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Ossessioni amorose

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beautiful stranger
beautiful stranger
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Fate conto che siamo su Yahoo answers... Ossessioni amorose 73990920
Quali sono le ragioni psicologiche per cui si sviluppano le ossessioni amorose? Non mi riferisco all'innamoramento fisiologico, ma al caso in cui avere, possedere, conquistare, quella determinata persona diventa questione di vita o di morte, ed il suo pensiero occupa ogni momento della giornata, eliminando come una specie di bomba H tutto il resto: normali preoccupazioni di vita, lavoro, affetti, morale.
Quando si dice "Ha perso la testa" e ci si rovina la vita, magari per un soggetto assolutamente banale ed indegno, e che spesso non ricambia. Mi viene in mente il romanzo "L'angelo azzurro", ma gli esempi nella vita e nella letteratura sono innumerevoli.
Poi, come è arrivata, l'ossessione svanisce. Come una febbre, una malattia.
Quali condizioni predispongono a questo fenomeno? E' una cosa che non sono riuscita a capire.

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^Sick_Boy
^Sick_Boy
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Si tratta, ovviamente, di un bel cocktail di elementi diversi -che varia moltissimo da persona a persona e da situazione a situazione, ma credo che "l'ingrediente" più importante sia quello proiettivo, ciò che proiettiamo sulla persona che diviene "oggetto" dell'ossessione.

Quali bisogni ci aspettiamo che soddisfi?
Quanto è forte l'identificazione che creiamo tra quella persona e i nostri "totem" (ossia, i nostri "Ideali")?
Quanta simbologia le stiamo scaricando sopra? E, questa simbologia, quanto ci vede invischiati?

Non credo che si tratti di una predisposizione univoca, quanto di una risposta a questo genere di quesiti.

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Si potrebbe definire "la sindrome da playstation".

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beautiful stranger
beautiful stranger
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
^Sick_Boy ha scritto:Si tratta, ovviamente, di un bel cocktail di elementi diversi -che varia moltissimo da persona a persona e da situazione a situazione, ma credo che "l'ingrediente" più importante sia quello proiettivo, ciò che proiettiamo sulla persona che diviene "oggetto" dell'ossessione.

Quali bisogni ci aspettiamo che soddisfi?
Quanto è forte l'identificazione che creiamo tra quella persona e i nostri "totem" (ossia, i nostri "Ideali")?
Quanta simbologia le stiamo scaricando sopra? E, questa simbologia, quanto ci vede invischiati?

Non credo che si tratti di una predisposizione univoca, quanto di una risposta a questo genere di quesiti.

Ma se questa "proiezione" è così potente, non significa che l'ossessionato ha comunque delle carenze, affettive o emozionali, magari rimosse?

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RobyM
RobyM
Viandante Storico
Viandante Storico
E grazie che domande..
L'ossessione e' una patologia. Fosse facile capirne il senso..
Dubito che svanisca dall'oggi al domani comunque: se di vera patologia si tratta, puo' essere solo spostata verso altro soggetto o sostituita con altra nevrosi altrettanto degna e molesta.

6
^Sick_Boy
^Sick_Boy
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
beautiful stranger ha scritto:

Ma se questa "proiezione" è così potente, non significa che l'ossessionato ha comunque delle carenze, affettive o emozionali, magari rimosse?

Direi di sì, ma direi anche che dipende da cosa, in effetti, proietta. Non sempre e non necessariamente un'ossessione ha lo scopo di riempire carenze affettive o emozionali, anche se quasi sempre è funzionale (come una gran parte delle patologie o dei comportamenti psicologicamente patologici) a lenire una ferita di qualche tipo.
Quindi, più che di carenze affettive o emozionali in senso specifico, parlerei di carenze dello sviluppo psichico.

7
nextlife
nextlife
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Per precisa indicazione di b-stranger ci troviamo a muoverci in un quadro di legame affettivo non ancora consolidato, bensì in via di definizione e con il superamento (con tutta la fatica del caso eh?) di quella che è definibile come una normale “fase dell’innamoramento” laddove, l’infatuazione può assumere anche tratti piuttosto marcati.

La costante –che non è un aspetto scremabile- in tali processi è l’idealizzazione dell’altro.
Su di essa, in questo ambito, qualcuno di famoso circa un secolo fa scrisse:
«Chiamiamo “idealizzazione” quella tendenza che falsa il giudizio, […] come avviene ad esempio invariabilmente nel caso delle infatuazioni amorose, dove l’Io diventa sempre meno esigente, più umile, mentre l’oggetto sempre più magnifico, più prezioso, fino ad impossessarsi da ultimo dell’intero amore che l’io ha per sé, di modo che, quale conseguenza naturale si ha l’autosacrificio dell’Io. L’oggetto ha per così dire, divorato l’Io».
Il qualcuno in questione si chiamava Freud.

L’idealizzazione quindi che interviene nel processo di infatuazione tipico dell’innamoramento è una componente normale, che naturalmente si disloca nella dimensione intrapsichica e costituisce un primo nucleo di dipendenza affettiva.
In una condizione non patologica, nell’instaurazione del rapporto stesso, nella sua connotazione e stabilizzazione, nel confronto con il reale in sostanza, questi aspetti vengono agevolmente ridimensionati.
Si può anche avere un riassorbimento dell'investimento emotivo, quando per diversi motivi si realizza l'impossibilità di quel confronto, ed è anch’essa una situazione connotabile come “normale” in quanto è riconducibile all’infatuazione di cui sopra, e al fatto che l'individuo prende coscienza di ciò.

Qualora ciò non avvenisse, ci si catapulta a pieno titolo nella complicata e variegata situazione delle dipendenze affettive laddove la componente ossessiva realizza alcuni punti di contatto con quella caratterizzante il DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) pur non convergendovi, al punto di far avanzare –da più di una voce- l’esigenza di fornire alla dipendenza affettiva una connotazione del tutto propria, autonoma, ferme restando la possibile comorbilità.

B-Stranger chiede quali sono le condizioni che predispongono a questo fenomeno e mi par ovvio soffermarsi su quello che può essere definito come psicopatologico.
Credo sia stato ben detto prima da Sick quando parlava di valenze proiettive, quando evidenziava il carattere funzional-lenitivo del tratto patologico stesso, io però in quest'ottica recupererei anche –e soprattutto- le carenze, i vuoti affettivi dell’infanzia responsabili di condurre ad una immaturità psicoemotiva che può assumere tratti devianti.
Ad esempio, se è vero che le dipendenze affettive, vedono coinvolte in proporzioni maggiori le donne, sembra proprio che alla base di ciò entri in gioco il rapporto con la figura paterna.
In sostanza, come accade per molte altre vicende, pare che buona parte della questione tragga spunto da elementi collocati nell’infanzia, in relazione ai genitori o caregivers, ma quest’ultima definizione è uno spunto che conduce all’approccio terapeutico relativamente alle Da, fermiamoci qua.

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
@ Beatiful Stranger

Bella domanda... talmente bella che vorrei chiederti perchè ti è venuta in mente Sorriso Scemo
..... mi terrò a bada cool

Io posso dirti che non sono mai stata vittima di un osessione amorosa così come tu l'hai tratteggiata, nei termini cioè del desiderio di possesso.
Però ricordo una cosa che facevo per auto prendermi in giro con la persona con cui stavo. Mi strusciavo intorno a lui imitando Gollum e i suoi cambi di personalità e lo chiamavo "il tessoro" .... non so se ricordi come si comportava Golum. Mi prendevo in giro perchè ero dolce con lui ed insieme di una possessività che rasentava la perfidia se mi sembrava che quardasse altre. Per questo gli dicevo anche "io ho un solo punto debole, sei tu"...
Ma non era il desiderio di conquistare bensì la convinzione perenne di non potermi fidare, che lo avrei perso per causa mia a farmi agire così.

In questo senso però, essendo anche io un soggetto con alle spalle una storia non fiabesca, ne sono coinvoilta.
Tenterò per risponderti al meglio di astrarre dalla mia esperienza adottando un atteggiamento mediato.

Io includerei l'ossesione amorosa nell'insieme più ampio del "mal d'amore".
I soggetti che hanno sviluppato un attaccamento insicuro nel primo anno di vita con una figura significativa
della famiglia, e che hanno sperimentato esperienze del vuoto affettivo sperimentato anche come carenza notevole di cure fisiche da parte della figura di attaccamento, con conseguente desiderio di un "Amore Fusionale" ed una sorta di fissazione a questo stadio che impedisce quello che io chiamo l'amore adulto, sono persone coinvolte dal fenomeno.
L'amore adulto presuppone che ci sia stato un rapporto gratificante e sano tra genitori e figli ed il superamento delle fasi di crescita.
Una chiara consapevolezza della nostra individualità e l'acquisizione di una identità unica, irripetibile, ci porta al confronto con gli altri e quindi anche con il partner in una posizione di pari dignità.
Il mal d'amore l'attaccamento romantico ansioso o l'amore insicuro si nutre dell'ossessione amorosa o dell'eccessivo distacco, che escludono questa pari dignità.
Durante l'adolescenza poi, la mancanza di una personalità totale in entrambi i sessi, il sentirsi incompleti e il senso di vergogna per certi aspetti della propria persona che “appartengono” al sesso opposto, unitamente ai pressanti condizionamenti rispetto all’appartenenza di genere attuati dal sistema sociale, possono indurre molti di noi a strutturare una falsa maschera sociale.
Il ragazzo che ha sviluppato una spiccata autostima può opporsi a questa tendenza, e se ha ricevuto una particolare educazione può anche limitarsi a simulare l’appiattimento conformistico, specialmente se ha un modello adulto cui riferirsi che restituisca valore a qualità non “maschili”, oppure se vive in una condizione razziale o sessuale tale da rafforzare un’identità non conforme.
La ragazza dotata di un’eccezionale autostima può anche assumere qualità “maschili” come l’atteggiarsi a “maschiaccio” e imporre la propria autorità – dopotutto l’imitazione è la forma più sincera dell’adulazione, dunque è più ragionevole per le ragazze imitare i ragazzi che non l’opposto – purchè le compensi manifestando una caratterizzazione sessuale più tradizionale della sfera sentimentale e in altre aree sociali.
Tuttavia una scarsa autostima, sia nei ragazzi che nelle ragazze, può condurre a un’esasperazione della differenziazione di genere nel tentativo di assicurarsi l’approvazione esterna, con la progressiva perdita di integrità psichica man mano che l’individuo cresce.
Inflessibilità, competizione, aggressività, distacco dalle donne, persino crudeltà e violenza diventano i tratti distintivi di uomini con scarsa autostima che mascherano la propria debolezza dietro una facciata di precarietà.
Sottomissione, dipendenza, bisogno del consenso maschile, timore di conflittualità, tendenza a colpevolizzarsi e incapacità di manifestare rabbia o altri sentimenti violenti sono aspetti comportamentali dietro ai quali si nascondono donne con un basso livello di autostima.
Questo significa che sia gli uomini sia le donne con uno scarso livello di autostima accentuano il fenomeno di polarizzazione e sopprimono più parti di se stessi per proiettarsi in altri individui, i quali diventano gli oggetti di una storia d’amore, di un “romance”, dell’innamoramento: tutte parole che usiamo istintivamente per descrivere l’insorgere delle passioni e il successivo esaurimento della “corrente” di adrenalina di cui siamo così dipendenti, entro un insieme di fenomeni ben lontani dal costituire un vero sentimento d’amore. Se un rapporto sentimentale nasce da un senso di incompletezza psichica e dal bisogno di integrare qualità mancanti, difficilmente si trasformerà in amore: la dipendenza dagli altri e la scarsa autostima sono i principali ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un amore maturo e consapevole.
In breve, la scarsa stima di sé è forse la barriera più grande all’instaurarsi di un rapporto di intimità.
Suscita nella donna “il timore che qualcuno possa diventare così intimo da scoprire la sua vera essenza, e la respinga.
E, naturalmente, è un terrore sperimentato anche dagli uomini, spesso unito a un’altra paura: che il fatto di dipendere da una donna o scoprire sentimenti “femminili” dentro di sé possa incrinare la facciata di uomo virile accuratamente costruita. Chiaramente, anche la gelosia è riconducibile a questi sentimenti di inadeguatezza e di incompletezza, e tende a crescere parallelamente alla diminuzione della nostra autostima.
Più ci sentiamo incompleti, più aumenta la nostra ossessione di possedere qualcuno su cui proiettiamo gli attributi di cui siamo privi (… ci piacciono, li percepiamo come un nostro completamento), più diventiamo gelosi.
Questo ciclo di rigidità dei ruoli di genere, scarsa autostima, passione, gelosia, mancanza di amore e di intimità e quindi ulteriore diminuzione di autostima e ulteriore rigidità dei ruoli di genere e via dicendo, può essere pericoloso in ogni senso.
Questo è il terreno fertile in cui cresce l'amore ossessivo. Ogniqualvolta ci sentiamo depressi o incompleti, a qualsiasi età o periodo della vita e anche a dispetto di una certa esperienza. Feriamo sia noi sia gli altri quando diventiamo delle altre persone, conformemente a quanto vogliono gli altri, anziché restar fedeli a noi stessi.
La paura della solitudine e del rifiuto possono essere sottese ad ogni amore insicuro, come la scarsa autostima può essere la base della gelosia che diventa anch'essa una componente essenziale del male d'amore; quest'ultima può nascere dalla minaccia vera o presunta della relazione amorosa in atto o da una legittima pretesa di fedeltà sessuale, spesso in assenza di una completa fiducia in se stesso, del partner geloso.
I due partners possono scambiarsi ed interpretare i ruoli drammatici (vittima=persecutore=salvatore) talvolta in modo sottile nascosto.
Rientrano in questo ambito gli amori infelici in tutte le loro figure e le vere e proprie ossessioni. Un sottoinsieme particolarmente perisonoso è
quell'insieme di comportamenti definito erotomania, cioè uno stato di coscienza delirante in cui il soggetto avverte nella relazione una corrispondenza inesistente. Questa credenza si inserisce in una costellazione di credenze aggiuntive che sostengono la convinzione motore. L'erotomane si autoconvince che sia stato l'altro a innamorarsi e a dichiararsi per primo, e che tale dichiarazione sia troppo sottile perché gli altri possano coglierla, oppure venga inviata nella forma di un messaggio cifrato che soltanto il soggetto può comprendere. Una volta che il "soggetto" ha etichettato come amoroso il comportamento dell'oggetto, lei (o lui) ricambierà il sentimento. Se viene respinto, escogiterà delle ragioni per spiegare (o scusare) il comportamento dell'oggetto. Spesso queste giustificazioni risultano diabolicamente complesse, ma in definitiva permettono al soggetto di continuare a credere nell'amore dell'oggetto. Si tratta di un'efficace forma di difesa, in grado di ridurre alla completa impotenza qualsiasi rifiuto, per quanto esplicito ed estremo.

Dici che non dovrei scrivere dal bagno mentre bevo il caffè?

imbarazzo

9
Ospite
Anonymous
Ospite
Un riassuntino-ino-ino? Dopo un week end di bagordi non ce la posso fare, riprovo domani.
Per come la vedo in questo momento, il solo fatto che tutta la nostra felicità o la nostra infelicità dipenda da un'unica persona indica una mancanza di completezza. In questa considerazione, infatti, ho usato il verbo "dipendere", perchè l'ossessione è comunque una forma di dipendenza.

10
The Royal
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Viandante Storico
Viandante Storico
CignoNero ha scritto: il solo fatto che tutta la nostra felicità o la nostra infelicità dipenda da un'unica persona indica una mancanza di completezza.
Senza voler far nascere contrasti secondo me' e' esattamente il contrario: assolutizziamo poiche' mettiamo quella persona al centro della nostra vita e pertanto le defaillances (si scrive cosi'?) che noi avremmo con quella persona ci condizionano.Se no che amore sarebbe?Allora non ce ne importerebbe niente dell'altro. BeautyfulSuina



Ultima modifica di The Royal il Lun 6 Set 2010 - 9:49 - modificato 1 volta.

11
Ospite
Anonymous
Ospite
The Royal ha scritto:
CignoNero ha scritto: il solo fatto che tutta la nostra felicità o la nostra infelicità dipenda da un'unica persona indica una mancanza di completezza.

Senza voler far nascere contrasti secondo me' e' esattamente il contrario: assolutizziamo poiche' mettiamo quella persona al centro della nostra vita e pertanto le defaillances (si scrive cosi'?) che noi avremmo con quella persona ci condizionano.

Se no che amore sarebbe?
Allora non ce ne importerebbe niente dell'altro. BeautyfulSuina

Il fatto di non concentrare TUTTA la nostra vita non significa fregarsene dell'altro, il fatto di esserne totalmente dipendenti non è sano. La coppia deve essere sì coppia, ma mantenendo anche la propria individualità. Poi Royal, dato di fatto, abbiamo due modi diversi di vedere le cose, ed il mio, ora come ora, mi sta benissimo così. E' ovvio che sono felice se chi è con me è felice, ma la mia felicità non deve essere fatta SOLO ed esclusivamente di quella persona, come nemmeno la mia infelicità, altrimenti questo significa che io non ho niente di esterno che mi rende felice, se non la persona che mi sta accanto. Un po' triste, non credi?

12
beautiful stranger
beautiful stranger
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Per me l'ossessione non ha niente a che fare con l'amore.
L'amore è un rapporto a due, nell'ossessione la componente dell'idealizzazione è così forte che il rapporto ce l'hai solo con te stesso e le tue illusioni. Ami un fantasma che tu stesso hai plasmato a somiglianza dei tuoi bisogni, e spesso il risveglio è traumatico.


RobyM ha scritto: L'ossessione e' una patologia. Fosse facile capirne il senso..
Dubito che svanisca dall'oggi al domani comunque: se di vera patologia si tratta, puo' essere solo spostata verso altro soggetto o sostituita con altra nevrosi altrettanto degna e molesta.

La catena di Sant'Antonio, praticamente... E' vero, corrisponde a quanto ho potuto osservare. E' duro e tortuoso il cammino per la libertà, per liberarsi dalle dipendenze. E' esattamente come se fossi drogato o alcolista.

nextlife ha scritto:
Su di essa, in questo ambito, qualcuno di famoso circa un secolo fa scrisse:
«Chiamiamo “idealizzazione” quella tendenza che falsa il giudizio, […] come avviene ad esempio invariabilmente nel caso delle infatuazioni amorose, dove l’Io diventa sempre meno esigente, più umile, mentre l’oggetto sempre più magnifico, più prezioso, fino ad impossessarsi da ultimo dell’intero amore che l’io ha per sé, di modo che, quale conseguenza naturale si ha l’autosacrificio dell’Io. L’oggetto ha per così dire, divorato l’Io».
Il qualcuno in questione si chiamava Freud.


Bellissima descrizione del fenomeno

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beautiful stranger
beautiful stranger
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
NinfaEco ha scritto:@ Beatiful Stranger

Bella domanda... talmente bella che vorrei chiederti perchè ti è venuta in mente Sorriso Scemo
..... mi terrò a bada cool

...Durante l'adolescenza poi, la mancanza di una personalità totale in entrambi i sessi, il sentirsi incompleti e il senso di vergogna per certi aspetti della propria persona che “appartengono” al sesso opposto, unitamente ai pressanti condizionamenti rispetto all’appartenenza di genere attuati dal sistema sociale, possono indurre molti di noi a strutturare una falsa maschera sociale.
...Tuttavia una scarsa autostima, sia nei ragazzi che nelle ragazze, può condurre a un’esasperazione della differenziazione di genere nel tentativo di assicurarsi l’approvazione esterna, con la progressiva perdita di integrità psichica man mano che l’individuo cresce.
...Sottomissione, dipendenza, bisogno del consenso maschile, timore di conflittualità, tendenza a colpevolizzarsi e incapacità di manifestare rabbia o altri sentimenti violenti sono aspetti comportamentali dietro ai quali si nascondono donne con un basso livello di autostima.
Questo significa che sia gli uomini sia le donne con uno scarso livello di autostima accentuano il fenomeno di polarizzazione e sopprimono più parti di se stessi per proiettarsi in altri individui, i quali diventano gli oggetti di una storia d’amore, di un “romance”, dell’innamoramento: tutte parole che usiamo istintivamente per descrivere l’insorgere delle passioni e il successivo esaurimento della “corrente” di adrenalina di cui siamo così dipendenti, entro un insieme di fenomeni ben lontani dal costituire un vero sentimento d’amore. Se un rapporto sentimentale nasce da un senso di incompletezza psichica e dal bisogno di integrare qualità mancanti, difficilmente si trasformerà in amore: la dipendenza dagli altri e la scarsa autostima sono i principali ostacoli che si frappongono al raggiungimento di un amore maturo e consapevole.
Questo è il terreno fertile in cui cresce l'amore ossessivo. Ogniqualvolta ci sentiamo depressi o incompleti, a qualsiasi età o periodo della vita e anche a dispetto di una certa esperienza. Feriamo sia noi sia gli altri quando diventiamo delle altre persone, conformemente a quanto vogliono gli altri, anziché restar fedeli a noi stessi.

Dici che non dovrei scrivere dal bagno mentre bevo il caffè?

imbarazzo

Ma questa sò io, dottore... Suspect
Il caffè la stimola in modo confacente Ossessioni amorose 73990920
Lei dice che sono predisposta a ossessioni amorose? Suspect

NinfaEco ha scritto:@ In breve, la scarsa stima di sé è forse la barriera più grande all’instaurarsi di un rapporto di intimità.
Suscita nella donna “il timore che qualcuno possa diventare così intimo da scoprire la sua vera essenza, e la respinga."

E se la accoglie? hug tenderly

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Interessante.
Tuttavia, personalmente, non mi sentirei di escludere completamente una certa forma di ossessione, nella passione amorosa.
Certo...non deve essere l'elemento preponderante. Per come la vedo io, se l'ossessione diventa l'elemento preponderante, non metterei in mezzo l'amore, ma il desiderio di possesso.

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The Royal
The Royal
Viandante Storico
Viandante Storico
CignoNero ha scritto:

il fatto di esserne totalmente dipendenti non è sano. La coppia deve essere sì coppia,
Nessuno ha detto che si debba essere totalmente dipendenti: l'amore e' un impegno morale che magnetizza i nostri sentimenti.Se amiamo sentiamo per quella persona.

CignoNero ha scritto:ma mantenendo anche la propria individualità.

Certamente si', l'individuaslita' resta comunque, ma se amo, sono io proteso verso l'altro e viceversa.

CignoNero ha scritto:Poi Royal, dato di fatto, abbiamo due modi diversi di vedere le cose,

Non lo metto in dubbio, stiamo solo vagliando secondo i reciproci punti di vista.

CignoNero ha scritto: ed il mio, ora come ora, mi sta benissimo così.
Nessuno ti chiede di cambiare i tuoi punti di vista

CignoNero ha scritto:ma la mia felicità non deve essere fatta SOLO ed esclusivamente di quella persona,
altrimenti questo significa che io non ho niente di esterno che mi rende felice, se non la persona che mi sta accanto.

Ed e' proprio questa, secondo me l'essenza dell'amore: una persona, quella persona che ci rende felici indipendentemente dalle condizioni esterne: e' la forza dell'amore che prevale, l'amore reciproco.Se subentrano altri fattori destabilizzanti allora vuol dire che quell'amore non e' poi cosi' tanto amore.
CignoNero ha scritto:Un po' triste, non credi?
Consentimi :e' la felicita' piena.Che poi questo amore venga tradito o si sbricioli per reciproche decisioni personali, e beninteso legittime, questo e' tutto un altro tema.
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