L’errore è parte integrante della condotta umana: distinguere tra prestazione corretta ed errore dipende unicamente da un processo valutativo, il dominio dell’errore è difatti quello del giudizio.
“Gli errori sono la conseguenza di pensieri rimossi” scriveva Freud riferendosi a quello che gli era capitato. Rimossi aveva il significato di fraudolentemente cacciati o mascherati, falsificati intenzionalmente per buona creanza, opportunità o decenza borghese. L’errore impone la verità scomoda delle profondità attraverso il lapsus. Popper ha ricordato che “impariamo dagli errori”. In psicologia l’errore rappresenta un momento costitutivo dell’apprendimento e si determina tenendo conto dell’informazione di cui si dispone, che si valuta in base a un codice o a un sistema di credenze in possesso del soggetto.
Se uniamo queste due interpretazioni, ogni errore va letto come una tappa di un processo creativo e dialettico. Questo vuol dire che le vie per la verità sono assai più tortuose e insidiose di quanto appaiano. L'errore è in parte vero o almeno conduce alla scoperta della verità.
Alla luce di quanto detto, come giudicate i vostri errori?