Così parlò Pascal (non prendetevela con me).
Una delle cause più comuni dell'infelicità consiste nel fatto che cerchiamo di vivere sul piano di un appagamento differito. Cioè, non viviamo, non godiamo oggi della vita, ma aspettiamo sempre un avvenimento futuro. Saremo felici quando coroneremo il nostro sogno d'amore, quando avremo un lavoro migliore, quando avremo finito di pagare il mutuo, quando avremo terminato l'università, quando avremo portato a compimento una data cosa o ottenuto una vittoria, etc. etc. etc. : ma invariabilmente rimaniamo delusi.
Non pensate che la felicità sia un abito, un atteggiamento mentale, e se non si impara e non se ne fa pratica nel presente, non si avra mai?
Non deve essere condizionata alla soluzione di un problema esterno, poiché una volta risolto il problema ne sorge immediatamente un altro. La vita è una serie di problemi.
Se vogliamo essere felici sempre, dobbiamo esserlo per abitudine mentale, non a causa di qualcosa.
In un certo senso, siamo felici nella misura in cui abbiamo deciso di esserlo.
La felicità non è un prodotto degli oggetti o degli eventi, bensì delle idee, dei pensieri, degli atteggiamenti che nascono e si sviluppano dalle attività proprie dell'individuo, indipendentemente dall'ambiente.
Mi rivolgo ai puri di cuore e ai santi, di cui questo forum notoriamente pullula :
cosa vi impedisce di essere ogni giorno felici?