Megara ha scritto:

Bellissima!
Peccato il formato piccolo.

Cenere79 ha scritto:

Megara ha scritto:

Bellissima!
Peccato il formato piccolo.

Anche a me piace molto Goya.... non ho trovato un formato più grande

Morte Fisica




Sono stato a visitare queste sculture in una mostra lo scorso anno.
Ho scelto questa perché è particolarmente buffa. Cos'é, un uomo che danza? L'esaltazione di un salto a mezz'aria?
Poi se guardo meglio... bah, lasciamo stare, che faccio fatica a contenere la nausea.


Morte Spirituale




Tutta la produzione di Dino Valls mi trasmette una forte inquietudine. Scelgo questa più o meno con lo stesso criterio di quell'altra: perché è come un pugno nello stomaco. L'autore si produce in un gioco, in questo caso data dalla realizzazione di un'illusione ottica. Quei forellini dipinti danno l'impressione che siano stati procurati da un punteruolo vero, direttamente sulla tela, quindi successivi alla stesura del dipinto. Ma la figura ritratta assume proprio la posa nell'atto di mostrare quei fori, che così divengono contestuali alla presa di coscienza del soggetto raffigurato, che si riappropria di un fatto psicologico nel quale tutti ci possiamo rispecchiare: il bel volto deturpato che inspiegabilmente ci ritroviamo ad osservare (e osservarci, ecco il perché di quel senso di repulsione), mentre solo un attimo prima erano dei fori sulla tela e non ci appartenevano.
Un Magritte e un Fontana messi insieme. Per spiegarmi meglio, mi vengono in mente immagini di questo tipo:




Lo sguardo si focalizza ora su un estremo, ora sull'altro, mai potendo osservare il soggetto nella sua interezza, e avvertendone disagio.

Fernando Vicente è un illustratore spagnolo attivo dagli anni ’80 ed espone al Sen e al Sins Entido di Madrid oltre a collaborare con riviste come COSMOPOLITAN e con il quotidiano El Pais. Vanitas è uno dei suoi capolavori più noti grazie al quale sono venuta a conoscenza di questo singolare artista. L’analisi della bellezza femminile in Vanitas è affrontata da un punto di vista macabro forse per alcuni osservatori anche un po’ rivoltante. Donne in pose da pin-up con gli organi che fuoriescono dal loro corpo “trasparente” con un alternarsi di colori caldi e freddi del corpo umano.
Un elogio all’anatomia prima ancora che alla vanità; una pittura illustrativa piena di pathos e di erotismo, fatta di ritratti tra il mostruoso e il sensuale, come se la scarnificazione della pelle rafforzasse l’idea di erotico.
All’anatomia della donna bella e inquietante di Fernando Vicente, Benedetta Bonichi contrappone una fusione tra radiografia e fotografia digitale. Alcune delle opere di questa artista italiana hanno ispirato stilisti come Christian Louboutin, scrittori e coreografi e hanno fatto il giro di musei nazionali come il MAC a San Paolo, il MACRO a Roma, la Pharos Trust Foundution a Cipro e al museo Wilfred Law a La Habana.
Bonichi si imbatte in un linguaggio fatto di ombre e giochi di luce; nascono così le sue prime radiografie. “La radiografia”, dice Benedetta Bonichi, “è l’unico mezzo possibile per leggere la realtà attraverso la materia, anziché la luce”. Grazie alla collaborazione di istituti di ricerca e universitari, quest’artista riesce ad esprimere le proiezioni dell’ombra privilegiando l’oscuro, tutto quel mondo interno che rimane nascosto e che solo attraverso i raggi X riesce ad illuminarsi e quindi essere percepito anche al mondo esterno. In questo caso Benedetta Bonichi usa la radiografia nell’abito dell’arte collegandola alla malattia e alla morte e mette a nudo carne, pelle, ossa, e qualsiasi altra cosa la persona indossi.
Per Benedetta la filosofia è alla base dei suoi lavori per cercare di rispondere a delle domande frequenti nella sua mente: “cosa sono le persone? Sono fantasmi? Sono vivi o morti? Chi sono?” e la radiografia le sembra lo strumento più chiaro per svelare i corpi, per tentare di dare forma alla morte.
Morte e vita due stati di essere?

V. v. Gogh

natura morta

Hans Baldung Grien La Morte e la Fanciulla, 1517. Germania.




Hans Baldung Grien Le tre età della donna e la morte.

Lucas Cranach il vecchio, Suicidio di Lucrezia, 1538. Germania.

bello!
The best doctor

vanth ha scritto:anche io adoro, cara la mia Ninfetta

l'Isola era anche il quadro preferito di Hitler , che credo avesse una delle versioni nel suo studio o a Berchtesgaden;
molto suggestivo, piace tanto anche a me;

un altro fondamentale è gli Ambasciatori, di Holbein, un dipinto sulla Vanitas:
i due personaggi, un laico ed un prelato, sono ricchi e potenti, ma...

alla sala della National Gallery in cui è esposto, e nell'intendimento originario, si accede da sinistra, per uscire a destra del dipinto;
si nota subito la curiosa e incomprensibile forma che si staglia sulla scena, apparentemente estranea, anche fisicamente distinta dal contesto;

quando ci si appropinqua all'uscita e si rivolge un ultimo sguardo inquieto alla scena, la forma incomprensibile si rivela all'improvviso come un teschio dipinto anamorficamente in modo tale da palesarsi solo nella prospettiva dell'uscita.

Emil Nolde, uno dei miei preferiti di sempre; molto spesso evocata, ma non esplicitamente come soggetto;
qui è ballerina

h.r. giger (quello di alien)

Füssli

Il dipinto, di Jean Paul Laurens, rappresenta il processo
al cadavere di papa Formoso (fine IX secolo)

Juriaen van Streeck

Japanese Dead from Suicide Raid

http://www.ilcancello.com/attachments/10260d1350507996-la-morte-nell-arte.jpg

Mi sembra sia stato dimenticato alla grande....

Meg, ma qui abbiamo appena iniziato  

Per aiutarmi nell'ordinare in futuro, prego chi posta di riportare nome dell'opera, autore, epoca. Grazie

ordinare?