Raccolgo in un blog testimonianze di crimini contro flora e fauna nella zona di Firenze, dove vivo.
In particolare sono scandalizzato dallo sterminio privato degli animali selvatici (caccia) e da quello pubblico del verde urbano (le cd potature).
Le amministrazioni fiorentine degli ultimi anni stanno distruggendo il poco verde esistente, che caratterizzava la Firenze ottocentesca, soprattutto i platani dei viali, ridicolizzati nelle forme e ormai morenti per infezioni da taglio ed asfissia, e gli alberi dei giardini, ormai alberi senza ombra.
Mi colpisce soprattutto la gratuità del danno: chi si intende un pò di botanica, sa che la potatura è una pratica per sfruttare maggiormente gli alberi da frutto, mentre non riguarda minimamente gli altri alberi, che vanno semplicemente seguiti e curati se necessario, ma soprattutto lasciati in pace.
Come toscano, ho una mia spiegazione per questo fenomeno: probabilmente una rete di interessi ha determinato questo meccanismo vorticoso del piantare, tagliare (uccidere) e ripiantare alberi, tanto per movimentare denaro (del contribuente). Per non dire poi della grande quantità di legname raccolto, che immagino proficuamente rivenduto quantomeno come legna da ardere.

Ma forse anche una inconscia vendetta di classe: i figli dei contadini, che ora amministrano la città, distruggono gli alberi dei vecchi padroni, gli aristocratici amministratori del passato.
Nei giorni di caldo si può valutare la follia di tale pratica: una città tra le più soffocanti d'Italia, senza un filo d'ombra: le pietre roventi costringono i fiorentini a praticare una specie di coprifuoco, evitando sortite nelle ore centrali.
Tempo addietro ho passeggiato nei viali berlinesi, senza sentire il caldo anche lì presente (oltre 30 gradi) e avvolto nel profumo degli innumerevoli tigli piantati negli ultimi anni e assolutamente non "potati" e integri, così come i vecchi ma ancora vigorosi alberi piantati da Federico il grande oltre due secoli fa (mentre qui si considerano "vecchie e malate", piante di pochi decenni).
Non provo qui a fare i conti degli enormi costi economici di queste ottusità, che meglio di me potete fare voi stessi. Basti solo pensare allʼenergia per condizionare lʼaria negli interni degli edifici roventi, mentre nei media si straparla di ecologia e si illustrano le soluzioni intelligenti che gli altri paesi già praticano, compreso l'uso del verde urbano, che noi (che avevamo) invece stiamo distruggendo.
Cosa abbiamo fatto di male noi italiani per meritarci tali orrori?
Raccolgo in un blog testimonianze di crimini contro flora e fauna nella zona di Firenze, dove vivo.
In particolare sono scandalizzato dallo sterminio privato degli animali selvatici (caccia) e da quello pubblico del verde urbano (le cd potature).
Le amministrazioni fiorentine degli ultimi anni stanno distruggendo il poco verde esistente, che caratterizzava la Firenze ottocentesca, soprattutto i platani dei viali, ridicolizzati nelle forme e ormai morenti per infezioni da taglio ed asfissia, e gli alberi dei giardini, ormai alberi senza ombra.
Mi colpisce soprattutto la gratuità del danno: chi si intende un pò di botanica, sa che la potatura è una pratica per sfruttare maggiormente gli alberi da frutto, mentre non riguarda minimamente gli altri alberi, che vanno semplicemente seguiti e curati se necessario, ma soprattutto lasciati in pace.
Come toscano, ho una mia spiegazione per questo fenomeno: probabilmente una rete di interessi ha determinato questo meccanismo vorticoso del piantare, tagliare (uccidere) e ripiantare alberi, tanto per movimentare denaro (del contribuente). Per non dire poi della grande quantità di legname raccolto, che immagino proficuamente rivenduto quantomeno come legna da ardere.

Ma forse anche una inconscia vendetta di classe: i figli dei contadini, che ora amministrano la città, distruggono gli alberi dei vecchi padroni, gli aristocratici amministratori del passato.
Nei giorni di caldo si può valutare la follia di tale pratica: una città tra le più soffocanti d'Italia, senza un filo d'ombra: le pietre roventi costringono i fiorentini a praticare una specie di coprifuoco, evitando sortite nelle ore centrali.
Tempo addietro ho passeggiato nei viali berlinesi, senza sentire il caldo anche lì presente (oltre 30 gradi) e avvolto nel profumo degli innumerevoli tigli piantati negli ultimi anni e assolutamente non "potati" e integri, così come i vecchi ma ancora vigorosi alberi piantati da Federico il grande oltre due secoli fa (mentre qui si considerano "vecchie e malate", piante di pochi decenni).
Non provo qui a fare i conti degli enormi costi economici di queste ottusità, che meglio di me potete fare voi stessi. Basti solo pensare allʼenergia per condizionare lʼaria negli interni degli edifici roventi, mentre nei media si straparla di ecologia e si illustrano le soluzioni intelligenti che gli altri paesi già praticano, compreso l'uso del verde urbano, che noi (che avevamo) invece stiamo distruggendo.
Cosa abbiamo fatto di male noi italiani per meritarci tali orrori?