Quali sono le cause nella nostra società, i motivi profondi ed inconsci per cui questi bambini amati, accuditi, estremamente seguiti si possono trovare in una situazione di annullamento estremo, uccisi dalla propria madre?
La psicoterapeuta Marinopoulos nel libro “Nell’interno delle madri”, frutto di un lungo lavoro con madri in attesa, dice che essere madre non è un dato biologico e che un figlio deve essere pensato, ma sottolinea che non si concepisce un bambino senza un contesto di attesa affettivo e all’interno di una speranza di progetto parentale, dice anche che l’istinto materno non basta.
Anzi aggiungeeri: non esiste.
Ognuno di noi più o meno coltiva la convinzione radicata e rassicurante che l’amore materno sia innato. Ne siamo talmente certi che quando nasce un bambino diamo per scontato che la madre debba essere felice e debba sapere come affrontare il nuovo ruolo a breve e lungo termine.
Al contrario la maternità, pur partendo da dati biologici che la sorreggono, è fondamentalmente un processo di apprendimento che si costruisce nel tempo, all’interno di una relazione che risente dell’ambiente e della cultura di appartenenza.
La nascita di un bimbo è un avvenimento complesso da un punto di vista fisico, psichico e sociale. La madre, oltre all’immagine del figlio, deve costruire dentro di sé anche una propria immagine rinnovata che inglobi la sua nuova condizione, deve dare un nuovo significato alla propria identità. Non è solo un cambiamento organizzativo, è un cambiamento psichico, che riguarda l’organizzazione delle emozioni e dei processi di pensiero.
Se qualcosa non funziona alla nascita di un figlio possono insorgere paure dall’esito drammatico. Nel primo sguardo che la madre dà al figlio dopo la nascita c’è il riconoscimento reciproco. A volte però questo riconoscimento non avviene e il bambino appare alla madre come un alieno con cui non si ha interesse a comunicare. Altre volte, al contrario, il riconoscimento è fortissimo, ma intriso di angoscia poiché la madre non tollera emotivamente che il figlio possa ora essere staccato da lei,dopo che per tanto tempo l’aveva sentito totalmente parte di sé. Altre volte ancora la madre viene sopraffatta dal senso di inadeguatezza e inizia il rapporto col figlio all’insegna di gravi ansie depressive.
In tutto ciò giocano un ruolo molto importante il padre e il contesto familiare. Infatti la madre, per poter contenere il bambino nella propria mente, deve a sua volta essere contenuta attraverso l’ascolto empatico e il riconoscimento del suo ruolo: solo così l’esperienza della maternità può essere integrata nella personalità ed acquisire senso.
Purtroppo non sempre l’ambiente è in grado di cogliere i segnali del disagio. La convinzione che una nascita non possa che dare gioia fa vedere tutto in modo stereotipato e impedisce di vedere l’angoscia tenuta per sé o l’anaffettività o l’aggressività più o meno celata. Dietro gli infanticidi c’è sempre l’impossibilità di far conoscere i propri veri sentimenti e un’infinita solitudine, anche se i contesti possono essere i più disparati e perfino la motivazione può cambiare.
Io la vedo così. Voi?
Cosa secondo voi rende una madre assassina?
Come la giudicate?
La psicoterapeuta Marinopoulos nel libro “Nell’interno delle madri”, frutto di un lungo lavoro con madri in attesa, dice che essere madre non è un dato biologico e che un figlio deve essere pensato, ma sottolinea che non si concepisce un bambino senza un contesto di attesa affettivo e all’interno di una speranza di progetto parentale, dice anche che l’istinto materno non basta.
Anzi aggiungeeri: non esiste.
Ognuno di noi più o meno coltiva la convinzione radicata e rassicurante che l’amore materno sia innato. Ne siamo talmente certi che quando nasce un bambino diamo per scontato che la madre debba essere felice e debba sapere come affrontare il nuovo ruolo a breve e lungo termine.
Al contrario la maternità, pur partendo da dati biologici che la sorreggono, è fondamentalmente un processo di apprendimento che si costruisce nel tempo, all’interno di una relazione che risente dell’ambiente e della cultura di appartenenza.
La nascita di un bimbo è un avvenimento complesso da un punto di vista fisico, psichico e sociale. La madre, oltre all’immagine del figlio, deve costruire dentro di sé anche una propria immagine rinnovata che inglobi la sua nuova condizione, deve dare un nuovo significato alla propria identità. Non è solo un cambiamento organizzativo, è un cambiamento psichico, che riguarda l’organizzazione delle emozioni e dei processi di pensiero.
Se qualcosa non funziona alla nascita di un figlio possono insorgere paure dall’esito drammatico. Nel primo sguardo che la madre dà al figlio dopo la nascita c’è il riconoscimento reciproco. A volte però questo riconoscimento non avviene e il bambino appare alla madre come un alieno con cui non si ha interesse a comunicare. Altre volte, al contrario, il riconoscimento è fortissimo, ma intriso di angoscia poiché la madre non tollera emotivamente che il figlio possa ora essere staccato da lei,dopo che per tanto tempo l’aveva sentito totalmente parte di sé. Altre volte ancora la madre viene sopraffatta dal senso di inadeguatezza e inizia il rapporto col figlio all’insegna di gravi ansie depressive.
In tutto ciò giocano un ruolo molto importante il padre e il contesto familiare. Infatti la madre, per poter contenere il bambino nella propria mente, deve a sua volta essere contenuta attraverso l’ascolto empatico e il riconoscimento del suo ruolo: solo così l’esperienza della maternità può essere integrata nella personalità ed acquisire senso.
Purtroppo non sempre l’ambiente è in grado di cogliere i segnali del disagio. La convinzione che una nascita non possa che dare gioia fa vedere tutto in modo stereotipato e impedisce di vedere l’angoscia tenuta per sé o l’anaffettività o l’aggressività più o meno celata. Dietro gli infanticidi c’è sempre l’impossibilità di far conoscere i propri veri sentimenti e un’infinita solitudine, anche se i contesti possono essere i più disparati e perfino la motivazione può cambiare.
Io la vedo così. Voi?
Cosa secondo voi rende una madre assassina?
Come la giudicate?