All'interno del bunker, Hitler si avvia verso la sua fine.
E lascia ai posteri il manifesto del suo "umanesimo".
Dialogo durante la cena
Hitler: Sulle sue spalle graverà una enorme responsabilità, dovrà ricostituire da zero le nostre forze aeree. Troppe persone hanno sbagliato dovrà essere implacabile.
La vita non perdona alcuna debolezza. Il cosiddetto senso di umanità...è una chiacchiera dei luridi porci. Indulgere alla pietà è un peccato mortale!
Io dico che chi mostra pietà verso i deboli tradisce le leggi di natura.
Goebbels: I forti possono trionfare solo dopo aver estirpato i deboli.
Hitler: Personalmente, per obbedire a questa legge di natura, mi sono sempre vietato di provare la minima compassione per chiunque. Ho affrontato ogni resistenza interna nel Reich con la brutale, fredda decisione con cui ho stroncato ogni reazione dei popoli stranieri assoggettati.
Non è possible fare altrimenti.
Le scimmie ad esempio. Colpiscono a morte qualunque altra scimmia sia estranea alla loro comunità.
E quello che è giusto per le scimmie deve essere giusto, in linea di massima, anche per gli uomini.
Dialogo tra Adolf Hitler e Albert Speer
Hitler: Dovunque il nemico riesca ad arrivare, dovrà trovare soltanto terra bruciata.
Speer: È una condanna a morte per il popolo tedesco. Senza elettricità, senza gas, acqua corrente, carbone, trasporti, senza ferrovie, canali, moli, dighe e locomotive. Perché vuole distruggere tutto? Il nostro Paese ritornerà nel Medioevo. Con questo ordine, toglie al popolo qualunque possibilità di sopravvivenza.
Hitler: Se perderemo la guerra avrà poca importanza che scompaia anche il popolo tedesco. Nel momento attuale non ha senso farsi scrupolo di non distruggere quello che serve ad assicurare la sopravvivenza alla popolazione civile; al contrario è giusto che noi stessi distruggiamo tutto. Questo popolo si è dimostrato un popolo debole ed è una precisa legge di natura che tutte le creature più deboli siano destinate a scomparire.
Speer: Ma è il suo popolo. Lei è il Führer.
Hitler: Quelli che sopravviveranno a questa guerra saranno gli individui peggiori poiché i migliori sono già tutti caduti.
Se la guerra è persa, non mi importa che il popolo muoia. Non verserò una sola lacrima per loro. Non meritano nulla di meglio.
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E ora vediamo il pensiero di Nietzsche circa "il sacrificio dei deboli":
Nietzsche sosteneva una concezione evoluzionistica applicata all’uomo, secondo la quale il genere umano deve progredire verso il superuomo attraverso la selezione dei migliori e l’eliminazione dei deboli e, pertanto, accusava il cristianesimo di essere uno pseudoumanesimo, che si opponeva alla vera (vera secondo Nietzsche) filantropia, proprio per avere sempre difeso ogni uomo, nessuno escluso.
"I deboli e i malriusciti devono perire, questo è il principio del nostro amore per gli uomini. […] Che cos’è più dannoso di qualsiasi vizio? Agire pietosamente verso tutti i malriusciti e i deboli — il cristianesimo" (Nietzsche: L’anticristo)
"L’individuo fu considerato dal cristianesimo così importante, posto in modo così assoluto, che non lo si poté più sacrificare, ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani" (Nietzsche: Frammenti postumi 1888-1889, vol. VIII, tomo III)
"Davanti a Dio tutte le “anime” diventano uguali; ma questa è proprio la più pericolosa di tutte le valutazioni possibili! Se si pongono gli individui come uguali, si mette in questione la specie, si favorisce una prassi che mette capo alla rovina della specie; il cristianesimo è il principio opposto a quello della selezione. Se il degenerato e il malato devono avere altrettanto valore del sano […] allora il corso naturale dell’evoluzione è impedito. […] Questo amore universale per gli uomini è in pratica un trattamento preferenziale per tutti i sofferenti, falliti degenerati: esso ha in realtà abbassato la forza, la responsabilità, l’alto dovere di sacrificare uomini. […] La specie ha bisogno del sacrificio dei falliti, deboli, degenerati; ma proprio a questi ultimi si rivolse il cristianesimo […] che cos’è la virtù e l’amore per gli uomini nel cristianesimo, se non appunto questa reciprocità nel sostegno, questa solidarietà del debole, questo ostacolo frapposto alla selezione? La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie. […] È questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga sacrificato» (Nietzsche: Frammenti postumi, p. 258).
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Mai sottovalutare le idee.
Le idee, nel bene e nel male, hanno una loro forza.
E sono le idee a creare, poi, la storia degli uomini.