@pazza
“I motivi che diedero origine alla persecuzione dei cristiani nell’impero
romano furono diversi. La causa principale è da riporsi nella congiunzione
intima tra l’organizzazione statale e la religione ufficiale dell’impero romano.
In esso la vita ufficiale era strettamente unita, mediante cerimonie religiose,
al culto delle divinità romane. Il riconoscimento di queste divinità statali
e del culto ad esse attribuito fu richiesto, naturalmente, alle varie nazioni
che a poco a poco entrarono nel complesso del vasto impero. Queste nazioni
potevano senza difficoltà continuare a prestare il culto alle loro divinità, le
quali, anzi, spesse volte trovarono ingresso nel pantheon delle divinità romane;
come pure i cittadini romani potevano liberamente, sotto l’influenza del
sincretismo religioso dei primi secoli dell’impero, seguire le pratiche dei culti
stranieri. Ma, con tutto ciò, il riconoscimento del culto pubblico ufficiale
era sempre considerato come espressione della disposizione corretta e patriottica
verso lo Stato e fu perciò domandato senz’altro a tutti gli abitanti
dell’impero. Questo concetto della manifestazione dei veri sentimenti di patriottismo
romano mediante la partecipazione al culto pubblico ufficiale divenne
anche più pronunciato con la professione del culto verso gli imperatori
a Roma. L’apoteosi di Cesare e di Augusto divenne il punto di partenza del
culto dell’imperatore divinizzato, unito con quello della stessa Roma; e questo
culto si considerò quasi la religione ufficiale dell’impero, di modo che rifiutarne
la partecipazione era considerato come un vero crimen contro la divinità
e contro lo stato. Tutte le varie nazionalità riunite nell’impero romano
avevano accettato questa religione ufficiale né, sotto questo punto di vista,
erano mai sorte difficoltà. I Giudei, i quali erano i soli abitanti dell’impero
che non partecipavano a questi atti di culto pagano, erano in condizioni di
favore eccezionale; la loro religione era stata riconosciuta esplicitamente religio
licita, ed essi avevano ricevuto privilegi speciali, sotto l’aspetto religioso e nazionale. Ma questa situazione privilegiata non impedì misure restrittive
e di persecuzione contro i Giudei, quando questi mostrarono di fare una
propaganda religiosa troppo attiva presso concittadini di altra nazionalità,
come accadde per esempio sotto Domiziano (Dione Casssio, LXVII, 14) e
sotto Adriano (Sparziano, Hadr., 14)”
(Giovanni Pietro Kirsch, Persecuzione,
in Enciclopedia Treccani, vol. XXVI, p. 796).
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Questa persecuzione dei cristiani nasce dal fatto che i romani, a partire
dalla propria concezione di religione, non riuscirono mai a capire perché
i cristiani rifiutassero di fare sacrifici all’imperatore. Nessuno chiedeva ai
cristiani di rinnegare il proprio Dio: ad essi si chiedeva semplicemente di
aggiungere al culto del proprio Dio quello dell’imperatore (v. doc. 5). I
cristiani, a partire dalla propria concezione monoteistica della religione,
non potevano accedere a questa richiesta ed il loro rifiuto di prestare il
culto all’imperatore venne interpretato dalle autorità politiche romane
nell’unico modo che ad esse pareva sensato: come un atto di sedizione,
un attacco allo Stato da reprimere per garantire l’ordine pubblico.
Io le consiglio vivamente di studiare, cara signora pazza....perchè vivere - come fa lei - in una cultura che si rifiuta e che si ignora può causarle gravi disturbi psichici