E' ciò che affermano gli studiosi dello Stockholm International Water Institute: tra quarant'anni la popolazione mondiale sarà aumentata di due miliardi, le risorse idriche saranno sul punto di terminare e l'allevamento della carne diventerà insostenibile.
Per riuscire a sfamare l'intero pianeta, i nostri figli dovranno nutrirsi di frutta e verdura, oppure dare inizio a guerre e lotte per il cibo dalle conseguenze disastrose. Tutto ciò potrebbe essere evitato se incominciassimo fin da ora a moderare le nostre esigenze alimentari, riducendo al 5 % il nostro fabbisogno di proteine derivate da prodotti di origine animale, come la carne e i latticini, che attualmente si aggira intorno al 20 %.
Il bene da salvaguardare è soprattutto l'acqua: in molte zone del mondo è già diventata più preziosa del petrolio, per la sua scarsità; nel 2050 non sarà più possibile impiegarla per "produrre" gli alimenti destinati a nove miliardi di esseri umani. Gli alimenti di origine animale infatti richiedono un consumo d'acqua cinque e anche dieci volte più ingente di quelli destinati a un'alimentazione vegetariana: rinunciare alla carne quindi non è solo questione di evitare di uccidere per potersi nutrire, ma anche di cancellare un avvenire arido.
I risultati della ricerca di Stoccolma verranno presentati alla Conferenza Mondiale sull'acqua, in presenza di 2500 politici, rappresentanti Onu, Ong e ricercatori di ogni parte del mondo. Si discuteranno le alternative possibili per salvaguardare le risorse idriche, cercando di ridurne gli sprechi, ma la via più efficace per assicurare cibo a sufficienza per tutti in futuro sembra proprio quella della scelta vegetariana collettiva. (libero.it)
Uno scenario apocalittico forse, ma realistico da un punto di vista statistico.