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Lo Spettro della Separazione e la Base Sicura

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NinfaEco
NinfaEco
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
Secondo Bowlby, perchè un bambino riesca a tollerare il distacco, è cruciale che il genitore costituisca una Base Sicura.
Il genitore, o un altro caregiver, riesce ad esserlo nella misura in cui fornisce risposte coerenti, continue ed appropriate ai bisogni del bambino.
In altre parole, un genitore che ha con il proprio figlio una relazione basata sulla continuità affettiva, sufficientemente solido da resistere agli attacchi e amorevole soddisfa i bisogni del figli ( tra essi la ricerca di sicurezza è ritenuto primario, e non accessorio rispetta ad altri tipi di bisogno), allora il bambino potrà allontanarsi con serenità ed esplorare il mondo, o arrabbiarsi con il suo caregiver, certo che non per questo tale figura sparirà o verrà distrutta.
Si parla in questo caso di attaccamento organizzato sicuro.
Possono esitere stili di attaccamento organizzati e non, sicuri e non.
L'attaccanento insicuro puà essere evitante o ambivalente: nel primo caso, il bimbo non mostra ne turbamento per la separazione be gioia per il ricongiungimento ( cioè minimizza le proprie reazioni affettive); nel secondo invece il bambino mostra poco "spirito di avventura" disagio nella separazione ma anche difficoltà serie ad capire che ci si è ricongiunti ( non si fida ed è in conflitto)ù
L'attaccamento disorganizzato invece può abbracciare un ampia gamma di comportamenti e si caratterizza per la sua "scoordinazione", per il fatto di essere caotico.
La discriminate sono i modelli operativi interni, cioè un alfabeto affettivo e delle norme di comportamento: essi sono comunque presenti e univoci se l'attaccamento è organizzato, assumendo una valenza invaledante se insicuro, mentre non sono riusciti a strutturarsi in modo univoco se l'attaccamento è disorganizzato.

La pappardella precedente mi serve per chiarire bene il presupposto da cui parto per la mia domanda.
In che misura per voi chi ha sviluppato un attaccamento sicuro può tollerare un rapporto di coppia e sopratutto come supererà un lutto?
intendo la morte come la separazione.
Si difenderà dall'amore? sosterà indefinirtamente nella morte?
per voi?
come vi sentite tra l'altro...sicuri...insicuri...in frammenti?
vi ricordate se da piccoli vi sentivati sicuri o il perchè non lo sentivate?

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xmanx
xmanx
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
NinfaEco ha scritto:
In che misura per voi chi ha sviluppato un attaccamento sicuro può tollerare un rapporto di coppia e sopratutto come supererà un lutto?
intendo la morte come la separazione.
Si difenderà dall'amore? sosterà indefinirtamente nella morte?
per voi?
come vi sentite tra l'altro...sicuri...insicuri...in frammenti?
vi ricordate se da piccoli vi sentivati sicuri o il perchè non lo sentivate?
Da piccolo mi sentivo sicuro. Ero inserito in una rete affettiva familiare ampia ed importante. In più vivevo in un ambiente pieno - oseri dire strapieno - di bambini coetanei con i quali condividevo mille avventure. Per me il mondo è un ambiente "pieno"..pieno di affetti, pieno di gente, pieno di positività e di negatività. Non era un ambiente che mi sono cercato...semplicemente ci ero inserito dentro e lo respiravo. Si...posso dire che mi sentivo al sicuro e protetto. Talmente tanto che nella adolescenza era perfino troppo.

Come ci si sente dopo una morte? Sicuramente a pezzi. Un pò disorientato. Con scarsa capacità di reagire. Come stordito da un pugno alla bocca dello stomaco. Un pò senza fiato. Ci vuole un pò di tempo per riprendersi. Poi il dolore rimane. E si riprende il largo....si riprende il viaggio verso l'ignoto. Faccio ancora riferimento al mito di Colombo. Qualcosa c'è per cui vale la pena partire, perchè lo senti, perchè lo sai, anche se nessuno te lo ha detto. Nessuno sa però cosa succederà in mare aperto, nessuno può saperlo.
Ma la voglia di partire...quella nessuno può portarla via.

3
IlDucaBianco
IlDucaBianco
Viandante Residente
Viandante Residente
Sicuramente un individuo che ha sviluppato un attaccamento insicuro avrà maggiori difficoltà nel significare le perdite e nel trasformarsi in conseguenza ad esse.

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