Il mondo virtuale che invade le nostre vite pone una serie di nuovi problemi: il più grave è quello della sindrome della playstation.
Prendi un giochino, lo metti nella macchina e vivi le emozioni che ti trasmette.
Poi lo riponi sullo scaffale e prendi un altro giochino.
E se un giochino "non ti emoziona più" lo porti al negozio e lo cambi per uno nuovo.
Ora, questo va bene per i giochini.
Il problema degli internauti (coloro che vivono sul web e di web) è che traslano la logica emozionale del rapporto coi giochini, anche nella logica delle relazioni con le persone.
Soluzioni?
L'unica soluzione è la presa di coscienza individuale: veniamo incoraggiati a "disintossicarci" dal digitale e rafforzare il senso della realtà, a trascorrere dei periodi in ambienti in cui l'uso dei dispositivi elettronici è bandito.
E, tuttavia, a volte la "sindrome della playstation" è una sindrome voluta e ricercata.
Quando si vuole mantenere il proprio potere sulle persone e farle giostrare a nostro piacimento come fossero giochini del cazzo, da prendere, usare e riporre nello scaffale quando più ci fa comdo. Mischiandole sapientemente con altri giochini.
Risulta evidente che una persona con un minimo di cervello, come minimo, si rompe i coglioni.
Prendi un giochino, lo metti nella macchina e vivi le emozioni che ti trasmette.
Poi lo riponi sullo scaffale e prendi un altro giochino.
E se un giochino "non ti emoziona più" lo porti al negozio e lo cambi per uno nuovo.
Ora, questo va bene per i giochini.
Il problema degli internauti (coloro che vivono sul web e di web) è che traslano la logica emozionale del rapporto coi giochini, anche nella logica delle relazioni con le persone.
Soluzioni?
L'unica soluzione è la presa di coscienza individuale: veniamo incoraggiati a "disintossicarci" dal digitale e rafforzare il senso della realtà, a trascorrere dei periodi in ambienti in cui l'uso dei dispositivi elettronici è bandito.
E, tuttavia, a volte la "sindrome della playstation" è una sindrome voluta e ricercata.
Quando si vuole mantenere il proprio potere sulle persone e farle giostrare a nostro piacimento come fossero giochini del cazzo, da prendere, usare e riporre nello scaffale quando più ci fa comdo. Mischiandole sapientemente con altri giochini.
Risulta evidente che una persona con un minimo di cervello, come minimo, si rompe i coglioni.