La prima cosa che mi viene in mente è il differente atteggiamento con cui si affronta il boccone noto e quello ignoto.
Chi è chiuso e diffidente, sarà più propenso a scegliere alimenti noti e a cibarsi di poche cose, mentre chi è curioso sarà portato a sperimentare.
Infondo il cibo è un canale affettivo e il nostro atteggiamento verso di esso la dice lunga sul nostro rapporto con gli affetti, su come siamo stati amati e amiamo.
Solo io nel mio delirio caffècorrelato matuttino la penso così?
Penso ai cibi di altre culture... che io adoro...
quando devo sceglierne uno, scelo rigorosamente quello dal cui nome non si capisce niente per avere una sorpresa.
Penso al peperoncino, una passione che divide il mondo in due sfere umane:
gli audaci e i pavidi
La variabile peperoncino... introduce un altra differenza: la portata del gusto.
Se il fatto che un cibo sia ignoto o noto, ed in base a questo scelto o respinto, dice qualcosa del nostro rapposto con il mondo e gli affetti, lo stesso vale per la postata del gusto.
Io mi dissocio da chi ama gusti delicati... datemi colore, sapore passione... e sopratutto fatemi mangiare con le mani.
.... ecco... la terza variabile: come si mangia.
C'è chi ama maniare con ordine e misura, con le ginocchia attaccate l'una all'altra in un ristorante chic e chi non chiede di meglio di una bozza di Vermentino bevuta in spiaggia dopo aver abbandonato tra la sabbia i sandali.
Anche questi diversi atteggiamenti dicono di noi.
voi come siete?
cosa vi da fastidio?
cosa vi piace?
..e cosa vi piace e vi da fastidio nel comportamento a tavola degli altri?
..insomma ditemi qualcosa sù