Anche questa frase può divenire un espediente retorico, per suffragare una costruzione formale che sappia erigere quel sontuoso panegirico "del sé - nel mutamento - verso la conoscenza".
E' una sorta di passepartout: dimostro che so apparire cordiale affinché mi si dia lo spazio per potermi affermare.
Perché ciò che preme è l'attestazione di sé e creare una scia di compensazione, ovvero ridurre le correlazioni al fine di controllarne meglio l'impatto.
Vale a dire che l'individuo che avrà affinato una tecnica di comunicazione atta a suscitare solo approvazione è da intendersi "malsano", quanto colui che di contro saprà attirarsi solo disapprovazione.
In altre parole, quando ci si espone è per oltrepassare un valico con consensi e dissensi come sprone. E la speranza è di uscirne comunque rinnovato, solitamente in senso contrario a ciò che si era prefisso.
In questo discorso rientra la riflessione verso quelle figure carismatiche che detengono una certa quota di potere, che riconfigura il sistema nel quale questo potere è esercitato.
Il livello di criticità nel contesto è da intendersi costante se lo sviluppo di un concetto si mantiene ad un grado di attenzione "alto", e in questo senso si può parlare di progressione di conoscenza.
Quando parliamo di cambiamento, poiché la conoscenza a questo porta, inevitabilmente i simboli particolari che adotteremo per commutarlo in qualcosa che sia fruibile genericamente, saranno ripresi dal contesto stesso, che diventano quindi sia strumento che finalità. (vi risparmio il rimando a immanenza/trascendenza )
*Nella dialettica, la retorica rientra come esercizio per vertere nel discorso volgendo delle impressioni a proprio favore, screditando non l'oggettività di quelle impressioni, ma l'interpretazione altrui.
Già il pronunciarsi contrario alla retorica, è un intento retorico per fare della retorica.
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Detto questo, la domanda che vi pongo è cosa impone che si dia preminenza ad un aspetto, sapendo che a parità con altri aspetti, esso può sortire un tipo d'impatto piuttosto che un altro?
Ma soprattutto, perché esprimere delle ovvietà, che persino i pesci si rifiuterebbero di pronunciare?
La domanda di riserva (putacaso non sapeste di sapere quelle altre due): in quanti luoghi siete presenti contemporaneamente?