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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
nell'attesa che intervenga uno più qualificato di me, direi che non si possono ipotizzare momenti esatti
se non fittizi.

Il primo baratto, fu un fenomeno economico?...
La proprietà privata è nata molto prima dell'uomo quindi non conta parlarne.
Ce intendi per Istituzione del Governo?... che c'è uno che comanda e gli altri obbediscono?

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Cleden
Cleden
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Lucio Musto ha scritto:

L'umanità dunque, nel suo complesso, sta progredendo verso la socialità, verso il rispetto reciproco, verso la convivenza, verso il sostegno al più debole... verso una mentalità di tipo "anarchico", questa volta inteso in senso vero, cioè della consapevolezza personale di essere uno fra tanti e di non potere e dovere accaparrare per sé stesso tutto quanto accaparrabile ed un qualcosina in più.

Questo guardando in grande; a tutta l'Umanità ed al corso della sua storia.


Ho letto con interesse il tuo post e vorrei dirti, rispetto al quotato, che per avere un quadro della realtà mondiale il più possibile rispondente ai fatti accanto alle evidenze che rilevi tu andrebbero valutati e quantificati anche gli abusi, le violenze, le guerre.
Solo dopo aver confrontato i dati, ammesso che sia possibile raccoglierli, si potrebbe dire se veramente l'Homo progredisca verso la socialità, il rispetto ecc.
Potrebbe essere come dici tu, oppure il contrario, oppure potremmo essere fermi da secoli e secoli, in un difficile equilibrio tra distruzione e costruzione e così ciò che sembra, a te, un progresso, potrebbe essere nient'altro che una maggiore risonanza a livello mondiale, consentita dai media, di concetti da sempre presenti in certa parte di popolazione.

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Cleden
Cleden
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
@ Lucio: faccio riferimento a questo post di PorceDi per spiegarmi meglio, ma il concetto è stato espresso da diverse parti.

PorceDi ha scritto:
Il denaro altro non è che un titolo di debito della banca centrale nei confronti del suo portatore.
Se la banca centrale è espressione dello stato, lo è anche il denaro.
La proprietà privata è garantita e tutelata dallo stato, e non esisteva prima di esso, perché non c'era niente da rubare.
Ti dirò una cosa sconvolgente: il genere umano è vissuto senza stato per la stragrande maggioranza della sua esistenza.
Non vuoi lo stato?
Allora rassegnati a non avere né il denaro, né la proprietà privata.

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
Viandante Storico
shoofly ha scritto:Ma certo che non lo era, la mia era soltanto una (bonaria, s'intende) punzecchiatura per attirare l'attenzione su un altro aspetto del problema.

Quando, infatti, per fare l'esempio a Lucio hai scelto quello della profezia, volontariamente o inconsciamente hai evocato una motivazione che sembra stare sopra tutte le altre, che fa appello ad un senso profondo di "credenza" in un dato (le profezie in questo caso) che si suppone - seppur scherzosamente - abbastanza radicata e presente nella coscienza del proprio interlocutore.

Da qui l'implicazione che quando si crede in qualcosa è molto difficile cambiare idea ed è su questo meccanismo delicato che i potenti di ogni epoca han fatto leva per la propria affermazione personale.

Ho capito quel che intendi, ma non credo sia applicabile a questa discussione, che era appunto impostata in un modo diverso, ovvero: "dato il contesto x (la società attuale) come si potrebbe secondo voi arrivare alla situazione y (società organizzata senza un governo)?". Non mi interessa fare appello alle credenze di nessuno: semplicemente, se si ha voglia di giocare, si gioca, se no pazienza.
Il riferimento alla "profezia" era semplicemente perché Lucio, come altri, hanno semplicemente detto: "la cosa non è fattibile" (riduco al succo). Risposta che non c'entrava con il proposito del gioco stesso - se si vuole ci sono altre discussioni per parlarne, o altre se ne possono aprire (anche se non mi sembra sia interessato a discuterne ulteriormente).


shoofly ha scritto:Secondo me sì.
Per fare qualcosa che cambi le cose bisogna credere in ciò che si fa (io ho usato il termine "fede" non in senso religioso, ché sarebbe stato parziale). Prima di credere bisogna capire a cosa si crede, poi se ne sposano gli ideali. In assenza di chiarezza su ideali, obbiettivi e mezzi non si può andare lontano. Ma a maggior ragione non si parte nemmeno se quel pubblico potenzialmente interessato a cambiare le cose non inizi a credere che questa prospettiva sia possibile.

Quindi si riduceva a: "perché qualcuno faccia qualcosa deve essere convinto che quello che fa sia la cosa giusta e sia praticabile". D'accordo.

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
Viandante Storico
Lucio Musto ha scritto:scusa, ma cosa hanno di "anarchico" le autogestioni scolastiche?...
semplicemente che al posto dei "Capi" tradizionali, presidi, professori e bidelli.
abbiamo altri "Capi" che si chiamano leader, sostenitori, organizzatori eccetera?...

Non ci sono leader nel senso tradizionale del termine, nel senso che non c'è un referente che dice "si fa così" e così viene fatto perché lo dice lui.
Piuttosto ci sono singoli che per interesse possono spontaneamente farsi carico di organizzare, mantenendo comunque una sostanziale parità rispetto agli altri dal punto di vista decisionale. Questo non è in contraddizione con l'assenza di autorità e governo, visto che semplicemente non sono né delle autorità né un governo.
L'autogestione è l'autoorganizzazione dei propositi nelle forme scelte da coloro che vi partecipano.


Esempio: in una società senza governo non c'è un potere decisionale separato e preposto a prendere le decisioni, esiste solo la società nel suo complesso, giusto? Non avere un governo non significa però l'immobilismo più totale (o "agisce" la società nella sua totalità o "non va bene"). Semplicemente qualunque membro della società, con eguale diritto di qualsiasi altro, può proporre e farsi promotore di un problema/proposta/iniziativa. Questo non lo rende un "leader", ma semplicemente lo designa come interessato alla determinata cosa che propone. Essendo interessato, ci sono buone probabilità che si spenda anche per organizzare la discussione e arrivare alla decisione finale - ma a quel punto è la società, o meglio l'insieme di persone coinvolte e interessate a quell'argomento, a stabilire come agire. Il fatto che quella persona abbia proposto il tema piuttosto che un altro non lo rende "leader", e di certo non gli dà più o meno potere decisionale su qualsiasi altra decisione futura - che potrà invece essere portata all'attenzione di tutti da qualsiasi altro.

E' un mutamento non banale di prospettiva, che però è fondamentale.
In una società organizzata su scala gerarchica e autoritaria, solo alcuni si sentono investiti dalla possibilità, dal diritto e dal dovere di promuovere il cambiamento, e questi sono i leader: tutto il resto della società è nella sostanza passiva, ovvero subisce le proposte, salvo rari feedback (proteste organizzate) o una vaga espressione di un proposito, in alcune organizzazioni sociali come quella democratica (voto).
In una società priva di governi e non autoritaria, tutti i singoli hanno un ruolo potenzialmente attivo nel momento in cui sono interessati a ottenere qualcosa - fosse anche solo un tornaconto personale. Questo però non fa di loro dei "leader", semplicemente parte in causa di un processo iniziato eventualmente da loro, ma in cui sono sullo stesso piano con gli altri - il processo può anche iniziare da un singolo, o da un gruppo, ma il potere decisionale è di tutti i componenti dei coinvolti in quel processo.

Se non mi sono riuscita a spiegare, ci riprovo.

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
sai purple credo che il titolo sia sbagliato, o meglio a me interesserebbe questo gioco se si chiamasse "costruisci la tua società migliore" il fatto che sia per forza anarchica lo trovo una forzatura, ossia chi non apprezza l'anarchia non può che esprimersi negativamente, invece parlando di come evolvere la società attuale ognuno nella direzione che trova migliore, forse sarebbe più possibile un confronto sui punti di contatto e sulle differenze, così è fare un'altra tela di ragno come altre qui nella valle in cui gli altri sono sempre "fuori casa"

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
Viandante Storico
Cleden ha scritto:@ Purplebunny sad sad , mio marito, che non vedevo da un mese ed al quale ho raccontato sinteticamente le discussioni sull'anarchia, ha detto che è impossibile che io sia anarchica!

E come può esserne così sicuro? Dovresti saperlo tu, non lui pietra

Cmq, anarchica o no, nel frattempo ho pensato che per migliorare le cose bisogna cambiare il modo di rappresentare il popolo.
Come si può fare affinché tutti siano meglio rappresentati, ma la cosa sia gestibile? Io ho qualche idea, ma credo di aver scritto fin troppe scempiaggini, così intanto lo chiedo a te che hai le idee chiare sull'anarchia BeautyfulSuina


Non ho capito imbarazzo
Intendi modo in cui è rappresentato il popolo nel senso il modo in cui si "dipinge" il popolo, come è raffigurato, o il modo in cui il popolo trova i suoi rappresentanti? Propendo decisamente per la seconda, a senso della seconda frase.
Io non so se sia una risposta accettabile o meno, sensata o meno, ma la mia personale risposta è che perché tutti siano meglio rappresentati, tutti i singoli devono rappresentare sé stessi e non altri che sé stessi, cioè tutti siano liberati dal principio di delega e rappresentanza, ossia dalla rinuncia all'azione in favore della passività.
Le tue idee quali sono invece? A me non sembra tu abbia scritto sciempiaggini di nessuna sorta.
Magari integrandole, le tue con le mie con quelle di altri, ne emerge qualcosa di più completo e interessante.

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
Viandante Storico
lorenzasaita52 ha scritto:Mi scuso subito ma ho dato solo un'occhiata superficiale agl'interventi ma mi kiedo: è così impossibile pensare ad uan società dove se una fabbrica fallisce i suoi lavoratori la prelevano x gestirla insieme? Così impossibile pensare a un modello educativo che si occupi di formare personalità solidali? Così incredibile sognare uan società libera dai vincoli del profitto? Dove qs è sorpassato dalla cooperazione x raggiungere un benessere comune?

Pensare e sognare cose di questo genere non è affatto impossibile, né particolarmente difficile, l'uomo lo fa da sempre.
Il punto era come si potrebbe costruire concretamente, questi o altri punti, secondo le idee di tutti (ovvero come le singole idee potessero integrarsi tra loro per ampliare la visione), abbandonando utopia e ideali astratti e "sporcando" i pensieri con la pratica.

Credo ke tutto questo sarebbe attuabile solo se si riuscisse a mettere a tacere il super io dell'umanità, quel Ns meccanismo interno che Ci obbliga a predominare su ciò che ci circonda...ma è pura utopia: nn si può travestire un lupo d'agnello, perchè gratta gratta sotto c'è sempre il pelo del lupo

Appunto. E' bello ed edificante immaginare una società in cui tutti siano buoni e solidali. Ma partendo dal dato reale che non tutti sono "buoni" e "solidali" (posto che sia possibile definire chi lo è o non lo è, cosa che io non credo) cosa si fa?

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
Viandante Storico
Lucio Musto ha scritto:Ma allargando l'angolo della nostra visuale sulla storia dell'umanità, notiamo senz'altro
la tendenza evolutiva della specie nella direzione di una maggiore solidarietà, si una socialità
più equa, una migliore distribuzione delle risorse.

Non è una tendenza evolutiva, al massimo è una tendenza culturale.
Sono abbastanza d'accordo. Se si guardano in generale le condizioni di vita di una persona di migliaia di anni fa, di cinquecento anni fa e di adesso, per dire, sicuramente c'è una tendenza statistica al miglioramento di molti fattori di cui si possa tener conto (alcuni a discapito di altri, probabilmente).
La tendenza statistica però non significa che questo miglioramento sia egualmente ripartito - e mi sembra un fattore fondamentale.
Inoltre, all'interno di questo progresso culturale il "miglioramento" è legato allo stato sociale (cambiamento da tribù a forme organizzate a stati-nazione, etc.), che non può garantire un progresso infinito, ciascuno per i suoi motivi intrinseci. Il mio punto di partenza era esattamente il fatto (ovviamente contestabile, è una mia interpretazione) che il modello attuale, svuotato come è di significato, sia ormai una facciata e non possa più garantire un miglioramento, soprattutto considerato quanto porti a un miglioramento parziale e non globale - e questo per la sua stessa possibilità di esistenza.

Ogni risultato va conquistato, ogni difficoltà patita e superata, ogni asperità spianata son sudore e sangue.

Appunto.

Saltare direttamente a Bengodi, è pura utopia!

Infatti.

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
Viandante Storico
Cleden ha scritto:DAto che sono un'ignorante in materia vorrei chiedere, sperando che qualcuno abbia voglia di rispondermi, come mai si faccia coincidere la nascita dell'economia e della proprietà privata con l'istituzione del governo, qualsiasi esso sia.
Come si fa ad esserne sicuri?
Ci sono prove che i nostri antenati, ad esempio l'homo erectus che fabbricava utensili ed usava il fuoco, una volta costruito uno strumento non lo considerassero proprio?

Immagino che sia, ma è solo una supposizione, perché intendendo la proprietà privata come un diritto, la si vede possibile solo se è salvaguardata da un'organizzazione sociale gerarchizzata nelle forme anche di un corpo che possa mantenere coercitivamente quel diritto (garanti dell'ordine, polizia).

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
Viandante Storico
BIGbossSTIGAZZI ha scritto:sai purple credo che il titolo sia sbagliato, o meglio a me interesserebbe questo gioco se si chiamasse "costruisci la tua società migliore" il fatto che sia per forza anarchica lo trovo una forzatura, ossia chi non apprezza l'anarchia non può che esprimersi negativamente, invece parlando di come evolvere la società attuale ognuno nella direzione che trova migliore, forse sarebbe più possibile un confronto sui punti di contatto e sulle differenze, così è fare un'altra tela di ragno come altre qui nella valle in cui gli altri sono sempre "fuori casa"

E' una forzatura, sicuramente. Era proprio questo il "gioco". Avendo quel vincolo (società anarchica), come potrebbe svilupparsi una società, guardando però al concreto di quello che è?

Partecipare al "gioco" non significa essere anarchici, semplicemente confrontarsi con il problema posto (i passi per costruire una società anarchica reale e non solo immaginaria).
Esattamente come ad esempio se sei un attore e interpreti la parte di un criminale non significa essere criminale, ma calarsi nel ruolo.

Quanto a "costruisci la tua società migliore" mi sembra semplicemente troppo vago, e credo finirebbe per risultare nella semplice addizione di punti di vista diversi - per quanto interessanti. Se vuoi si può fare, e parteciperei volentieri, ma sarebbe una cosa diversa, credo.

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lorenzasaita52
lorenzasaita52
Viandante Residente
Viandante Residente
purplebunny ha scritto:
lorenzasaita52 ha scritto:Mi scuso subito ma ho dato solo un'occhiata superficiale agl'interventi ma mi kiedo: è così impossibile pensare ad uan società dove se una fabbrica fallisce i suoi lavoratori la prelevano x gestirla insieme? Così impossibile pensare a un modello educativo che si occupi di formare personalità solidali? Così incredibile sognare uan società libera dai vincoli del profitto? Dove qs è sorpassato dalla cooperazione x raggiungere un benessere comune?

Pensare e sognare cose di questo genere non è affatto impossibile, né particolarmente difficile, l'uomo lo fa da sempre.
Il punto era come si potrebbe costruire concretamente, questi o altri punti, secondo le idee di tutti (ovvero come le singole idee potessero integrarsi tra loro per ampliare la visione), abbandonando utopia e ideali astratti e "sporcando" i pensieri con la pratica.

Credo ke tutto questo sarebbe attuabile solo se si riuscisse a mettere a tacere il super io dell'umanità, quel Ns meccanismo interno che Ci obbliga a predominare su ciò che ci circonda...ma è pura utopia: nn si può travestire un lupo d'agnello, perchè gratta gratta sotto c'è sempre il pelo del lupo

Appunto. E' bello ed edificante immaginare una società in cui tutti siano buoni e solidali. Ma partendo dal dato reale che non tutti sono "buoni" e "solidali" (posto che sia possibile definire chi lo è o non lo è, cosa che io non credo) cosa si fa?

Penso sia possibile una cosa sola: educare l'umanità a tenere a freno gl'istinti e le paure...Certo Ci vorranno secoli, ma se pensi ad principio educativo mondiale ke in tt le nazioni educhi sin dai primissimi anni di vita a concetti di coraggio e solidarietà, Forse Ti troveresti in un mondo autogestito senza accorgertene...morti tutti coloro ke nelle attuali società sono stati educati all'egoismo e al possesso...

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purplebunny
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Viandante Storico
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lorenzasaita52 ha scritto:Penso sia possibile una cosa sola: educare l'umanità a tenere a freno gl'istinti e le paure...Certo Ci vorranno secoli, ma se pensi ad principio educativo mondiale ke in tt le nazioni educhi sin dai primissimi anni di vita a concetti di coraggio e solidarietà, Forse Ti troveresti in un mondo autogestito senza accorgertene...morti tutti coloro ke nelle attuali società sono stati educati all'egoismo e al possesso...

Questo credo rientri nel discorso se per iniziare un cambiamento sia necessario che TUTTI siano in quel dato modo x.
Se sì allora certo ci vorrebbero secoli, o meglio un tempo tendente a infinito.
Se no il cambiamento potrebbe essere realizzabile anche in tempi relativamente più brevi, credo.

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lorenzasaita52
lorenzasaita52
Viandante Residente
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purplebunny ha scritto:Questo credo rientri nel discorso se per iniziare un cambiamento sia necessario che TUTTI siano in quel dato modo x.
Se sì allora certo ci vorrebbero secoli, o meglio un tempo tendente a infinito.
Se no il cambiamento potrebbe essere realizzabile anche in tempi relativamente più brevi, credo.

Mah son sempre molto perplessa sulla funzione leaderistica, certo le avanguardie sono fondamentali; ma poi ci dev'essere una consapevolezza collettiva di ciò ke si sta' cambiando altrimenti passate di moda le avanguardie ricade tt nel solito grigiore burocratico...Vedi la fine ke hanno fatto le " grandi rivoluzioni"del xx secolo. Ci vuole l'eternità? Ebbene da lì veniamo e lì andrà l'umanita...Al momento, per creare una coscienza mondiale ci vuol tempo...Un domani kissà, magari basterà infilarsi un casco x fare una pulizia totale di tt il Ns super io

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Cleden
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Viandante Affezionato
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lorenzasaita52 ha scritto:
Mah son sempre molto perplessa sulla funzione leaderistica, certo le avanguardie sono fondamentali; ma poi ci dev'essere una consapevolezza collettiva di ciò ke si sta' cambiando altrimenti passate di moda le avanguardie ricade tt nel solito grigiore burocratico...Vedi la fine ke hanno fatto le " grandi rivoluzioni"del xx secolo. Ci vuole l'eternità? Ebbene da lì veniamo e lì andrà l'umanita...Al momento, per creare una coscienza mondiale ci vuol tempo...Un domani kissà, magari basterà infilarsi un casco x fare una pulizia totale di tt il Ns super io

Ti chiedo per capire meglio: il super-io cui tu fai riferimento sarebbe quello freudiano? Perché se è così non capisco in che modo la sua eliminazione potrebbe migliorare la società, tutt'al più la peggiorerebbe.

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lorenzasaita52
lorenzasaita52
Viandante Residente
Viandante Residente
Si mi scuso molto intendevo parlare dell'Es cioè una struttura totalmente inconscia, che spinge per la soddisfazione delle pulsioni inconsce dell'individuo.Ho confuso i termini

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PorceDi
PorceDi
Viandante Storico
Viandante Storico
Cleden ha scritto:DAto che sono un'ignorante in materia vorrei chiedere, sperando che qualcuno abbia voglia di rispondermi, come mai si faccia coincidere la nascita dell'economia e della proprietà privata con l'istituzione del governo, qualsiasi esso sia.
Come si fa ad esserne sicuri?
Perche a quanto pare vi sono dei tratti comuni all'evoluzione sociale delle culture di tutto il mondo.
La proprietà privata nasce con la coltivazione dei campi e l'allevamento.
Altrettanto vale per la divisione del lavoro e la nascita delle classi sociali.
Bestie, mogli e suppellettili diventano proprietà del partiarca, come i figli che ormai sfama in via esclusiva.
Perciò fa di tutto per assicurarsi che siano suoi.

Ci sono prove che i nostri antenati, ad esempio l'homo erectus che fabbricava utensili ed usava il fuoco, una volta costruito uno strumento non lo considerassero proprio?
Tanto quanto un neanderthal poteva considerare proprio un mammuth appena catturato con la collaborazione dei maschi abili della tribù, e destinato all'alimentazione di tutti.
Per il resto ti ha già risposto purplebunny.

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purplebunny
purplebunny
Viandante Storico
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lorenzasaita52 ha scritto:Mah son sempre molto perplessa sulla funzione leaderistica, certo le avanguardie sono fondamentali; ma poi ci dev'essere una consapevolezza collettiva di ciò ke si sta' cambiando altrimenti passate di moda le avanguardie ricade tt nel solito grigiore burocratico...Vedi la fine ke hanno fatto le " grandi rivoluzioni"del xx secolo. Ci vuole l'eternità? Ebbene da lì veniamo e lì andrà l'umanita...Al momento, per creare una coscienza mondiale ci vuol tempo...Un domani kissà, magari basterà infilarsi un casco x fare una pulizia totale di tt il Ns super io

Non mi riferivo a dei leader, e non parlavo di nessuna "rivoluzione". Mi chiedevo solo se, perché ci sia un cambiamento, la "consapevolezza collettiva" debba essere di TUTTI. Non mi sembra sia così, o non ci sarebbe stata nessuna sostanziale modifica di modelli sociali nel corso della storia: dubito infatti che ci sia un qualsiasi sapere, conoscenza o pensiero che possa essere trasmesso contemporaneamente a tutti. Ci deve essere una base di consenso piuttosto ampia, ma non è neanche necessario sia la maggioranza assoluta degli appartenenti alla società, può essere anche una piccola parte. Il punto, allora, mi sembra raggiungere il "punto di rottura" sociale sufficiente a innescare un cambiamento.

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lorenzasaita52
lorenzasaita52
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Non mi riferivo a dei leader, e non parlavo di nessuna "rivoluzione". Mi chiedevo solo se, perché ci sia un cambiamento, la "consapevolezza collettiva" debba essere di TUTTI. Non mi sembra sia così, o non ci sarebbe stata nessuna sostanziale modifica di modelli sociali nel corso della storia: dubito infatti che ci sia un qualsiasi sapere, conoscenza o pensiero che possa essere trasmesso contemporaneamente a tutti. Ci deve essere una base di consenso piuttosto ampia, ma non è neanche necessario sia la maggioranza assoluta degli appartenenti alla società, può essere anche una piccola parte. Il punto, allora, mi sembra raggiungere il "punto di rottura" sociale sufficiente a innescare un cambiamento.[/quote]

Quanto dici mi fa' venire in mente la grande rivoluzione sociale di costume che ha riguardato le donne; infatti è partita da un gruppuscolo di donne americane del secolo scorso per trasformarsi poi verso la fine in un movimento che ha riguardato tutte le componenti sociali. A riprova che si è un processo lungo una " rivoluzione di cultura, ma quando si radica nella coscienza globale cambia regole e modifica realtà...almeno nella cultura occidentale...Le altre Le aspettiamo a breve

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purplebunny
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Viandante Storico
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lorenzasaita52 ha scritto:Quanto dici mi fa' venire in mente la grande rivoluzione sociale di costume che ha riguardato le donne; infatti è partita da un gruppuscolo di donne americane del secolo scorso per trasformarsi poi verso la fine in un movimento che ha riguardato tutte le componenti sociali. A riprova che si è un processo lungo una " rivoluzione di cultura, ma quando si radica nella coscienza globale cambia regole e modifica realtà...almeno nella cultura occidentale...Le altre Le aspettiamo a breve

Il movimento delle donne, o anche il movimento per i diritti civili negli anni '60, o il movimento postcoloniale, o il movimento queer negli ultimi anni.
(tutti movimenti che a pensarci bene hanno un fondo comune con le istanze anarchiche, nel gesto di decentralizzazione da un'unica norma dominante...)
pietra

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purplebunny ha scritto:
lorenzasaita52 ha scritto:Quanto dici mi fa' venire in mente la grande rivoluzione sociale di costume che ha riguardato le donne; infatti è partita da un gruppuscolo di donne americane del secolo scorso per trasformarsi poi verso la fine in un movimento che ha riguardato tutte le componenti sociali. A riprova che si è un processo lungo una " rivoluzione di cultura, ma quando si radica nella coscienza globale cambia regole e modifica realtà...almeno nella cultura occidentale...Le altre Le aspettiamo a breve

Il movimento delle donne, o anche il movimento per i diritti civili negli anni '60, o il movimento postcoloniale, o il movimento queer negli ultimi anni.
(tutti movimenti che a pensarci bene hanno un fondo comune con le istanze anarchiche, nel gesto di decentralizzazione da un'unica norma dominante...)
pietra

Ecco basterebbe allargare queste esperienze per arrivare ad avere una coscienza solidale che permetta di ipotizzare società anarchiche...secoli

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purplebunny
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Viandante Storico
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lorenzasaita52 ha scritto:Ecco basterebbe allargare queste esperienze per arrivare ad avere una coscienza solidale che permetta di ipotizzare società anarchiche...secoli

O anche meno di secoli.
Il che non lo rende automaticamente possibile nel giro di una generazione, per dire - al contrario. Però potenzialmente sarebbe pensabile.
Ho insomma l'impressione che quel "secoli", che poi spesso si traduce in "un tempo sostanzialmente infinito", sia la scusa che ci si dà per non far nulla.
Le femministe, come gli altri gruppi, agivano per cambiare il loro "qui e ora", non in vista della società dei loro pro-pro-nipoti (o meglio: probabilmente anche in vista di quello, ma restava comunque l'impegno per modificare il loro presente).

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purplebunny ha scritto:
lorenzasaita52 ha scritto:Ecco basterebbe allargare queste esperienze per arrivare ad avere una coscienza solidale che permetta di ipotizzare società anarchiche...secoli

O anche meno di secoli.
Il che non lo rende automaticamente possibile nel giro di una generazione, per dire - al contrario. Però potenzialmente sarebbe pensabile.
Ho insomma l'impressione che quel "secoli", che poi spesso si traduce in "un tempo sostanzialmente infinito", sia la scusa che ci si dà per non far nulla.
Le femministe, come gli altri gruppi, agivano per cambiare il loro "qui e ora", non in vista della società dei loro pro-pro-nipoti (o meglio: probabilmente anche in vista di quello, ma restava comunque l'impegno per modificare il loro presente).

Vero quello che dici ma considera che si sta' parlando di una società anarchica globale ( se così non fosse sarebbe schiacciata dalla società capitalista in un nano-secondo) e quindi, per esperienza diretta, t'assicuro che tirar fuori dall'oscurantismo schiavista l'Africa e i paesi arabi, non è semplice. Mi spiego. negli anni '70 i movimenti femministi hanno indetto una conferenza mondiale per discutere a livello interregionale quali strategie attuare per la liberazione delle donne: Ebbene quando le delegate degli Stati Uniti hanno presentato una mozione contro la pratica dell'infibulazione in Africa ( allora era praticata soprattutto in Africa) c'è stata la rivolta delle delegate Africane; perché rivendicavano il Loro diritto all'autodeterminazione. Cioè si erano molto offese x la mancanza di rispetto delle delegate occidentali che non teneva conto delle Loro tradizioni Continentali.... Questo fa capire come cose che in occidente riteniamo ovvie e scontate sulla libertà e sulla salute non sono condivise dal resto del mondo. E siccome non ci può essere alcuna forma di anarchia se non è attuato l'internazionalismo e la fine delle nazioni e confini, credo che, anche se si possono gettare delle prime basi, i secoli ci serviranno tutti per attuare questo progetto!!! T'immagini una proposta di questo tipo fatta ora ai paesi di religione mussulmana o ebrea? Inimmaginabile!!!

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BigBossStigazzi
BigBossStigazzi
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
è lo stesso discorso per il velo,spesso sono le donne a difenderlo...ma questa, scusate,non è una novità, io dovrei star zitto in quanto uomo, ma avendo studiato in storia dei paesi afroasiatici la storia dell'India vorrei far notare che molte giovani spose sono state bruciate in "incidenti casalinghi" da quando è stata rimodernata la legge che prevedeva la sposa bruciata viva nella pira funebre del marito..e chi gli dava fuoco erano le suocere...donne che uccidevano altre donne per mantenere le tradizioni....potremmo parlare anche del perchè la dc vinse nel 46 subito dopo il suffragio universale...ma potrei essere tacciato di antifemminismo, mentre si tratta solo di spunti su cui ragionare, visto comunque che le madri educano i figli maschi, forse bisognerebbe ragionare sull'educazione e su donne che educano non seguendo le tradizioni!

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lorenzasaita52
lorenzasaita52
Viandante Residente
Viandante Residente
BIGbossSTIGAZZI ha scritto:è lo stesso discorso per il velo,spesso sono le donne a difenderlo...ma questa, scusate,non è una novità, io dovrei star zitto in quanto uomo, ma avendo studiato in storia dei paesi afroasiatici la storia dell'India vorrei far notare che molte giovani spose sono state bruciate in "incidenti casalinghi" da quando è stata rimodernata la legge che prevedeva la sposa bruciata viva nella pira funebre del marito..e chi gli dava fuoco erano le suocere...donne che uccidevano altre donne per mantenere le tradizioni....potremmo parlare anche del perchè la dc vinse nel 46 subito dopo il suffragio universale...ma potrei essere tacciato di antifemminismo, mentre si tratta solo di spunti su cui ragionare, visto comunque che le madri educano i figli maschi, forse bisognerebbe ragionare sull'educazione e su donne che educano non seguendo le tradizioni!

Si forse se l'educazione nn fosse una sovrastruttura cioè qualcosa che domina la singola scelta; per questo non parlerei dell'educazione femminile e di quella che si trasmette da madre in figlio ma solo della difficoltà, di fronte a quello che descrivi, di costruire una società anarchica, che ribadisco non può non essere sovranazionale...

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