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Sentirsi in colpa e imparare dal passato: distinzione

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herbaemme
herbaemme
Viandante Residente
Viandante Residente
Riflettevo.

Sentirsi in colpa non significa soltanto rammaricarsi per ciò che è stato, significa anche essere immobilizzati nel presente a causa di un evento passato, e il grado di immobilizzazione - per così dire - può variare dalla piccola irritazione alla depressione grave.

Invece, non è sentirsi in colpa quando si sta imparando dal proprio passato e ci si ripromette di non ricadere in determinati atti o parole.

Si prova un senso di colpa soltanto quando, come risultato di un certo comportamento precedente, si è impossibilitati ad agire nel presente.

Imparare dai propri errori è un aspetto salutare e necessario nella crescita.
Il senso di colpa, invece, è malsano perché ci fa arrovellare nel presente facendoci sentire offesi, irritati, depressi, cattivi,...per una cosa già successa.

Malsano, e oltretutto inutile: non c'è senso di colpa che possa "disfare" il fatto.

Avete dei sensi di colpa che vi immobilizzano?
Pensate di poter fare qualcosa per uscire dalla situazione di stallo, o prevale come un senso di impotenza?
Perché è così difficile liberarsi dal passato?

2
beautiful stranger
beautiful stranger
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Gulp!
A volte mi sento in colpa per non avere sensi di colpa.
E' possibile, però, che i bastardi si siano ancorati a profondità tale che il mio sonar non riesce ad identificarli, ed i miei missili supersonici a colpirli. Mandano malefici influssi, come una jettatura, ma la jettatrice forse sono io.
Gomungue, se non ci fossero gli sguardi dell'altro, della parte offesa, io sarei portata a guardare avanti, non dico a dimenticare, ma a ricominciare "facendo tesoro". Forse è indice della mia natura malvagia?
E che, sinceramente, i miei peccati credo di averli scontati, con un paio di castighi divini che non auguro a nessuno. Francamente, ho già dato, e sono stufa di star male. Fortunatamente viene a noia anche la sofferenza autoinflitta. Per quella eteroinflitta, ho recuperato in cantina le paratie che usavo da bambina: ottimamente isolanti, ancora perfettamente stagne.

3
herbaemme
herbaemme
Viandante Residente
Viandante Residente
beautiful stranger ha scritto: se non ci fossero gli sguardi dell'altro, della parte offesa, io sarei portata a guardare avanti, non dico a dimenticare, ma a ricominciare "facendo tesoro". Forse è indice della mia natura malvagia?

Direi che è indice di una natura pragmatica.
La sofferenza autoinflitta non è funzionale ad alcunché.
Però il meccanismo è diabolico: gli sguardi dell'altro inoculano il virus nella testa del reo, dove è altamente probabile che si sviluppi l'infezione.
A volte non c'è neanche bisogno dell'intervento esterno, anzi, per meglio dire, l'intervento esterno si è verificato ancor prima che il fatto venga commesso: la testa è già bell'e pronta ad accogliere il malefico.

4
Ospite
Anonymous
Ospite
Se avessi aperto questa discussione un paio di mesi fa te ne avrei tirati fuori a bizzeffe di sensi di colpa: chiedersi perchè la persona che mi stava accanto era ricaduta nella tossicodipendenza proprio mentre stava con me, sentirsi in colpa anche perchè non si provava più fiducia, o perchè ad un certo punto non si era più interessati a dargli la spinta necessaria per uscire dalla sua condizione, ma si voleva che lo facesse da solo. Poi mi sono sentita in colpa perchè avevo permesso ad un'altra persona di dimenticarmi chi ero, che esistevo anch'io, che esistevano i miei sentimenti, qualunque essi fossero. Sentirsi in colpa per il fatto di guardarsi allo specchio e non rivedere più quella che ero non solo fisicamente parlando, ma anche come donna, come persona per la quale, a dire il vero, ho sempre provato una certa stima. Mi sono sentita in colpa in passato, ma forse questo è un senso di colpa che ancora c'è, per aver deciso di allontanare una madre che madre non è mai stata, semplicemente perchè il mio concetto di famiglia, nonostante tutto, è veramente forte e radicato, ma ho dovuto fare una scelta: lei o io, ed a 30anni ho scelto che era ora arrivassi io, ma anche perchè non potevo gestire due situazioni complicate insieme, non ce l'avrei fatta.
Mi sono sentita in colpa per non essere stata abbastanza forte o per essere stata anche troppo forte. Se vado avanti annoio tutto il forum. Poi mi sono stancata, il sentirmi dire che ero forte e blablablabla ha cominciato a pesarmi ed a stancarmi così tanto che ho detto che forse anch'io devo crollare ogni tanto, che sono umana, che ho le mie debolezze, e che non posso fare le cose sempre fatte per bene e come si aspettano gli altri, ma anche come io vorrei che fossero. In questo momento ancora un po' mi sento in colpa ma nei confronti di me stessa, ma dato che quello che è stato non lo posso cambiare, provo a fare in modo che quello che è ora e quello che sarà sia diverso. Appunto, imparare ed accettare. Certe volte non mi risulta così facile, ma ci provo, perchè l'idea di stare ferma in una condizione non mi piace, e se qualcosa non mi piace ed ho la facoltà di poterla modificare, allora è meglio che alzi le chappe e la modifichi.

5
herbaemme
herbaemme
Viandante Residente
Viandante Residente
CignoNero ha scritto:Se avessi aperto questa discussione un paio di mesi fa te ne avrei tirati fuori a bizzeffe di sensi di colpa: chiedersi perchè la persona che mi stava accanto era ricaduta nella tossicodipendenza proprio mentre stava con me, sentirsi in colpa anche perchè non si provava più fiducia, o perchè ad un certo punto non si era più interessati a dargli la spinta necessaria per uscire dalla sua condizione, ma si voleva che lo facesse da solo. Poi mi sono sentita in colpa perchè avevo permesso ad un'altra persona di dimenticarmi chi ero, che esistevo anch'io, che esistevano i miei sentimenti, qualunque essi fossero. Sentirsi in colpa per il fatto di guardarsi allo specchio e non rivedere più quella che ero non solo fisicamente parlando, ma anche come donna, come persona per la quale, a dire il vero, ho sempre provato una certa stima. Mi sono sentita in colpa in passato, ma forse questo è un senso di colpa che ancora c'è, per aver deciso di allontanare una madre che madre non è mai stata, semplicemente perchè il mio concetto di famiglia, nonostante tutto, è veramente forte e radicato, ma ho dovuto fare una scelta: lei o io, ed a 30anni ho scelto che era ora arrivassi io, ma anche perchè non potevo gestire due situazioni complicate insieme, non ce l'avrei fatta.
Mi sono sentita in colpa per non essere stata abbastanza forte o per essere stata anche troppo forte. Se vado avanti annoio tutto il forum. Poi mi sono stancata, il sentirmi dire che ero forte e blablablabla ha cominciato a pesarmi ed a stancarmi così tanto che ho detto che forse anch'io devo crollare ogni tanto, che sono umana, che ho le mie debolezze, e che non posso fare le cose sempre fatte per bene e come si aspettano gli altri, ma anche come io vorrei che fossero. In questo momento ancora un po' mi sento in colpa ma nei confronti di me stessa, ma dato che quello che è stato non lo posso cambiare, provo a fare in modo che quello che è ora e quello che sarà sia diverso. Appunto, imparare ed accettare. Certe volte non mi risulta così facile, ma ci provo, perchè l'idea di stare ferma in una condizione non mi piace, e se qualcosa non mi piace ed ho la facoltà di poterla modificare, allora è meglio che alzi le chappe e la modifichi.

Quando il carico di aspettative diventa eccessivo, siamo facile preda del senso di colpa.
A volte ci illudiamo di poter gestire la vita altrui, e neanche riusciamo a gestire la nostra.
Il ragazzo che ricade nella tossicodipendenza, la madre non madre...cerchiamo di stabilire una connessione, una relazione fra le situazioni vissute da queste persone e il fatto che ci sono vicine: cosa potevo fare io per impedirlo, che non ho fatto? Ma non è così che vanno le cose. Noi siamo solo un tramite, a volte un appoggio altre volte un ostacolo, ma è sempre l'individuo che deve dipanare la matassa della vita sua. C'è una responsabilità individuale che non può essere ignorata.
E certo che abbiamo tutto il diritto di crollare quando il peso diventa intollerabile. Quando crollo ritorno alle fondamenta, mi riapproprio del mio essere, e posso ricominciare a costruire qualcosa di significativo.

6
Ospite
Anonymous
Ospite
herbaemme ha scritto:
CignoNero ha scritto:Se avessi aperto questa discussione un paio di mesi fa te ne avrei tirati fuori a bizzeffe di sensi di colpa: chiedersi perchè la persona che mi stava accanto era ricaduta nella tossicodipendenza proprio mentre stava con me, sentirsi in colpa anche perchè non si provava più fiducia, o perchè ad un certo punto non si era più interessati a dargli la spinta necessaria per uscire dalla sua condizione, ma si voleva che lo facesse da solo. Poi mi sono sentita in colpa perchè avevo permesso ad un'altra persona di dimenticarmi chi ero, che esistevo anch'io, che esistevano i miei sentimenti, qualunque essi fossero. Sentirsi in colpa per il fatto di guardarsi allo specchio e non rivedere più quella che ero non solo fisicamente parlando, ma anche come donna, come persona per la quale, a dire il vero, ho sempre provato una certa stima. Mi sono sentita in colpa in passato, ma forse questo è un senso di colpa che ancora c'è, per aver deciso di allontanare una madre che madre non è mai stata, semplicemente perchè il mio concetto di famiglia, nonostante tutto, è veramente forte e radicato, ma ho dovuto fare una scelta: lei o io, ed a 30anni ho scelto che era ora arrivassi io, ma anche perchè non potevo gestire due situazioni complicate insieme, non ce l'avrei fatta.
Mi sono sentita in colpa per non essere stata abbastanza forte o per essere stata anche troppo forte. Se vado avanti annoio tutto il forum. Poi mi sono stancata, il sentirmi dire che ero forte e blablablabla ha cominciato a pesarmi ed a stancarmi così tanto che ho detto che forse anch'io devo crollare ogni tanto, che sono umana, che ho le mie debolezze, e che non posso fare le cose sempre fatte per bene e come si aspettano gli altri, ma anche come io vorrei che fossero. In questo momento ancora un po' mi sento in colpa ma nei confronti di me stessa, ma dato che quello che è stato non lo posso cambiare, provo a fare in modo che quello che è ora e quello che sarà sia diverso. Appunto, imparare ed accettare. Certe volte non mi risulta così facile, ma ci provo, perchè l'idea di stare ferma in una condizione non mi piace, e se qualcosa non mi piace ed ho la facoltà di poterla modificare, allora è meglio che alzi le chappe e la modifichi.

Quando il carico di aspettative diventa eccessivo, siamo facile preda del senso di colpa.
A volte ci illudiamo di poter gestire la vita altrui, e neanche riusciamo a gestire la nostra.
Il ragazzo che ricade nella tossicodipendenza, la madre non madre...cerchiamo di stabilire una connessione, una relazione fra le situazioni vissute da queste persone e il fatto che ci sono vicine: cosa potevo fare io per impedirlo, che non ho fatto? Ma non è così che vanno le cose. Noi siamo solo un tramite, a volte un appoggio altre volte un ostacolo, ma è sempre l'individuo che deve dipanare la matassa della vita sua. C'è una responsabilità individuale che non può essere ignorata.
E certo che abbiamo tutto il diritto di crollare quando il peso diventa intollerabile. Quando crollo ritorno alle fondamenta, mi riapproprio del mio essere, e posso ricominciare a costruire qualcosa di significativo.

completamente d'accordo su tutto, solo una precisazione finale: tu ricominci a costruire perchè è qualcosa che vuoi, c'è chi, purtroppo, non solo continua a non costruire, ma continua anche a distruggere.

7
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
herbaemme ha scritto: Riflettevo.

Sentirsi in colpa non significa soltanto rammaricarsi per ciò che è stato, significa anche essere immobilizzati nel presente a causa di un evento passato, e il grado di immobilizzazione - per così dire - può variare dalla piccola irritazione alla depressione grave.

Invece, non è sentirsi in colpa quando si sta imparando dal proprio passato e ci si ripromette di non ricadere in determinati atti o parole.

Si prova un senso di colpa soltanto quando, come risultato di un certo comportamento precedente, si è impossibilitati ad agire nel presente.

Imparare dai propri errori è un aspetto salutare e necessario nella crescita.
Il senso di colpa, invece, è malsano perché ci fa arrovellare nel presente facendoci sentire offesi, irritati, depressi, cattivi,...per una cosa già successa.

Malsano, e oltretutto inutile: non c'è senso di colpa che possa "disfare" il fatto.

Avete dei sensi di colpa che vi immobilizzano?
Pensate di poter fare qualcosa per uscire dalla situazione di stallo, o prevale come un senso di impotenza?
Perché è così difficile liberarsi dal passato?

Il senso di colpa è una delle forze più potenti attive nelle profondità umane: ha potenza retroattiva, perchè trasfigura il significato degli eventi passati; proiettiva, perchè vizia la significazione degli eventi presenti; anti-protensiva perchè invalida il futuro con un attribuzione di senso non plastica.
Rendersi conto di avere colpe o imputarsi colpe, significa sentire di meritare una pena che non viene ed il colpevole senza pena non ha molta ragion d'essere.
Il senso di colpa poi è bastardo perchè è una condanna che assegniamo a noi stessi a causa di un debito che noi pèresumiamo di aver contratto con altri. Ma se il nostro debito è con un altro, ma siamo noi a decidere di avere colpe e meritare pene.... chi può togliercelo?
Per mia fortuna c'è qualcosa di profondamente ingiusto in me che è tutt'uno con la consapevolezza della morte.
Moriamo tutti giusto? può accadere in qualsiasi momento... e il vero dolore che la morte porta con sè sta nel fatto di rendersi conto di non aver vissuto la nostra vita. Lo so bene questo e allora uccido. A prescindere dalle colpe che sento di avere, uccido chi mi tiene in carcere. Non che si evada a cuor leggero, ma non c'è altro da fare. Ho visto fin da piccina troppe vite buttate. Io tentavo di farle ridere queste persone a me care. Mi veniva un infinita tristezza per non riuscirci, anzi scocciavo a volte. Non potevo però capire il perchè allora e anche la mia vita sembrava oppressa da una cappa di insensatezza e dolore. Poi l'ho capito, ribellandomi inizialmente soltanto al fatto che mi sciupassero tutto e non si potesse essere mai felici di nulla. Capii che il punto di vista campiava le cose. Il resto lo capii molto molto dopo.

Ti ringrazio per questa discussione.

8
beautiful stranger
beautiful stranger
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
NinfaEco ha scritto:
Ho visto fin da piccina troppe vite buttate. Io tentavo di farle ridere queste persone a me care. Mi veniva un infinita tristezza per non riuscirci, anzi scocciavo a volte. Non potevo però capire il perchè allora e anche la mia vita sembrava oppressa da una cappa di insensatezza e dolore. Poi l'ho capito, ribellandomi inizialmente soltanto al fatto che mi sciupassero tutto e non si potesse essere mai felici di nulla.

Mi ricorda qualcosa, e qualcuno che mi è molto caro... testata contro il mu

9
herbaemme
herbaemme
Viandante Residente
Viandante Residente
NinfaEco ha scritto:
Per mia fortuna c'è qualcosa di profondamente ingiusto in me che è tutt'uno con la consapevolezza della morte.
Moriamo tutti giusto? può accadere in qualsiasi momento... e il vero dolore che la morte porta con sè sta nel fatto di rendersi conto di non aver vissuto la nostra vita. Lo so bene questo e allora uccido. A prescindere dalle colpe che sento di avere, uccido chi mi tiene in carcere. Non che si evada a cuor leggero, ma non c'è altro da fare. Ho visto fin da piccina troppe vite buttate. Io tentavo di farle ridere queste persone a me care. Mi veniva un infinita tristezza per non riuscirci, anzi scocciavo a volte. Non potevo però capire il perchè allora e anche la mia vita sembrava oppressa da una cappa di insensatezza e dolore. Poi l'ho capito, ribellandomi inizialmente soltanto al fatto che mi sciupassero tutto e non si potesse essere mai felici di nulla. Capii che il punto di vista campiava le cose. Il resto lo capii molto molto dopo.

Ti ringrazio per questa discussione.

Grazie a te per l'intervento, e per la soluzione finale che non posso non condividere.
Uccidere l'aguzzino è l'unico modo per tornare a vivere.
Mi dispiace che tu abbia sofferto, ma son contento che tu abbia finalmente preso in mano la tua vita.

10
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
herbaemme ha scritto:
Uccidere l'aguzzino è l'unico modo per tornare a vivere.
Già.
Mi chiedo perchè ci si debba passare però...
è doloroso come partorirsi

Mi dispiace che tu abbia sofferto, ma son contento che tu abbia finalmente preso in mano la tua vita.
niente di che tranquillo. Come tutti.

beautiful stranger ha scritto:
Mi ricorda qualcosa, e qualcuno che mi è molto caro... testata contro il mu

........................hug tenderly

11
herbaemme
herbaemme
Viandante Residente
Viandante Residente
NinfaEco ha scritto:
herbaemme ha scritto:
Uccidere l'aguzzino è l'unico modo per tornare a vivere.
Già.
Mi chiedo perchè ci si debba passare però...
è doloroso come partorirsi

Fa parte di un processo di purificazione. Il vero peccato originale consiste nell'inutile fardello che ci portiamo appresso. Scoprire di avere una zavorra è già un'illuminazione: riuscire a liberarsene, una conquista e un'esperienza di libertà.

12
Ospite
Anonymous
Ospite
herbaemme ha scritto:
NinfaEco ha scritto:
herbaemme ha scritto:
Uccidere l'aguzzino è l'unico modo per tornare a vivere.
Già.
Mi chiedo perchè ci si debba passare però...
è doloroso come partorirsi

Scoprire di avere una zavorra è già un'illuminazione.

Constatazione più che vera, direi, e parlerei anche di accettazione di quella zavorra.

13
victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
Il senso di colpa è l'espressione dell'impossibilità di apprendere dal passato, poichè il giudice interno sentenzia una condanna senza possibilità di espiazione e recupero.

14
LiQuiRizia91
LiQuiRizia91
Viandante Storico
Viandante Storico
Io per mio carattere vivo di sensi di colpa, ma nello stesso tempo cerco di imparare dai miei errori e non commetterli più.
La mia mente non è mai priva di senso di colpa, MAI.
Anche se so che quello che sto facendo è giusto. E dopo, quando l'ho fatto, sono divisa tra la felicità/soddisfazione di averlo fatto e il senso di colpa. In eguale misura.
E non so perchè.

15
hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
victorinox ha scritto:Il senso di colpa è l'espressione dell'impossibilità di apprendere dal passato, poichè il giudice interno sentenzia una condanna senza possibilità di espiazione e recupero.
confused
Il Giudice interno?
Allora dai ragione a noi Esorcisti quando diciamo che l'uomo è posseduto da Satana?

Hakim l'Esorcista secondo il rito Musulmano.

confused

16
RobyM
RobyM
Viandante Storico
Viandante Storico
NinfaEco ha scritto:
Il senso di colpa è una delle forze più potenti attive nelle profondità umane: ha potenza retroattiva, perchè trasfigura il significato degli eventi passati; proiettiva, perchè vizia la significazione degli eventi presenti; anti-protensiva perchè invalida il futuro con un attribuzione di senso non plastica.
Rendersi conto di avere colpe o imputarsi colpe, significa sentire di meritare una pena che non viene ed il colpevole senza pena non ha molta ragion d'essere.
Il senso di colpa poi è bastardo perchè è una condanna che assegniamo a noi stessi a causa di un debito che noi pèresumiamo di aver contratto con altri. Ma se il nostro debito è con un altro, ma siamo noi a decidere di avere colpe e meritare pene.... chi può togliercelo?

Noi ci facciamo carico degli errori (veri o presunti) commessi, ci assumiamo le responsabilita' derivanti. E solo noi stessi siamo in grado di perdonarci. Ce lo dobbiamo. Siamo solo degli esseri umani splendidamente imperfetti.

17
NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Perchè ce lo dobbiamo?

La mia domanda, per quanto stupida è serissima

18
hakimsanai43
hakimsanai43
Viandante Storico
Viandante Storico
scratch
Imparare dal passato?
Cioè legare due buoi alle ali di un aereo e arare i campi?
rotolarsi dal ridere

19
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