@ Beatiful Stranger
Bella domanda... talmente bella che vorrei chiederti perchè ti è venuta in mente
..... mi terrò a bada
Io posso dirti che non sono mai stata vittima di un osessione amorosa così come tu l'hai tratteggiata, nei termini cioè del desiderio di possesso.
Però ricordo una cosa che facevo per auto prendermi in giro con la persona con cui stavo. Mi strusciavo intorno a lui imitando Gollum e i suoi cambi di personalità e lo chiamavo "il tessoro" .... non so se ricordi come si comportava Golum. Mi prendevo in giro perchè ero dolce con lui ed insieme di una possessività che rasentava la perfidia se mi sembrava che quardasse altre. Per questo gli dicevo anche "io ho un solo punto debole, sei tu"...
Ma non era il desiderio di conquistare bensì la convinzione perenne di non potermi fidare, che lo avrei perso per causa mia a farmi agire così.
In questo senso però, essendo anche io un soggetto con alle spalle una storia non fiabesca, ne sono coinvoilta.
Tenterò per risponderti al meglio di astrarre dalla mia esperienza adottando un atteggiamento mediato.
Io includerei l'ossesione amorosa nell'insieme più ampio del "mal d'amore".
I soggetti che hanno sviluppato un attaccamento insicuro nel primo anno di vita con una figura significativa
della famiglia, e che hanno sperimentato esperienze del vuoto affettivo sperimentato anche come carenza notevole di cure fisiche da parte della figura di attaccamento, con conseguente desiderio di un "Amore Fusionale" ed una sorta di fissazione a questo stadio che impedisce quello che io chiamo l'amore adulto, sono persone coinvolte dal fenomeno.
L'amore adulto presuppone che ci sia stato un rapporto gratificante e sano tra genitori e figli ed il superamento delle fasi di crescita.
Una chiara consapevolezza della nostra individualità e l'acquisizione di una identità unica, irripetibile, ci porta al confronto con gli altri e quindi anche con il partner in una posizione di pari dignità.
Il mal d'amore l'attaccamento romantico ansioso o l'amore insicuro si nutre dell'ossessione amorosa o dell'eccessivo distacco, che escludono questa pari dignità.
Durante l'adolescenza poi, la mancanza di una personalità totale in entrambi i sessi, il sentirsi incompleti e il senso di vergogna per certi aspetti della propria persona che “appartengono” al sesso opposto, unitamente ai pressanti condizionamenti rispetto all’appartenenza di genere attuati dal sistema sociale, possono indurre molti di noi a strutturare una falsa maschera sociale.
Il ragazzo che ha sviluppato una spiccata autostima può opporsi a questa tendenza, e se ha ricevuto una particolare educazione può anche limitarsi a simulare l’appiattimento conformistico, specialmente se ha un modello adulto cui riferirsi che restituisca valore a qualità non “maschili”, oppure se vive in una condizione razziale o sessuale tale da rafforzare un’identità non conforme.
La ragazza dotata di un’eccezionale autostima può anche assumere qualità “maschili” come l’atteggiarsi a “maschiaccio” e imporre la propria autorità – dopotutto l’imitazione è la forma più sincera dell’adulazione, dunque è più ragionevole per le ragazze imitare i ragazzi che non l’opposto – purchè le compensi manifestando una caratterizzazione sessuale più tradizionale della sfera sentimentale e in altre aree sociali.
Tuttavia una scarsa autostima, sia nei ragazzi che nelle ragazze, può condurre a un’esasperazione della differenziazione di genere nel tentativo di assicurarsi l’approvazione esterna, con la progressiva perdita di integrità psichica man mano che l’individuo cresce.
Inflessibilità, competizione, aggressività, distacco dalle donne, persino crudeltà e violenza diventano i tratti distintivi di uomini con scarsa autostima che mascherano la propria debolezza dietro una facciata di precarietà.
Sottomissione, dipendenza, bisogno del consenso maschile, timore di conflittualità, tendenza a colpevolizzarsi e incapacità di manifestare rabbia o altri sentimenti violenti sono aspetti comportamentali dietro ai quali si nascondono donne con un basso livello di autostima.
Questo significa che sia gli uomini sia le donne con uno scarso livello di autostima accentuano il fenomeno di polarizzazione e sopprimono più parti di se stessi per proiettarsi in altri individui, i quali diventano gli oggetti di una storia d’amore, di un “romance”, dell’innamoramento: tutte parole che usiamo istintivamente per descrivere l’insorgere delle passioni e il successivo esaurimento della “corrente” di adrenalina di cui siamo così dipendenti, entro un insieme di fenomeni ben lontani dal costituire un vero sentimento d’amore. Se un rapporto sentimentale nasce da un senso di incompletezza psichica e dal bisogno di integrare qualità mancanti, difficilmente si trasformerà in amore: la dipendenza dagli altri e la scarsa autostima sono i principali ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un amore maturo e consapevole.
In breve, la scarsa stima di sé è forse la barriera più grande all’instaurarsi di un rapporto di intimità.
Suscita nella donna “il timore che qualcuno possa diventare così intimo da scoprire la sua vera essenza, e la respinga.
E, naturalmente, è un terrore sperimentato anche dagli uomini, spesso unito a un’altra paura: che il fatto di dipendere da una donna o scoprire sentimenti “femminili” dentro di sé possa incrinare la facciata di uomo virile accuratamente costruita. Chiaramente, anche la gelosia è riconducibile a questi sentimenti di inadeguatezza e di incompletezza, e tende a crescere parallelamente alla diminuzione della nostra autostima.
Più ci sentiamo incompleti, più aumenta la nostra ossessione di possedere qualcuno su cui proiettiamo gli attributi di cui siamo privi (… ci piacciono, li percepiamo come un nostro completamento), più diventiamo gelosi.
Questo ciclo di rigidità dei ruoli di genere, scarsa autostima, passione, gelosia, mancanza di amore e di intimità e quindi ulteriore diminuzione di autostima e ulteriore rigidità dei ruoli di genere e via dicendo, può essere pericoloso in ogni senso.
Questo è il terreno fertile in cui cresce l'amore ossessivo. Ogniqualvolta ci sentiamo depressi o incompleti, a qualsiasi età o periodo della vita e anche a dispetto di una certa esperienza. Feriamo sia noi sia gli altri quando diventiamo delle altre persone, conformemente a quanto vogliono gli altri, anziché restar fedeli a noi stessi.
La paura della solitudine e del rifiuto possono essere sottese ad ogni amore insicuro, come la scarsa autostima può essere la base della gelosia che diventa anch'essa una componente essenziale del male d'amore; quest'ultima può nascere dalla minaccia vera o presunta della relazione amorosa in atto o da una legittima pretesa di fedeltà sessuale, spesso in assenza di una completa fiducia in se stesso, del partner geloso.
I due partners possono scambiarsi ed interpretare i ruoli drammatici (vittima=persecutore=salvatore) talvolta in modo sottile nascosto.
Rientrano in questo ambito gli amori infelici in tutte le loro figure e le vere e proprie ossessioni. Un sottoinsieme particolarmente perisonoso è
quell'insieme di comportamenti definito erotomania, cioè uno stato di coscienza delirante in cui il soggetto avverte nella relazione una corrispondenza inesistente. Questa credenza si inserisce in una costellazione di credenze aggiuntive che sostengono la convinzione motore. L'erotomane si autoconvince che sia stato l'altro a innamorarsi e a dichiararsi per primo, e che tale dichiarazione sia troppo sottile perché gli altri possano coglierla, oppure venga inviata nella forma di un messaggio cifrato che soltanto il soggetto può comprendere. Una volta che il "soggetto" ha etichettato come amoroso il comportamento dell'oggetto, lei (o lui) ricambierà il sentimento. Se viene respinto, escogiterà delle ragioni per spiegare (o scusare) il comportamento dell'oggetto. Spesso queste giustificazioni risultano diabolicamente complesse, ma in definitiva permettono al soggetto di continuare a credere nell'amore dell'oggetto. Si tratta di un'efficace forma di difesa, in grado di ridurre alla completa impotenza qualsiasi rifiuto, per quanto esplicito ed estremo.
Dici che non dovrei scrivere dal bagno mentre bevo il caffè?