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La Paternità: come la vive l'uomo?

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IlDucaBianco
IlDucaBianco
Viandante Residente
Viandante Residente
La gravidanza è un periodo decisamente speciale nella vita di una
coppia, che però viene vissuto in maniera assai differente dai due
futuri genitori. Mentre infatti nella gestante i mutamenti del corpo
vanno di pari passo con la consapevolezza della grande trasformazione
che sta avvenendo, per il prossimo papà non è facile capire quanto sta
accadendo e solitamente gli serve più tempo per prendere coscienza del
nuovo ruolo che dovrà interpretare.
D’altra parte l’arrivo di un bambino implica un processo di adattamento
a un nuovo stato famigliare che non è né facile né indolore. In
particolare, più nel rapporto di coppia la donna gioca un ruolo materno
nei confronti dell'uomo, più facilmente il nascituro può essere
fantasticato come un rivale.

Io ho avuto un figlio e ho condiviso tutto con la mia compagna. Mi sono
però reso conto che pur volendo esserle accanto in ogni cosa non
potevo. A volte la vedevo stanca e ciò era per me un peso, anche se mi
imponevo di sostenerla. Altre volte mi sembrava di non riconoscerla
perchè si comportava diversamente. Lei si preoccupava del suo corpo ed
era sorda ai miei apprezzamenti. Il sesso era più problematico:
entrambi dovevamo accettarci trasformati. In quei mesi mi sono sentito
portar lontano dalle stesse cose che spingevano lei a stringersi ancor
più a me. Non arrivai mai a vedere in mio figlio un rivale, ma di certo
un peso e un impedimento di cui inconsapevolmente incolpavo lei.
L'amore e il dialogo mi fecero da ponte. Al di là della confusione
reincontrai mia moglie come madre e come donna e mio figlio.

La maggior parte di voi forse non sono padri, ma vorrei lo stesso
chiedervi cosa ne pensate. Vorrei sapere se vi riconoscete in parte in
questo discorso.
Io sono diventato padre presto quindi possiamo parlarne.

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Up Speciale per Paternità e il Grande Capo


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fantasma76
fantasma76
Viandante Storico
Viandante Storico
Si chiama 'sindrome della Couvade' e toglie al sesso femminile il primato di alcuni sintomi specifici della gravidanza quali nausea, vomito, mal di denti e di reni, coliche addominali. Ad introdurre questa sindrome fu lo psichiatra inglese W.H. Trethowan nel 1965 evidenziando come i mariti o i compagni di donne incinte accusino spesso i sintomi tipici della gravidanza per motivazioni psicologiche, ovviamente. L'uomo, infatti, vive l'esperienza della nascita di un figlio da un punto di vista mentale e spesso non gli è facile esprimere i vissuti emotivi caratteristici di questa fase della vita. A questo, in molti casi pone rimedio il corpo. Tra le varie spiegazioni del fenomeno c'è anche quella della situazione identificatoria: profondi vissuti di empatia fra marito e moglie possono portare a una relazione identificatoria tra i futuri genitori. Questa relazione è importante anche perché costituisce il primo vero legame fra padre e bambino. Secondo altri, invece, alla base dell'identificazione con la gestante vi sarebbe un inconscio desiderio di maternità, con una conseguente invidia per le capacità generative della donna. Di invidia del parto, infatti, ha per la prima volta esplicitamente parlato Felix Bohem nel 1930. Il termine couvade deriva dal basco couver (covare), anche se altri vorrebbero farlo risalire al vocabolo lionese encovar, che significa nascondersi e fa riferimento al comportamento del padre in attesa, osservato in molte popolazioni.

A tale quadro clinico fa riferimento un recente studio neozelandese che ha rilanciato vigorosamente la questione. La ricerca, condotta dalla ricercatrice Irene Lichtwark dell’università di Waikatoha, ha evidenziato come tale fenomeno sia in crescita e sia il chiaro segnale di una crescita del senso di paternità nell`uomo. Lichtwark sottolinea come sia importante analizzare questo particolare aspetto della vita maschile che, a tutti gli effetti, rende partecipe l’uomo alla gravidanza: È importante conseguire una migliore comprensione di questo aspetto della gravidanza. Sarebbe di aiuto a tutti coloro che sono coinvolti in una gravidanza, se vi è una migliore conoscenza di come e perché si verifica la sindrome della Couvade. Ma tale ricerca ha anche importanti risvolti sociologici. La sindrome della Couvade è una chiara manifestazione psicosomatica che svela come il genere maschile sia oggi maggiormente pronto e consapevole del proprio desiderio di procreazione e di protezione della prole. Un atteggiamento che fino a qualche tempo fa era culturalmente attribuito quasi esclusivamente al genere femminile.
http://www.discienza.org/dal-mondo/25-neuroscienze/29-anche-ai-papa-i-sintomi-tipici-della-gravidanza-.html

Anche le doglie non sono più una prerogativa femminile.

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paternitaoggi
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Viandante Residente
Viandante Residente
Fantasma, però mi sa che il Duca ha tirato fuori altre problematiche... :ç-*:
Intanto ne approfitto per dire che secondo me le sindromi e gli studi che vengono tirati fuori quasi mensilmente, sono perlopiù delle emerite cagate... Gli psicologi tendono a dare un nome e ad identificare una sindrome per ogni cosa. La maggior parte delle volte gli "studi" sono davvero parziali. Detto questo (opinione personale ovviamente), direi che la sindrome della couvade non abbia nella a che vedere con il crescente impegno e consapevolezza degli uomini nei confronti della paternità, anzi credo sia una deriva psicologica questa si da curare.
Arrivare a somatizzare doglie e dolori è patologico, non è sano.
Personalmente (e non potrebbe essere altrimenti perché non sono uno studioso) ritengo che partecipare attivamente anche alla gravidanza per un uomo debba implicare tutt'altro genere di considerazioni e prese di coscienza, che però sono molto difficili da definire e non pretendo di poterlo fare io qui.
Mi piace invece il fatto che si stanno iniziando a prendere in considerazione le esigenze dei padri anche nei cosri pre-parto. Fino ad ora eravamo considerato alla stregua di sherpa, incaricati solo di provvedere alle incombenze della logistica.

Su quanto sollevato da ildicabianco, non saprei cosa dirti. Il sesso post nascita è una questione che attiene troppo alla coppia, non è che c'è una regola. Complimenti a voi che ne avete parlato e siete riusciti ad uscire da quel tunnel in cui è facile capitare, quando non riconosci più la tua vita né chi ti sta accanto.

Effettivamente la nascita di un figlio rimette in discussione tutto, ma di questo in genere non se ne può parlare: la maternità in Italia è religione di Stato e le mamme sono tutte felici e contente. I papà non possono mettere bocca su niente e devono contunuare a fare gli sherpa, quindi, va tutto bene (?).

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
il duca parla di cose molto complesse ma vere, ci sono continui problemi e continui aggiustamenti anche perchè una coppia dal momento che ha figli non è più solo una coppia ma soprattutto e parlo per me la difficoltà più grande è quella con se stessi, avendo un figlio ti risalgono su tante cose che credevi di aver digerito ed ora invece ci devi tornare a fare i conti...e io non amo la matematica La Paternità: come la vive l'uomo? 73990920

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