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Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network)

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victorinox
victorinox
Viandante Residente
Viandante Residente
Quanto riporterò è l'insieme di vari studi.È  un materiale discutibile, non un dogma e  lo raccolgo qui proprio per discuterne con voi.  L'oggetto è il vasto modo delle dipendenze informatiche. Tenterò di inquadrare quella che mi interessa, la dipendenza ciber-relazionale, attinente al mondo dei social network ( facebook ma anche i forum) da molti di noi frequentati sorriso 



L'utilizzo patologico di internet ( P.I.U.)
è strettamente connesso alla presenza di pensieri problematici e/o che l'uso patologico poi rinforza ulteriormente, generando anche comportamenti compulsivi.
Si innescherebbe cioè  una dinamica simile a quella che scatta nelle ossessioni e nelle compulsioni dove particolari cognizioni (le ossessioni) generano comportamenti compulsivi ( le compulsioni) negativi per le vita dell'individuo e con i quali egli cerca di sedare l'ansia derivante dalle cognizioni stesse.
 
I pensieri che per rapidità ho definito problematici  possono essere
1 - Pensieri distorti del Sé
caratterizzati da una prolungata e profonda ruminazione centrata su se stessi, la quale porta a dubbi, bassa autostima e a ricordare gli episodi più rinforzanti circa le esperienze su Internet, mantenendo così il circolo vizioso.
 2 . Pensieri distorti sul Contesto
caratterizzati da una prolungata e profonda ruminazione centrata sul mondo esterno.

Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) 974585472

Gli usi patologico della rete  sono stati raggruppati in due macrocategorie:
 
1 - Patological Internet Use specifico

Le persone sono dipendenti da una funzione specifica di Internet
2 - Patological Internet Use generalizzato
Comprende un diffuso e marcato utilizzo di Internet che spesso si tramuta in perdita di tempo online senza motivi precisi. 

Un' utilizzo patologico non è ancora una dipendenza vera e propria ma semmai un rapporto problematico con il mezzo internet che può tradursi in dipendenza, ma può anche non avere questo sbocco e stabilizzarsi o retrocedere.
  Il P.I.U .può anche esser correlato al contesto sociale dell'individuo, in particolare alla mancanza di un supporto sociale da parte della famiglia e/o degli amici.

La dipendenza da internet ( I.A.D.) può innescarsi anche per patologie preesistenti, perchè il fruitore ha  gravi problemi nella sfera affettiva e personale, ha vissuto eventi traumatici  ma anche per le potenzialità della rete.
Internet infatti permette di compensare e tamponare alcune difficoltà della persona afflitta da una psicopatologia: un esempio è la possibilità di instaurare relazioni velocemente e senza difficoltà emotive, le infinite opportunità di informarsi e di conoscere,la capacità di  indurre sensazioni di onnipotenza, come sopraffare le distanze e il tempo e/o cambiare identità o nasconderla, la possibilità di fornire emozioni e rapporti interpersonali virtuali senza ruoli, vincoli e convenzioni.  


Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) 2137641659

Sono stati descritti cinque tipi specifici di dipendenza online:
 
1- Dipendenza ciber-sessuale , ovvero la dipendenza da pornografia online,
2 - Dipendenza ciber-relazionale, definibile anche dipendenza da Social Networks
3- Net Gaming, cioè la dipendenza dai giochi in rete  
  4 - Sovraccarico cognitivo,  cioè un comportamento compulsivo di navigazione e di utilizzo dei dati del Web
  5- Gioco al computer, anch'esso se eccessivamente prolungato si può tramutare in una compulsione.

La dipendenza secondo me più subodola è  la Dipendenza ciber-relazionale e su questa voglio focalizzarmi.
Il soggetto passa da una prima fase, in cui il Social risponde ad un suo bisogno emotivo, ad una senda in cui scopre ed inizia ad utilizzare i Social come luoghi di incontro virtuale ed è qui che si conclama la dipendenza dalla rete.
 La dipendenza dai Social  sembra essere dovuta al forte senso di sicurezza, di personalità e di socialità
 In realtà tutte queste dinamiche psico-emotive personali ed interpersonali si basano su qualcosa di virtuale, dando in tal modo sicurezze ed autostima fittizie, ben presto raggiunte da pericolosi sintomi di dipendenza e isolamento sociale con conseguente menomazione delle principali sfere vitali
Inoltre i social   funzionano mascherando le personali ansie, preoccupazioni, sbalzi d'umore e il proprio senso di disistima e di solitudine.
In tal modo le richieste di nuove amicizie risultano quasi un riempimento, una conferma e/o un rafforzamento del proprio ego.

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Vorrei sapere cosa ne pensate ( in particolare riguardo alle cause) e sapere se ritrovate qualcosa di voi stessi o di persone da voi conosciute, oggi o in un periodo passato. Vorrei sapere come ritenete vada gestito il rapporto con certi strumenti e la vostra valutazione del rapporto costi/benefici.

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Do una opinione, con l'idea di relazionarmi ai temi "Social network, community e forum: tempi, persone, luoghi e non luoghi", la "aggressività", la "conoscenza".

Alcuni di noi vivono all'interno di isole, lavoro, società, tempo libero, senza particolari necessità di incontrare le altre realtà. Altri hanno poche frequentazioni e nemmeno conoscono realtà al di fuori della loro famiglia se non attraverso quello che si vede in televisione.

Entrare nella rete per alcuni è come trovarsi nel Luna Park, scambiare opinioni che non sono necessariamente parte del proprio bagaglio culturale ma costruite per la sola presentazione di una immagine apparente - ricordate second life? Questa volta non si sa con chi si stanno scambiando opinioni ma solo cosa si sta dicendo e questo assume il profilo della persona con cui si sta parlando e tutti hanno voce.

Esiste un limite di messaggi, tempo di permanenza in rete oltre il quale si dice che effettivamente ci sia questa dipendenza - feci una breve raccolta ma non la presentai mai ed in quel periodo c'era un utente (non lo feci qua) a cui voglio bene che faceva di tutto per restare fuori, bannandosi, cancellando la password, facendo degli account multipli - era cosciente di questa saturazione/dipendenza insopportabile - diceva che per lui vestire un ruolo era come viverlo nella realtà o qualcosa di simile.

Ricordate quando chiesi in modo provocatorio come doveva essere l'utente ideale? O se si stesse operando a mo di pulizia etnica? Be' sono parole dure ma c'è l'atteggiamento wicked, malvagio, forse il termine giusto è "criminale" - parlo dell'identità virtuale e pertanto si tratta di funzioni virtuali - che poi si dovrebbero ripercuotere sul rappresentato reale in qualche modo.

Sono stato contattato, casualmente, per dare opinioni di nessuna importanza ma atte a favorire le discussioni, finzione dell'utenza e sopratutto inserire dei collegamenti che passassero in siti particolari in modo da far prendere i cookies o far partire lettere commerciali... la rete contiene messaggi subliminali che percepiamo durante l'iniziazione saccadica quando avvengono alcuni cambiamenti repentini delle immagini.

Quindi la dipendenza in rete è importante, sta a noi evitarla e se capiamo di stare sulla stessa barca allora potremo darci una mano.

Non ho risposto appieno però fa parte del discorso e comunque c'è un dibattito (ci sarebbe).

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biba
biba
Viandante Mitico
Viandante Mitico
SergioAD ha scritto:

Esiste un limite di messaggi, tempo di permanenza in rete oltre il quale si dice che effettivamente ci sia questa dipendenza - feci una breve raccolta ma non la presentai mai ed in quel periodo c'era un utente (non lo feci qua) a cui voglio bene che faceva di tutto per restare fuori, bannandosi, cancellando la password, facendo degli account multipli - era cosciente di questa saturazione/dipendenza insopportabile - diceva che per lui vestire un ruolo era come viverlo nella realtà o qualcosa di simile.


Tu conosci quali sono questi limiti? (messaggi/tempo)
Io, ammetto che, a volte, ne abuso un bel po', ma è anche vero che avendo la tastiera tra le mani anche al lavoro, è quasi impossibile resistere alla tentazione di affacciarsi sul web.
Ma a parte qualche sbirciata nelle ore diurne, ormai è mia abitudine, la sera, accendere tv e pc...
Fb, forum vari, notizie... ormai ho sempre più sete di queste cose! Tra l'altro ho notato che quando conosci qualcuno nella vita reale, nel giro di breve, arriva la fatidica domanda: ci sei su facebook? (che io non amo particolarmente)...Ormai la situazione è questa! L'importante comunque è saper rimanere con entrambi i piedi nella realtà, anche se a volte è deludente e sempre in salita.

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biba
biba
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) 1379877_639781112733094_1130890560_n

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Ho trovato la tabella giornaliera che elaborai, poi c'era quella globale. Ho cancellato i nomi, lasciando solo il mio.

Non voglio mettere i numeri perché dipende da quello che si dice, come lo si dice e l'impatto che ha sulla nostra personalità - si tratta comunque di vera è propria dipendenza come l'alcol, sesso, etc...

Diciamo che grosso modo 5 messaggi al giorno siano sufficienti e da qui pensare a qualcosa come la produttività non è male ovvero rispondersi a domande che valorizzano quello che abbiamo scritto da assolutamente superfluo a discretamente appagante, spesso in relazione alle cose che facciamo nella realtà per esempio.

Allora se si volesse analizzare l'escalation dei battibecchi ecco che perfino baccagliare avrebbe senso, ovvio che un provocatore dovrebbe stimolare l'utenza al litigio altrimenti conoscendo in anticipo il proprio comportamento mirare al penultimo messaggio potrebbe essere interessante - passare la mano è sempre meglio.

Se deve essere una risposta tipo "non so cosa fare allora vado in rete" allora probabilmente si entra nell'area a rischio se ci si rende conto che non è stato davvero appagante. Immagino Biba! Perché non essendo troppo coinvolto quello che dico è superficiale - sono solo consapevole dei processi non dei limiti.

Nel video di Gianni Riotta che ho postato dice internet è bene e che siamo noi che lo facciamo diventare il mostro - come per l'alcol, le droghe, il cibo - comunque nella tabella gli ultimi due se non sono gestori dovrebbero fare il rapporto tra qualità e quantità - su tanti messaggi quanti effettivamente sono stati buoni?

I messaggi mono sillabici dovrebbero avere degli innesti verso concetti come fossero parte di rebus. Ad ogni modo bicicletta, buona lettura in rete o meno, relazioni umane con contatto fisico, essere curiosi come scimmie e la rete è buona comunque. Mi pare che se sei pure della Roma, dimme tu chi c'ammazza a noi?

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Raven
Raven
Viandante Residente
Viandante Residente
SergioAD ha scritto:Do una opinione, con l'idea di relazionarmi ai temi "Social network, community e forum: tempi, persone, luoghi e non luoghi", la "aggressività", la "conoscenza".

Alcuni di noi vivono all'interno di isole, lavoro, società, tempo libero, senza particolari necessità di incontrare le altre realtà. Altri hanno poche frequentazioni e nemmeno conoscono realtà al di fuori della loro famiglia se non attraverso quello che si vede in televisione.

Entrare nella rete per alcuni è come trovarsi nel Luna Park, scambiare opinioni che non sono necessariamente parte del proprio bagaglio culturale ma costruite per la sola presentazione di una immagine apparente - ricordate second life? Questa volta non si sa con chi si stanno scambiando opinioni ma solo cosa si sta dicendo e questo assume il profilo della persona con cui si sta parlando e tutti hanno voce.

Esiste un limite di messaggi, tempo di permanenza in rete oltre il quale si dice che effettivamente ci sia questa dipendenza - feci una breve raccolta ma non la presentai mai ed in quel periodo c'era un utente (non lo feci qua) a cui voglio bene che faceva di tutto per restare fuori, bannandosi, cancellando la password, facendo degli account multipli - era cosciente di questa saturazione/dipendenza insopportabile - diceva che per lui vestire un ruolo era come viverlo nella realtà o qualcosa di simile.

Ricordate quando chiesi in modo provocatorio come doveva essere l'utente ideale? O se si stesse operando a mo di pulizia etnica? Be' sono parole dure ma c'è l'atteggiamento wicked, malvagio, forse il termine giusto è "criminale" - parlo dell'identità virtuale e pertanto si tratta di funzioni virtuali - che poi si dovrebbero ripercuotere sul rappresentato reale in qualche modo.

Sono stato contattato, casualmente, per dare opinioni di nessuna importanza ma atte a favorire le discussioni, finzione dell'utenza e sopratutto inserire dei collegamenti che passassero in siti particolari in modo da far prendere i cookies o far partire lettere commerciali... la rete contiene messaggi subliminali che percepiamo durante l'iniziazione saccadica quando avvengono alcuni cambiamenti repentini delle immagini.

Quindi la dipendenza in rete è importante, sta a noi evitarla e se capiamo di stare sulla stessa barca allora potremo darci una mano.

Non ho risposto appieno però fa parte del discorso e comunque c'è un dibattito (ci sarebbe).
Sebbene io sia concorde con il tuo discorso, non riesco a capire come facciano certe persone a preferire la realtà virtuale a quella reale o ancor peggio, costruirsi una seconda (o più) identità per sfuggire a quella reale.
Condivido in parte la curiosità nel cercare nuove persone con cui confrontarsi, scambiare opinioni e magari imparare qualcosa di nuovo...ma perché non farlo anche nella vita vera? Con le persobe che ci circondano ogni giorno..è forse che tali persone si reputano superiori a quelle conosciute, tanto da cercare un confronto più di alto livello? O è forse perché sono capaci di compiere un discorso logicamente compiuto solamente dietro uno schermo?
Questo non riesco a capire...come alcune persone trovino più importante il confrontarsi con nick mai visti e che mai vedranno, piuttosto che provare a parlare con le persone a quattrocchi, cercando d'imparare la gestualità e i toni...ecco dove sta il gusto di un confronto.

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Ti do 2 risposte Raven ed una sarà più soggettiva.

Per alcuni me compreso, non c'è nessuna volontà di incontrare persone o sostanzialmente imparare cose nuove - se accade però sapessi quanto mi piace e qualora ci fossero regressioni è inimmaginabile il dispiacere che ho. Ovviamente mi riferisco a cose che mi sono accadute e probabilmente mi accadranno ancora.

Il punto di partenza è entrare in rete per fare qualcosa che piace e/o sia utile per qualche motivo. Se parlassimo di cucina, a proposito chissà perché non ci sono le fave in scatola in Italia? Se parlassimo di costruzione di quadri tattici, di filtrare segnali o di processi, cicli di vita - chi se ne frega dell'espressione del postatore, immaginati quando si passano notti intere a discutere di qualcosa che piace!

Allora in rete qualcuno va per dibattere di conoscenze sugli argomenti aperti per essere discussi. Quando sali i 5 scalini che ti portano ad essere visto da tutti i presenti, prendi possesso del leggio sai che c'è un scopo, una scaletta (ah ah un piano), robe che tu esporrai ed uno spazio per rispondere alle eventuali domande, farai tutto il possibile perché vada bene, essere pagato e chiamato nuovamente.

La moderazione ha vari compiti tra cui che l'andamento sia regolare ovvero che la libertà d'espressione non sia multilaterale ma strettamente connessa al tema; entro spazi di tempo e durata ragionevoli; mantenga l'etichetta (il cerimoniale); altro

La rete si sforza di portare in se le regole di convivenza che l'umanità s'è costruita nel tempo - infatti quando serve, specie nei siti istituzionali, ci sono sequenze di controllo preordinato prima di postare i messaggi; limiti nel numero di parole; e la netiquette da rispettare.

Ma chi cazzo ti ci viene?... Allora si tolgono i controlli preordinati, quelli sulla lunghezza dei messaggi e si chiude un occhio sulla netiquette.

Allora c'è trolling, stalking e le denunce per danno biologico vanno su esponenzialmente che si pensa di togliere l'anonimato on line ed imporre delle strane limitazione della libertà - vedi 911 che produce teorie della cospirazione poi nella realtà i controlli sono diventati esasperanti ci becchiamo dei µRem addizionali negli aeroporti (e queste radiazioni non fanno benissimo alla salute).

Ci sono persone che non hanno una vita pubblica, amici o qualsiasi riferimento nella società - per questi internet è l'unica possibilità di vivere.

Ho letto che c'è gente che preferisce internet al contatto fisico, questa gente si relaziona con altri simili in rete, partono attività lavorative per soddisfare i bisogni della comunità internettara.

Sai a chi importa se la rete produce gente psicotica o nevrotica malattie mentali, disturbi della personalità o danni biologici?

Però, Raven, essere migliori, sentirsi migliori e manifestarlo è un po' come la critica che mi è stata fatta sull'uso improprio dei termini, orbo o videoleso e simili.

Che faccio se domani mi accorgo di non riuscire a staccare la spina? E se succedesse ai miei figli?

Quello che non va è l'aggressività e chi non è abituato passa dalla ragione al torto - forse è la stessa cosa questa incapacità di gestire le situazioni quando esse cambiano.

Sono molto d'accordo con te e mi piacerebbe essere più comprensivo verso gli altri.

PS. All'anima delle due risposte! Ah ah! Sarebbero una sul mezzo di comunicazione ed una sulle persone, metodo e merito.

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Raven
Raven
Viandante Residente
Viandante Residente
Ho capito esattamente ciò che intendi dire...ma vorrei soffermarmi sul quanto hai detto rispetto a quelle persone incapaci di relazionarsi e che di seguito, sviluppano tutta la loro vita intorno alla rete costruendosi un lavoro e quant'altro intorno ad esso.
Tali soggetti, una volta varcata quella sottile linea che divide normale gestibilità ed ingestibilità, non sapranno nemmeno più fare cose semplicissime come uscire di casa per far la spesa?
Quel che vorrei chiedere è...ma una persona non riesce a capire che la rete è un mondo (si con delle regole) di fantasia? Dove non si saprà mai la verità di un nick?
A me piace conoscere le persone, non per farmi i cavoli loro...ma perché solo così si può tenere la mente allenata nell'affrontare una discussione o un dibattito.
Il mio lavoro di rappresentante, mi spinge a capire atteggiamenti di una persona in modo da capire se sto "vincendo" o meno.
Se dovessi praticare il mio lavoro tramite uno schermo non credo che io abbia la stessa praticabilità di eseguire tale lavoro.
Se mia figlia si rinchiudesse in un mondo dove non ci sarebbero scambi reali...credo che eliminerei i pc da casa mia.

Chiudo cercando di non sembrare ipocrota, a me piace molto utilizzare la rete per confrontarmi in diversi argomenti con gente diversa...ma non scambierei mai una sana combriccola di persone che sbracciano, urlano magari cercando di dire la loro su un qualsiasi argomento.
Utilizzo la rete e i vari forum per svago...e tale credo resterà per sempre.

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Raven ha scritto:Quel che vorrei chiedere è...ma una persona non riesce a capire che la rete è un mondo (si con delle regole) di fantasia? Dove non si saprà mai la verità di un nick?
Il protocollo internet contiene, nel caso nostro oltre i datagrammi che ci diciamo, le informazioni relative alle porte di uscita dell'utente, il nome logico del nodo di comunicazione (il PC) detto Internet Address ed anche l'indirizzo fisico da dove sono usciti i segnali elettrici.

Questa roba viene mascherata (riscritta) dai fornitori del servizio in modo che agli utenti arrivino solo i datagrammi mentre gli indirizzi portano al fornitore del servizio.

Però quello che accade tra i fornitori del servizio che scambiano i nostri dati, la linea di comunicazione ed il servizio di mantenimento/manutenzione della struttura comprende la capacità di identificare tutti gli utilizzatori del servizio.

Se io batto il termine "pedofilo" è certo che per un certo periodo, io, e tutti quelli che leggeranno questa scritta (accedendo alla pagina) verranno tracciati per verificare eventuali responsabilità nella rete clandestina della pedofilia. Il fatto che noi si possa fornire informazioni alla polizia postale è solo per by-passare la procedura di controllo automatica (detta unmanned ossia senza operatore).

L'anonimato online è un grosso problema sociale per l'uso che l'utenza ne fa perché gli unici a non sapere in modo immediato con chi parla è l'utente altrimenti si conoscono dettagli impensabili di noi tutti per scopi commerciali, sicurezza nazionale e un po' per ordine pubblico e illeciti sulle persone.

Non appari ipocrita assolutamente. Considera che in rete, se fatto bene, si annullano i tempi e gli spazi ed agli argomenti viene data la rilevanza che meritano - qui da qualche parte ci sono delle opere interessanti una delle quali di un utente Royal sulla massoneria poi non se s'è preso il berluscolio di ricino e se ne andato via.

In effetti mi sono trovato ad avere simpatia per utenti che non ci sono più ma con cui non ho scambiato nemmeno una parola.

Ogni tanto mi rompo il cazzo e penso di buttare in arie il mazzo di carte e fare qualcosa di reale, con le persone vere - questo quando noto le realtà improbabili dell'utenza.

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biba
biba
Viandante Mitico
Viandante Mitico
@ Sergio: solo 5???? siamo rovinati allora Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) 214252 
Per quanto riguarda il discorso su quello che facciamo nella vita reale, confesso che, al lavoro, dovendo attenermi (come tutti del resto) ad un atteggiamento serio ed impostato, approfitto del libero arbitrio del web per dare sfogo al mio lato più giocoso, ma la cosa che mi preoccupa maggiormente è che spesso ho una percezione del tempo che passa, totalmente distorta rispetto alla realtà e mi rendo conto che mezz'ora o un'ora non mi bastano. Però, nel mio caso, avendo avuto un' infanzia ed un'adolescenza lontane da queste cyber-relazioni, credo di sapermi/potermi limitare come e quando voglio.. (credo?)

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Questo branco di segaioli. Questi maniaci della pippa. Sono loro che hanno ucciso il Betamax Sony. Che hanno sancito il trionfo del VHS sulla tecnologia Beta. Che si sono portati a casa la prima, costosa generazione di Internet. Che hanno reso possibile l'idea stessa del web. Sono i loro soldi malinconici ad aver pagato per i server. Sono stati i loro acquisti di pornografia online a far crescere le tecnologie di compravendita, tutti i firewall e i sistemi di sicurezza che permettono a eBay e Amazon di esistere. Sono stati questi segaioli solitari che, votando a colpi di cazzo, hanno fatto vincere il Blu-ray sull'HD nella lotta per la tecnologia di alta definizione dominante a livello mondiale. "Early Adopters" li chiama l'industria dell'elettronica di consumo.
Loro e il loro patologico isolamento. La loro incapacità di costruire legami emotivi.
È la verità.
Questi segaioli, questi malati di pippa, sono loro ad aprire il cammino per noialtri. Quello che li fa sborrare deciderà quello che un milione di vostri figli vorranno il prossimo Natale. (Chuck Palahniuk, "Gang Bang")

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biba
biba
Viandante Mitico
Viandante Mitico
Questo vale anche per quello che mangiamo, per quello che indossiamo e per come arrediamo la nostra casa. Questi sanno benissimo che se non hai il nuovo Samsung, l'ultimo Suv, o le mutande di Calvin Klein, per le persone che ti circondano, non sei/vali niente. Loro lavorano sulle pappe molli che galleggiano nei cervelli  di molti e se non ti compri una Smart e non indossi un paio di Ray Ban, sei fuori.
Tornando alle cyber relazioni, speravo che il pc fosse un qualcosa che ci migliorasse la vita e non che la rendesse un fallimento... dev'essere sfuggito il controllo su qualcosa ( a parte le nostre menti).

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Internet è un prodotto della guerra fredda, se hai visto l'immagine che somiglia alle connessioni sinaptiche come queste che posto di seguito, le trasmissioni sono garantite, sono sicure ed eventuali lancio di missili avrebbe avuto successo. Il dato si trova la via per giungere a destinazione.

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Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) Citta-aurora
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Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) Neuroni_new_ipad_3_hd

DARPA, Defense Advanced Research Projects Agency si costituì dopo il successo di SPUTNIK del 1958 - creo questa rete di comunicazione infallibile che oggi possiamo usare anche noi civili.  

Ci sono più dorsali negli aceani, ogni tanto nel golf persico o nel mediterraneo chissà se i cinesi, terroristi, lavoratori nei mari vicino alle coste oppure gli USA stessi a titolo di verifica troncano anche 3 fibre ottiche ed il sistema funziona perfettamente. Forse non per vedere i film ma per mantenere i quadri tattici si.

Il protocollo usato per vedere i film si chiama multicast (chi conosce UDP, user datagram protocol, deriva da quello), tipo uno parla e più ascoltano - più familiarmente "video streaming". La guerra betamax vhs usava dispositivi magnetici, il nastro magnetico ed il segnale era analogico. Perirono non per la guerra dei protocolli ma per il salto di tecnologia.

Messaggio per Biba, internet H24 per lavorare, leggere libri, consultare enciclopedie, fare video conferenze, parlare al telefono, federe i film o partecipare ai fora non altera lo stato di percezione - sono gli stati ansiosi, le battute sarcastiche inconcludenti, i confronti che non si confrontano - tutta la serie che vale tutta la trasparenza che hanno le persone inutili che palleggiano cacca va evitata - tipicamente gli adolescenti che non brillano o le persone non proprio contente della propria vita. Quei cinque messaggi scambiati - che significa pensare, scrivere e leggere, fanno male a loro ed a chi spera di tirarci fuori qualcosa.

Ma prima di sapere se ti sbagli o meno, taglia, tronca e ignora - tanto poi quando si presentano le occasioni per rivedere le proprie opinioni lo facciamo e ci si ammucchia felicemente.

Semmai ci può essere il problema opposto che è quello di non avere interlocutori ed è un altro tipo di problema o piacere di vedere le cose - ah ah un po' come gli alieni che ogni tanto posti tu - dicevo che è un altro tipo di situazione.

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Tornando alle cyber relazioni il pc non ha reso la nostra vita un fallimento ma ha solamente rivelato quanto fosse fallita da sempre, una sorta di lente che ha messo a (ferro e) fuoco l'ingenuità del nostro crederci soggetti aventi relazioni, dei "dividui" e mai degli individui, delle anarchie di atomi.
Apocalisse liberatoria, realizzazione di quell'impersonalità della liberazione "delle" maschere e non "dalle" maschere solo teorizzata da un Nietzsche. Ma in fondo quando viene meno l'idea di verità, anche il falso perde senso e resta l'accadere insensato.
Certo, non ci siamo che "noi", ovvero un'immenso flusso di esperienze variegate, un unico fiume di immagini che uniscono l'interno e l'esterno. Ma più prestiamo attenzione alla vita degli altri (quali "altri"?) più realizziamo che esiste un solo flusso di esperienza, ancora più ampio e vario di quanto possiamo esserne de-pensati. Solo questo flusso, nè io, nè gli altri, nè le cose, nè il mondo. Solo questa strana successione parallela di sensazioni e di pensieri, questi miliardi di linee di sensazioni e pensieri che si avvolgono, si compenetrano e convergono nell'istante.

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Lo vedi che ce n'è per tutti! Tu ne parli con poesia e filosofia, anche io occasionalmente lo faccio si sarà notato, ma più a fondo e con pragmatismo vedo la concentrazione in un unico punto decisionale tutto ma proprio tutto ciò che serve per eseguire un'operazione - dalla più banale, ad un intervento chirurgico al mantenimento della sicurezza nazionale reagire ad un attacco terroristico, etc.

Qualcuno ha lavorato e lavora perché tutto questo sia possibile, direi anche la denigrazione.

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Già. Di certo si apre una nuova configurazione, quella che Pierre Levy chiama l'avvento della conoscenza collettiva (connettiva) sulle pretese totalizzanti di un sapere organico.
Ovviamente lo spazio in cui ci si dovrà situare ( o lo si è già) sarà uno spazio alla Moebius, in cui l'interno passa all'esterno e l'esterno all'interno. Ma non soltanto perché lo spazio virtuale sfrutta le onde dello spazio fisico. E' molto più profondo. Si dice normalmente: l'informazione informa su una realtà. Per questo deve essere possibile distinguere tra la carta e il territorio.

Ma oggi il territorio principale è l'insieme delle carte e dunque il passaggio dall'interno all'esterno e dall'esterno all'interno non avviene più soltanto nello spazio fisico, avviene nello spazio ontologico, per così dire, della realtà della rappresentazione. Di qui l'accenno alla liberazione "delle" e non "dalle" maschere.
La realtà passa continuamente nella rappresentazione, e la rappresentazione diventa continuamente la realtà stessa. In ciò risiede la difficoltà con cui ci dobbiamo confrontare. In un certo senso è stato sempre così, perché, beninteso, non c'è realtà al di fuori del linguaggio, della cultura che la pone. Ma oggi è diventato assolutamente evidente: non è più il risultato di argomenti filosofici, è una cosa che possiamo vivere, al limite, tecnicamente e socialmente, ogni giorno.

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
C'è piena consapevolezza di ciò che dici, lo è sempre stato dal momento che l'abbiamo capito la prima volta. Della realtà tutto ciò che viene catturato da sensori e si tratta del 100% degli eventi che accadono, è affetto da un errore di misura di cui si tiene conto con la matematica statistica attraverso il calcolo dell'errore quadratico medio e l'elaborazione stessa di questi errori, nel caso di più sensori che partecipano alla stessa misura, avviene attraverso la varianza, la distanza statistica ed altro ovviamente.

Noi esistiamo con i più o meno, i circa e con la probabilità che gli eventi cadano all'interno di una fascia di valori piuttosto che all'interno di un'altra.

Quello che gli umani tecnici fanno per elaborare questi dati è quello che più si avvicina alla verità vera ed è impossibile farlo senza onesta, rigore e la correzione degli errori. Vuoi dire cosa e chi biblico be', Luce, Lucifero, Illuminati - le conquiste fuori dal paradiso.

Quello che accade da parte dei mercanti dell'informazione, della tecnologia stessa, della manipolazione poetica e filosofica (tengo a precisare che non è il caso tuo ovviamente, io parlo con te, non nego quello che dici ma spero di valorizzarlo con ciò che dico). Le divinità.

Ai tre poteri degli Stati, legislativo, esecutivo e giudiziario man mano che si sono scoperti si sono aggiunti la stampa, la televisione e la pubblicità che rispettivamente sono 4°, 5° e 6° potere e adesso c'è internet il settimo potere.

Perché si chiamano potere? Qual'è la destinazione d'uso? Oppure quanti obbiettivi può soddisfare un potere? Il giusto termine è la mercificazione con i suoi investimenti e sopratutto quando i valori possono essere aumentati sulla base della richiesta allora la avviene l'inflazione e deflazione della verità - che invece è un punto di osservazione, interpretato e manipolato all'uopo.

Ora se tu ed io ci lanciassimo la cacca per 500 pagine (non lo fare Aleister, ah ah, non con la cacca per lo meno) stai sicuro che verremo elogiati come fedeli e assidui postatori del sito, premiati e onorati - non certo per la cacca ma se la cacca aumenta i contatori allora c'è chi la confezionerà perché venga presentata meglio rispetto alla concorrenza della stessa merda.

Possibilmente si leggesse il messaggio incastonato o perlomeno il senso di quello che ho scritto - non dico a te ma alla comunità.

Intanto Lyndon LaRouche dice che dietro lo shutdown e la frode del tetto sul debito americano c'è l'ordine di Wall Street per Obama di sabotare la legge Glass-Steagall, aveva predetto il casino in Europa qualche anno fa ed io l'avevo postato in giro. Leggetele nelle ultime notizie le robe di questo signore, del giorno, settimana o mese è sempre un uomo giusto per me.

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Altra cosa terribile! Nei posti internettari come questo il tempo non esiste, forse solo la sequenza dei messaggi da l'idea che il tempi passa.

Noi però no! Abbiamo perfino il tempo di cambiare idea, andare via, in alcuni casi pensare all'eredità digitale in caso di morte per i pensieri incompiuti che vorremmo andassero avanti.

Viene voglia di postare in tanti siti la stessa cosa per poter restare connessi, non perdere il filo come quando mi svegliavo la notte e buttavo giù un pezzo di algoritmo sul notebook che ho sempre sul comodino. La frenetica rincorsa che la mente fa ed ogni tanto tocca punte estreme di conoscenza altre volte non se ne accorge delle soluzioni che ci sono proprio li vicino.

Poi si viene accusati di classismo, di incapacità dialettica o di non avere una cultura sufficiente - non deve importare mai questo finché esistono persone che capiscono ci sono sempre altrimenti la società non si sarebbe potuta evolvere.

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Aleister
Aleister
Viandante Storico
Viandante Storico
Analisi lucida e puntuale la tua, sia nella pars destruens che in quella construens del contesto. I passaggi inerenti il rapporto tempo, connessione, libertà sono appunto declinazioni di quella conoscenza collettiva, universale ma non totalitaria cui accennavo riferendomi a Levy. Che non a caso utilizza la metafora dell'arca di Noè per indicare appunto la tramontante configurazione di sapere unitario totalizzante incapace di reggere il diluvio digitale. La metafora di Noè esprime l’essenza della totalità, in quanto l’arca è una sola e il nuovo mondo si sviluppa unilateralmente dai discendenti dei passeggeri di quel viaggio. Nella fase attuale invece ci sono innumerevoli arche, ognuno si trova nella sua a navigare nel caotico universo informazionale in cui ci troviamo e non solo, ma tutti possiamo interagire tra noi, possiamo comunicare e possiamo insieme programmare la nascita del nuovo mondo.

"L’universale della cybercultura è anche sprovvisto di un centro oltre che di linee direttrici univoche. E’ vuoto, senza contenuto specifico. O meglio accoglie in sé tutti i contenuti perché si limita a mettere in contatto un punto qualsiasi con un qualsiasi altro, qualunque sia il peso o il valore semantico delle entità messe in relazione." (P. Levy, Cybercultura)


Risulta evidente che la rete non è equamente suddivisa tra le popolazioni e le lingue del mondo, a causa delle sovrastrutture non tutti i Paesi possono permettersi un accesso di massa ad Internet, e allo stesso modo tutti possono notare la quasi totale supremazia dell’inglese rispetto alle altre lingue. La gran parte del contenuto della rete è costituito da siti creati nell’Occidente, in particolar modo in America. Ma ciò è dovuto a una serie di problemi esterni, sicuramente molto significativi, ma non determinanti per tracciare l’essenza della cybercultura. Così com’è concepita oggi, la rete permette a ogni persona di accedere a determinate informazioni o di immettere essa stessa quelle che desidera. In questo senso possiamo parlare di una realtà universale, che fornisce a tutti uguali possibilità d’accesso, ma nello stesso tempo in modo non totalitario. I mezzi di comunicazione che conoscevamo prima dell’avvento del digitale sono in questo senso molto più totalitari, ad esempio la radio o la televisione impongono un determinato argomento senza offrire la possibilità di replicarvi.

I messaggi che hanno più valore nel cyber-spazio sono quelli che aiutano a trovare dei riferimenti, a orientarsi, quelli che hanno meno valore sono quelli che aumentano la massa senza dare visibilità o trasparenza alle conoscenze disponibili. Vediamo il Word Wide Web, che è un caso molto interessante. Se metti un documento sul Word Wide Web, fai due cose insieme: primo, aumenti l'informazione disponibile, ma in secondo luogo, fai anche un'altra cosa: con i nessi che stabilisci tra il tuo documento e l'insieme degli altri, offri al navigatore che arriverà su quel documento il tuo punto di vista. Quindi non soltanto aumenti l'informazione, ma inoltre offri un punto di vista sull'insieme dell'informazione. Il Word Wide Web non è quindi soltanto una enorme massa di informazione, è l'articolazione di migliaia di punti di vista diversi.

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galadriel
galadriel
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Non sono poche le persone che hanno sviluppato una vera e propria dipendenza da social network, anche se a parole ne sono tutti fuori.
Il fenomeno è tanto diffuso che è nato un programma per combatterlo.
Robert Morris e Dan McDuff, due dottorandi americani, si sono resi conto di trascorrere oltre 50 ore la settimana sui vari social network, hanno così deciso di ideare una cura per eliminare la dipendenza.
Ispirandosi agli studi di Pavlov sul riflesso condizionato, hanno creato il "Pavlov Poke", ovvero un sistema che procura una scossa elettrica (fastidiosa ma non dolorosa) ogni volta che il sistema rileva che si sta passando troppo tempo su Facebook. In questo modo si perderebbe l'abitudine di navigare sui social network senza un apparente motivo.
Se la scossa non dovesse bastare, il software prevede la possibilità di ricevere la telefonata di un perfetto sconosciuto che rimprovera animatamente.
Alluncinante ma vero.

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SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Word Wide Web ovvero "la parola largo la rete" - vale quanto pesa questa composizione che sembra un errore di battitura per World Wide Web, Google è la realtà aumentata.

Io sono per l'inglese anche se mi fa impazzire non riuscire a distinguere con una parola l'autorevolezza dall'autorità, mi piace la prima e nego la seconda al punto di rimetterci.

Il ciclo è stato oralità, ideogrammi, alfabeto, mass media e ciberspazio. Entrando nel ciberspazio si perde contato con la fisicità anzi produciamo endorfine direttamente da lì.

Ma allora cosa non va? In salotto i bambini che danno fastidio vengono distratti e trattati col livello appropriato di intesa, le culture diverse si incontrano in punti preposti per il contatto.

I siti tematici sono altamente specializzati, la sora Lella che si registra per parlare della cottura della tagliata, gli si resta sullo stomico sentire parlare del filet mignon al roquefort.

In altri una tizia che leggeva Due Più a 16 anni per passare un'ora senza guardare telenovele leggerà che non esiste il punto G e si chiederà se negare che gode bene lo stesso.

Questo polimorfismo culturale disadattato è un figlio imprevisto dell'industria della cultura ed il condizionamento ambientale eppure il sapere diventa saggezza dopo l'integrazione di specializzazioni.

Vedi quello che dice galadriel, che mezzi impensabili vengono usato per liberarsi dalla dipendenza in rete, impensabili da chi ha controllo di se e di ciò che lo circonda. La brutta notizia è che sono tanti.

Se sono tanti allora l'industria della cibernetica produrrà ciò che serve affinché questi dipendenti appaiano felici, migliori e giusti. Come il mercato che insieme al prodotto vende sostenibilità per l'immagine.

Pertanto siamo noi che dobbiamo isolare, reprimere e ignorare le provocazioni, in modo tale da non avere motivo di dover correggere ansie o altre patologie - non la scossa o la telefonata ma le procedure.

Siamo ad un passo dal dispositivo tipo google glass che mette a disposizione tutto a tutti e senza privacy dire "frocio" o "negro" potrebbe significare uscire da qualche club o proprio dalla comunità.

Non so se è un male so che devono togliere l'attaccamento al prodotto sulla base del mercato e usare metodi focalizzati al miglioramento del valore relativo alla Felicità Interna Lorda... babbabia!

22
Raven
Raven
Viandante Residente
Viandante Residente
Bene...abbiamo capito tutti che si può diventare dipendenti dal web e da tutte le sue diramazioni (social network, forum, bolg e quant'altro si voglia aggiungere)...
Ma ora vorrei, scusate in anticipo la mia curiosità, capire come e se è possibile accorgersi di tale dipendenza.
Se è possibile e come, poter aiutare una persona ad attenuare tale dipendenza.
Ne sono curioso perché, nel caso mi capitasse, , essere avvantaggiato farmi trovare pronto per combattere questa cosa, soprattutto se vedessi un mio familiare in tali circostanze.

Credo che sia giusto usare internet nella vita, qualunque sia il motivo...ma credo anche che trattandosi di una mutabile dipendenza, si debba limitarla.

23
SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
Abbiamo capito cosa è, non siamo certi come avviene. Io navigo pesantemente, tutto accade in intranet, internet, video conferenza e uffici virtuali - persone che partecipano ad un determinato progetto dal Canada, Australia, Emirati Arabi e nello stesso istante preparano la documentazione da emettere formalmente per enti governativi - quella dipendenza è indispensabile in quanto cosi si espleta la propria attività lavorativa.

Abbiamo tentato di capire cosa fa diventare "scemi" alcuni utenti al punto da aver bisogno di supporto specifico. S'è pensato l'età, il livello culturale (l'ansia di apparire quello che non si è), noie, etc... vediamo interventi mirati a criticare modi di dire, l'educazione o semplicemente le opinione degli interlocutori senza scopi particolari. Il dibattito sta li, senza due opinioni concordanti come per dire "mi sa che è così".

Non ho suggerito nulla perché dipende cosa si fa. La lettura senza coinvolgimenti non dovrebbe avere controindicazioni. Un sedicenne che preferisce la rete ai contatti reali dovrebbe avere problemi - mio nipote di 12 anni dopo cena va su facebook e s'incontra coi compagni di classe, mia nipote di 7 anni su youtube si vede un cartone animato.

Poi si legge di gente che sta 50 ore per settimana, io credo che oltre 5 messaggi al giorno sia relativamente troppo (5 è la media settimanale di 35 messaggi, metti che tra leggere, scrivere si viene coinvolti mediamente mezzora per messaggio ecco che 2 ore al giorno potrebbero essere troppe. Bada che i ragazzi fanno le loro ricerche e se usano google drive hanno tutto in rete - siamo uno dei popoli meno informatizzati tra i paesi più civilizzati.

Inoltre ci sono i giochi, da me vanno in rete con FIFA e altre diavolerie.

La mia esperienza si ferma con l'utenza che in modo maniacale ribatte tutto senza dire molto e penso che già sia qualcosa ma solo perché alcuni hanno manifestato il loro disagio - io devo dire che penso molto a tutto ciò che mi accade solo che anche nei casi limite reali resto distaccato, parlo di vita e morte anche casi estremi.

Raven, esiste in rete materiale molto più qualificato rispetto a queste mie opinioni che serviranno solo a considerare il ragionamento. Forse qui qualche utente avrà studiato a scuola questo problema e potranno postare qualcosa di più autorevole.

24
biba
biba
Viandante Mitico
Viandante Mitico
SergioAD ha scritto:
Messaggio per Biba, internet H24 per lavorare, leggere libri, consultare enciclopedie, fare video conferenze, parlare al telefono, federe i film o partecipare ai fora non altera lo stato di percezione - sono gli stati ansiosi, le battute sarcastiche inconcludenti, i confronti che non si confrontano - tutta la serie che vale tutta la trasparenza che hanno le persone inutili che palleggiano cacca va evitata - tipicamente gli adolescenti che non brillano o le persone non proprio contente della propria vita. Quei cinque messaggi scambiati - che significa pensare, scrivere e leggere, fanno male a loro ed a chi spera di tirarci fuori qualcosa.

Ma prima di sapere se ti sbagli o meno, taglia, tronca e ignora - tanto poi quando si presentano le occasioni per rivedere le proprie opinioni lo facciamo e ci si ammucchia felicemente.

Semmai ci può essere il problema opposto che è quello di non avere interlocutori ed è un altro tipo di problema o piacere di vedere le cose - ah ah un po' come gli alieni che ogni tanto posti tu - dicevo che è un altro tipo di situazione.
Mi impegnerò Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) 2932105097
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Ma ci tengo a precisare una cosa: io non posto gli alieni Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) 120776312

Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) 2252074096

Non ho problemi a non avere interlocutori, sono abituata a starmene da sola, ho ritmi di vita che a volte mi rendono difficoltoso coltivare relazioni, ed ho anche gusti differenti da molte donne della mia età: molte adorano fare shopping nei centri commerciali o farsi le unghie arabescate...io amo andare in mtb sadness 
Su internet è la stessa cosa, apro topic che sono quasi certa non vengano graditi da nessuno o quasi (mi meraviglio per il rock FIGO  credevo che i rockers fossero in estinzione).
Tu, Sergio, sei molto differente da come sei nella vita reale?

25
SergioAD
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Viandante Storico
Viandante Storico
No! La differenza sono gli impegni, le responsabilità, ah ah aspetta! Ma che significa essere diversi nella vita reale?

Se sono matto? Lo sono stato - per esempio saltare i scalini uno in più fino a nove; attraversare un peschereccio in moto; saltare sui tetti; fare tarzan sulle palme (s'è rotta e ho fatto un volo di 4 metri); basta così ah ah; pantomimica e musica per strada (agratisse); poi c'è tutta una serie di bizzarrie come dormire da soli la notte chiusi a chiave nell'aeroporto di Rovaniemi; essere pisciato addosso dal leone; attraversato la strada una tigre; rincorso da un mucca in india; incontro con un paio di grossi cetacei da cagarsi sotto - storie incredibili e salvataggi da reporter.

Insomma sono il tizio che si sveglia nelle sale d'aspetto e chiede al vicino se ha russato forte - filmo la gente strana che incontro vedi se questo è normale -

Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) Gaudi10

Regalo a mio figlio (anni fa)
Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) Alex10

Tiè, mi ricordo gli odori e quello che pensavano mentre li ho fotografati.
Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) Univer15

C'è qualche centinaio di giga tra foto e video, questi erano kinka e miguel con mio figlio - ne ho caricate poche e quelle che apparivano prima.
Utilizzo Patologico di Internet, Dipendenza da Internet e Dipendenza Ciber-relazionale ( o dipendenza da social network) Migkin10

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