NinfaEco ha scritto:
Ma se un malessere è presente, se permane agendo sulle cause immediate significa che esse sono accessorie o apparenti. In quei casi bisogna andare oltre i mascheramenti e avventurarsi nell'ombra perchè essa non è oblio, ma qualcosa di vivissimo e disturbante... proprio perchè nascosto e non compreso.]
E non so...vediamo. Le mie cognizioni mi dicono che un nevrosi[cioè il tentativo di adattamento] è già il tentativo di trovare una soluzione al problema che rode.
Cercare di annullare il sintomo è un pò come togliere il pesante scudo al guerriero prima di aver fatto pace col nemico.
Invece che sentirsi meglio, può essere investito da un nugolo di frecce avvelenate.
Ma essa è diversa da un'introspezione consapevole di se stessa, che mira soltanto a riappropriarsi dei propri affetti.
Infatti. Qui trovo la differenza di fondo fra psicoanalisi e analisi transazionale.
In psicoanalisi si va alla ricerca dell'Es e dei suoi intoppi, in AT si va a delimitare gli stati dell'Io. [quindi non si ruflola nell'inconscio, ma nel subconscio, che puo' essere riportato alla memoria con una certa facilità].
Si la ritengo la stessa cosa. Cambia la "simbologia" ma non la natura simbolica dell'atto. L'analisi è una confessione e in fondo, anche se inconsapevolmente, è una ricerca di assoluzione.
L'analisi però non promette salvezza e lascia al paziente l'onere della propria discolpa.
Riguardo al passante... le ritengo cose diverse. Nel tuo esempio il passante è violentato. È un mero contenitore muto. Non c'è dialogicità reale, e quindi non c'è trasformazione. Solo sfogo. L'analisi è anche sfogo, ma in minima parte.
...O ricerca di conciliazione? Comunque di benessere.
Rispetto al passante, non so. Uno lancia l'amo. Il passante non è obbligato ad abboccare. Poi cosa succede veramente e cosa cambia nel cervello dei due sara' tutto da scoprire.
Ecco perchè insisto sul fatto che non si sa che cosa è veramente terapia per la psiche.
musicante di brema ha scritto:E' una confessione in cui chi ti sta davanti è investito di un'aura simbolicamente salvifica: l'analista perchè circonfuso dell'aureola della competenza certificata, il sacerdote per lo stesso motivo, ma di derivazione spirituale.
Ambedue sono ritenuti detenere le chiavi del buio mondo della coscienza profonda e capaci di compiere un atto catartico che liberi dal "male" interiore regalando un nuovo equilibrio.
A conti fatti....se si trova un sacerdote intelligente si ottiene lo stesso, e forse di più, spendendo infinitamente meno....
Succede anche con un astrologo di quelli bravi davvero.
Questo è il motivo per cui non è tanto valido il certificato di abilitazione, quanto il carisma che accompagna il modulatore, il referente della richiesta d'aiuto e la suscettibilità al condizionamento del richiedente.
Subentra quell'effetto placebo che era la vera arma vincente della medicina antica. La ritualità, il mistero, il clima in cui lo scambio si svolge crea le premesse per un cambiamento. Carpendo e incanalando le risorse vitali lungo una direttiva in grado di cambiare la situazione presente si possono ottenere benefici positivi.
Ciò, a mio parere, da spiegazione del successo di guaritori filippini, di elisir del mago, di pietre e amuleti, o dei miracoli nei santuari di tutte le religioni.
Ma i mezzi per colpire la fantasia e fungere da placebo sono tante. Perfino la parcella ha un efftto placebo. Per persone condizionate in un certo modo, il pagare molto equivale ad avere una sicurezza fondamentale.