Presso gli Egizi quando un uomo moriva la dea della giustizia Maat si occupava di pesarne l'anima.
Tutto era finalizzato a mantenere equilibrio e armonia, perchè equilibrio ed armonia garantivano il permanere del mondo creato a partire dalla distinzione di umido e secco nelle indistinte acque primordiali.
Il defunto si presentava dopo la morte davanti al tribunale divino presieduto da Osiride, dio della morte. Anubi poneva sul piatto della bilancia il cuore del deceduto, che per gli egizi era sede della coscienza; sull'altro piatto veniva posta la piuma di Maat.
Se il peso dei due piatti era uguale, il defunto poteva riprendere il suo corpo e tornare alla vita nell'aldilà.
Un'anima con il giusto peso doveva aver ben vissuto, e cioè
1 – Non aver commesso iniquità contro gli uomini
2 – Non aver maltrattato i sottoposti
3 – Non ho bestemmiato
4 – Non aver rubato
5 – Non aver calunniato uno schiavo presso il padrone
6 – Non aver affamato nessuno
7 – Non aver fatto piangere nessuno
8 – Non aver ucciso
9 – Non aver commesso atti impuri
10 – Non aver fornicato con sposati
11 – Non aver diminuito le offerte nei templi
12 – Non aver barato sui raccolti da donare al Faraone
13 – Non aver alterato il peso della bilancia
14 – Non aver tolto il latte dalla bocca dei bambini
Tutti abbiamo qualcosa da rimpiangere. Tutti qualcosa da rimproverarci.
Qualcuno di noi può almeno dire di non aver fatto del male volontariamente.
E nella vita appesantiscono molto l'anima i dolori sofferti, le rabbie inespresse e le frustrazioni. A questo gli Egizi non avevano pensato. Ma ci sto pensando parecchio io, che percepisco quanto mi abbiano appesentita e peggiorata.
Alla luce di questo, che peso dareste alla vostra anima?
La supererebbe la prova della bilancia?
Cosa la appesantisce di più? Cosa la alleggerisce?
Tutto era finalizzato a mantenere equilibrio e armonia, perchè equilibrio ed armonia garantivano il permanere del mondo creato a partire dalla distinzione di umido e secco nelle indistinte acque primordiali.
Il defunto si presentava dopo la morte davanti al tribunale divino presieduto da Osiride, dio della morte. Anubi poneva sul piatto della bilancia il cuore del deceduto, che per gli egizi era sede della coscienza; sull'altro piatto veniva posta la piuma di Maat.
Se il peso dei due piatti era uguale, il defunto poteva riprendere il suo corpo e tornare alla vita nell'aldilà.
Un'anima con il giusto peso doveva aver ben vissuto, e cioè
1 – Non aver commesso iniquità contro gli uomini
2 – Non aver maltrattato i sottoposti
3 – Non ho bestemmiato
4 – Non aver rubato
5 – Non aver calunniato uno schiavo presso il padrone
6 – Non aver affamato nessuno
7 – Non aver fatto piangere nessuno
8 – Non aver ucciso
9 – Non aver commesso atti impuri
10 – Non aver fornicato con sposati
11 – Non aver diminuito le offerte nei templi
12 – Non aver barato sui raccolti da donare al Faraone
13 – Non aver alterato il peso della bilancia
14 – Non aver tolto il latte dalla bocca dei bambini
Tutti abbiamo qualcosa da rimpiangere. Tutti qualcosa da rimproverarci.
Qualcuno di noi può almeno dire di non aver fatto del male volontariamente.
E nella vita appesantiscono molto l'anima i dolori sofferti, le rabbie inespresse e le frustrazioni. A questo gli Egizi non avevano pensato. Ma ci sto pensando parecchio io, che percepisco quanto mi abbiano appesentita e peggiorata.
Alla luce di questo, che peso dareste alla vostra anima?
La supererebbe la prova della bilancia?
Cosa la appesantisce di più? Cosa la alleggerisce?