Per rifondare un Milan tornato ai livelli dei primi anni ’80, forse ci vorrà un altro Berlusconi. Sicuramente ci vorranno altri giocatori, perché questi anche se danno il massimo, risultano inferiori in modo imbarazzante ad una squadra che sta sì crescendo, ma che non appartiene all’elite europea, e che son certo uscirà ai quarti.
4-1 non ingeneroso, anzi onesto specchio di quel che si è visto in campo, dove a parte un quarto d’ora tra il pari e il 2-1 Atletico si poteva sperare nell’impresa.
Poi, imbarazzante dominio biancorosso, al punto che avrei desiderato che esistesse nel calcio come nel baseball la manifesta inferiorità, oppure il kot della boxe… Nessuno può attaccarsi alla sfigata partita dell’andata. Poche balle, tramortiti e umiliati da una che non entrerà nelle prime quattro d’Europa.
Guardiamo dunque solo al futuro. Che finisca presto questo campionato, e che l’estate ci porti speranza, non sotto forma di fenomeni che le casse del Milan non possono permettersi, ma che non siano più parametri zero scartati, o ex-giocatori. Che si abbia il coraggio di raccogliere i bravi giovani in giro per la B (Fossati, Comi, Strasser, per citarne alcuni), si tengano solo i giocatori di mezza età ancora in grado di dare qualcosa (Montolivo, Abate, Emanuelson, Pazzini per esempio), si sfoltisca la rosa da tutte le mezze seghe e dai mezzi giocatori (Bonera, Muntari, Essien, Mexes ecc), si rinunci ai nomi da mercato, incapaci di essere decisivi (Honda, Balotelli, Robinho), si confinino le vecchie glorie a fare da chioccia (Kakà, De Jong). Se non si farà una rivoluzione, ci aspettano dieci anni di mediocrità.
E’ uno sfogo a caldo. Magari vinceremo le prossime 11 partite tutte per 4-0, e sarò pronto a salvare il 90% della rosa, ma in quel caso sarò poco lucido come adesso. Adesso sono davvero amareggiato, perché un 1-4, così, senza discussioni, perfino generoso, sul campo dell’Atletico Madrid, speravo di non doverlo vedere più.
Abbiati 6: Difficile spiegare come uno che prende 4 pere possa essere sufficiente. Eppure è così. Nessun miracolo (ma i miracoli non sono ordinari) e nessun errore. Preso a pallate.
Abate 5,5: Un paio di buoni cross (in particolare uno per Balotelli). Indietro un paio di disattenzioni su Raul Garcia, ma non tali da creare grandi pericoli. E poi un apporto problematico alla partita, senza nessuno spunto degno di nota.
Rami 5,5: Pronti via e si perde completamente Diego Costa. Idem sul 1-3 di Raul Garcia. Tra questi due episodi topici, è comunque il più credibile della difesa.
Bonera 5: Lui invece è incredibile che possa giocare una Champions. In ritardo ad uscire su Arda Turan che segna il 2-1, bevuto di brutto sul 4-1. Ma è tutta la sua partita che è fatta di inadeguatezza: almeno in tre occasioni gli avversari lo irridono e creano pericoli. E’ un giocatore da Serie B, con tutto il rispetto per la Serie B.
Emanuelson 5: Quando non può spingere diventa un danno. E questa è una di quelle sere. Non è parte negativamente attiva in nessuno dei quattro gol, e corre dall’inizio alla fine, ma a parte un bell’anticipo nel finale con palla a Balotelli, la sua concretezza è uguale a zero.
De Jong 6: Se non fosse per il ritardo con cui cerca di chiudere su Raul Garcia insieme con Rami sul 1-3, sarebbe il migliore in campo, ossia l’unico che non ci sta a passare per giocatore di una squadra scarsa. Lotta e recupera quel che può.
Essien 6: Malinconia di un ex-bel giocatore. Si muove in pochi metri quadri, in evidente assenza di una minima condizione fisica. Anche per questo però non sfigura, perché i palloni che passano dalle sue parti non li perde, a parte il primo, quello che genera il cross del 1-0.
Poli 6: In una posizione che nemmeno lui capisce, si dà comunque da fare, ma non ha i numeri per saltare due giocatori in dribbling e creare superiorità. Più efficace in contenimento, che forse era il piano di partenza, saltato dopo due minuti. La cosa più bella (l’unica bella di tutta la squadra) è il cross che pesca Kakà per il gol.
Taarabt 5: La grande delusione. Non si capisce se stia in centro o a destra, ma dovunque stia non combina nulla, a parte un bel cross per Kakà dopo scambio da corner.
Kakà 5: Sì, ok, segna il gol (facile) del pareggio. Ma sbaglia anche malamente la palla del vantaggio su cross di Taarabt. E per il resto? L’invito per Robinho nel finale, e minuti su minuti di corse a vuoto e palle perse. Se capisse che non è più, e mai più sarà, il Kakà di sette anni fa, potrebbe essere ancora utile. Ma così è uno scempio.
Balotelli 4,5: Due cose buone: l’apertura per Poli che fa segnare Kakà e un invito per Pazzini nel finale che non arriva. Per il resto una partita da calci in bocca, fatta solo di proteste, palle perse, punizioni tirate malissimo, in totale assenza di utilità alla squadra. Il suo dirimpettaio Diego Costa avrà meno numeri, ma sa cosa vuol dire giocare a calcio. Non gli voglio male, ma questo ragazzo ha seri problemi psicologici. Non è uno su cui fondare il Milan di domani.
Robinho 6: A sorpresa si dimostra abbastanza vivo, e poco dopo l’1-3 prende una gran traversa su assist di Kakà. Non sarebbe cambiato niente, però anche questa è sfiga.
Pazzini 5,5: Mezz’ora di nulla. La squadra è sconfortata, e lui non è Ibrahimovic. Quando Balotelli lo invita bene, arriva tardi.
Muntari 6: Sarebbe in realtà da senza voto, ma per quel poco che sta in campo non demerita.
Seedorf: D’accordo, la squadra è quella che è, ci vuole pazienza e ottimismo, e lui può avere la personalità giusta per rifondare il Milan. Però già dopo Udine dicevo che sacrificare il campionato per la chimera di una vittoria a Madrid era una cazzata. E ancor più lo dico ora, quando vedo una squadra semplicemente asfaltata. Non si può considerare Bonera un titolare (Zapata e Mexes hanno fatto male a Udine, ma sono meglio di lui, e perfino Silvestre lo è). Non ha senso far giocare Muntari a Udine e mettere il fantasma di Essien in una partita dove ci vogliono soprattutto polmoni. La posizione di Poli e Taarabt qualcuno me la può spiegare? Cos’era? Un 4-2-3-1 o un 4-3-2-1? Non l’hanno capito nemmeno quelli in campo. Clarence, cerca di creare un’idea di gioco e stai coerente ad essa. Come fece Sacchi. Uscimmo dalla Uefa perdendo con l’Espanyol, ma diventammo quello che lui pensava. Non c’è alternativa. Fuoriclasse non li avrai, quindi crea una squadra come fece Arrigo. Se no è notte fonda.