In sostanza...è lecito per l'uomo "partecipare attivamente al processo evolutivo indirizzandolo verso specie post-umane"?
Cioè verso una o più specie "oltre l'homo sapiens" che superino i limiti dell'homo sapiens?
Tramite l'ingegneria genetica tutto ciò potrebbe essere possibile....cioè potrebbe essere possibile inventare una tecnologia capace di "modificare il DNA" per creare delle specie post-umane che amplifichino le caratteristiche positive della razza umana e cancellino le caratteristiche negative.
Può l'uomo sostituirsi ai processi naturali? Può l'uomo indirizzare attivamente il processo evolutivo? Può l'uomo sostituirsi a dio?
Queste domande sono del tutto legittime, anche se inutili. Infatti, il giorno stesso che queste domande dovessero essere attuali (perchè qualcuno ha inventato la tecnologia) esse perderebbero di significato, perchè certamente qualcuno quella tecnologia la userebbe...infischiandosene di ogni dubbio etico, filosofico, religioso.
La conseguenza sarebbe, in brevissimo tempo, l'estinzione della razza umana....a meno che la "nuova specie superiore" non voglia mantenere gli uomini per utilizzarli come schiavi. In ogni caso il destino per gli individui homo sapiens non sarebbe roseo. Sarebbero considerati esattamente come noi oggi consideriamo le scimmie.
Inoltre....essendo queste tecnologie esclusiva di pochi e ricchi individui, sarebbe una tecnologia non certamente accessibile a tutti. D'altra parte la storia ci insegna che nessuno chiedeva agli ebrei se volessero partecipare al gioco come "dottori". Loro erano i "pazienti" e tali dovevanop rimanere.
In effetti....se da un punto di vista teorico considero assolutamente positivo che l'uomo partecipi al proprio processo evolutivo indirizzandolo, da un punto di vista pratico immagino che questa possibilità porterà a un futuro roseo per pochi individui (i nuovi eletti della nuova specie)...e a una sciagura indescrivibile per tutit gli altri: cioè gli individui dell'homo sapiens....che sarà NON la razza infariore, ma addirittura "la specie inferiore".
E qui torna prepotente la domanda: può la morale bastare a se stessa senza misurarsi con "dio"?