piu' arditi ricercatori stessero per mettegli le mani addosso, tanto inspiegabilmente quanto magicamente e' sempre svanito nel nulla lasciando dietro di se' un alone di interrogativi e di domande senza risposta.Certamente nel corso della storia, mai nessun argomento e' stato affrontatato ed analizzato come questo.A cominciare dalla focalizzazione di una domanda, e ciCeoe' che cosa sia.E subito a questa prima domanda, ci si trova di fronte ad una frantumazione d'identita' che assume risvolti inquietanti ed oscuri.Per associazione di idee si piomba subito in una sorta di notte culturale che spaventa anche un poco.Circa il Graal, esistono diverseaccezioni e questo complica l'analisi.Sarebbero almeno tre le principali accezioni.La parola "Graal", deriverebbe da Sangraal,Sang Real, Sangue Regale.Ma Sangue Regale di chi?Forse del Re d'Israele.Ma e' un'attribuzione troppo vaga e troppo ridotta al tempo stessoSecondo una prima accezione, il Graal sarebbe la Divina Coppa in cui Gesu' Cristo celebro' l'ultima cena.Una mia considerazione molto personale: presumibilmente era di terracotta o di legno. Certamente siamo ben lontani dagli stupendi ma non veritieri calici ingioiellati che la cinematografia molto spesso ci ha mostrato.Non c'e' difficolta' a pensare che un reperto del genere possa essere arrivato fino a noi dopo duemila anni.Ma dove si troverebbe?Per esempio nella Cattedrale di San Lorenzo in Genova esiste un catino identificato come il Graal.Ma le coppe, con quella di Valencia (foto), comincerebbero ad essere gia' due.Ed i conti incomincerebbero gia' da ora a non tornare.Secondo un'altra accezione, il Graal sarebbe la coppa in cui Giuseppe d'Arimatea avrebbe raccolto il sangue del Signore in croce.E questo reperto, sarebbe stato portato da Giuseppe (d'Arimatea), in Inghilterra, e dalla Maria Maddalena, nel sud della Francia.Due destinazioni molto diverse.Ma guarda a caso questo reperto non si trova.E' un dato storico che le armate tedesche, durante la seconda guerra mondiale avessero organizzato scavi nel sud della Francia per ritriovarlo: del ritrovamento neanche l'ombra.Esisterebbe poi una terza accezione del Graal la cui origine sarebbe sotto gli occhi di tutti.Ma per ben comprendere la portata di questa accezione i cui aspetti sarebbero visibili oggi, dobbiamo ritornare indietro di otto secoli ed addentrarci in quell'oscuro mondo medioevale che e' il vero epicentro culturale di questo tema.Nel Medioevo, appunto si fa' un gran parlare di questo oggetto, poi stranamente ci si trova davanti ad otto secoli di misterioso ed inquietante silenzio per poi ritornare stranamente alla ribalta nel periodo attuale.Secondo l'ultima accezione, il Graal verrebbe identificato come un "quid"che non avrebbe alcun rapporto con le due definizioni precedenti, ma avrebbe un rapporto con la magia, la notte il cielo ed il sovrannaturale. In termini rilevabili da tutti.Un medioevo nascosto nella realta' visibile di oggi.Visibile e tra poco appureremo come.Nel romanzo Parsifal, di Wolfram Von Eschenbach composto verso il 1210, si fa' riferimento alle dichiarazioni di una persona di nome Flegetanis, il quale avrebbe espressamente detto di aver scorto nel cielo misteri arcani.E tra le stelle sarebbe stato presente il Graal.Ma cosa avrebbe visto Flegetanis in quei cieli notturni: probabilmente vide qualcosa di riscontrabile ancora oggi che cioe' fu' quel mistero scritto in cielo che animo' i sentimenti del mondo medioevale.Se noi in una tersa notte abbiamo modo di contemplare il cielo quando appunto la costellazione dl toro sia visibile
e diciamo nell'area piu' o meno compresa tra la costellazione delle Pleiadi, Aldebaran e l'Auriga, se ben ho presente, io stesso anni addietro visionai, dovremmo vedere ad occhio nudo un sorta di leggerissimo fumo immobile.Questo apparente alone di fumo, in realta' e' la nebulosa del Granchio ,foto Nasa Esa,
che a sua volta sarebbe i resti di una supernova la cui esplosione venne vista sulla terra nel 1054.Cioe' probabilmente, quei misteri arcani che le popolazioni medioevali scorsero nelle terse notti di quel tempo, erano semplicemente ma realmente i bagliori di una supernova in esplosione.La sovrannaturalita' piu' affascinante era quella sensazione che si alimentava nei cuori dei medioevali pervasi dallo stupore reverenziale, quando nell'ignoto arcano e misterioso di quelle campagne notturne scorgevano l'inspiegabile proveniente dai remoti bagliori celesti.Possiamo ben immaginare, cosa avessero provato i nostri avi, quando in quelle notti oscure,nel buio remoto delle foreste e delle campagne, videro nel cielo quell'esplosione cosmica che per loro era un segno misterioso della divinita'.Fascino, gloria, mistero, timoria reverenziale verso l'ignoto piu' arcano e misterioso.Ed il Flegetanis, appunto vide anch'egli tutto questo in quel cielo notturno:misteri arcani, cose di cui egli preferi' non parlare poiche' erano provenienti dall'ignoto.In quel tempo la notte era portatrice di realta' "altre" e di mute, oscure ineffabilita'.Il Graal, quindi come una dimensione magnifica e misteriosa che potrebbe essere da noi vissuta ancora oggi e che abbia quella stessa pulsione vitale che gli uomini del medioevo avvertirono di fronte al mistero impenetrabile.Ma allora il Graal non e' una coppa...........E cosa puo' voler dire, oggi nel 2010 rapportarsi con il Graal.Significa semplicemente, a mio avviso compiere una azione che sia di narura graalica, cioe' che stacchi dal convenzionale.Quando un operatore compie una seduta radioestesica, compie una azione graalica, cioe' proietta la propria personalita', verso livelli elevati, celesti, poiche' lassu' nel "cielo", ci sono quelle stesse pulsioni emotive che le popolazioni di allora provarono di fronte a quegli eventi.C'e' cioe' quella stessa valenza trascendente che ci fu' in quelle notti remote, quando quelle genti videro l'inspiegabile nel cielo.La "coppa",quindi, e' in realta' il simbolo di quel "Sangue Regale" da cui nasce il Graal appunto.Ma il Graal e' anche materialmente un calice in quanto la nostra coscienza lo percepisce come la proiezione ideale delle nostre piu' supreme prerogative.Il nostro sangue, quindi diventa metaforicamente "regale", poiche' ognuno di noi , quando agisce proiettato verso quella realta' celeste, diventa un "re".