di vipera il succo virale,
coniugata allo sposo abissale,
rapita dalle viscere supercostali
intralciate da una supercorazza umana.
Allineate corde vocali
che sprigionano acuti silenzi,
chiusa nelle parole di stanze immote,
irraggiungibile, in attesa di persuadenti
vocaboli stranieri.
Cullata da scheletri di vetro,
schiantati ad uno ad uno
su un pavimento di gesso nero,
rimescola unghie per gli alieni perversi
che si cibano dei suoi ultimi sollazzi.
Bipede annidato dentro il suo candido vestito,
sotto la stoffa un maculato vanto,
di animale geneticamente modificato:
da dama nera a virginea megera,
cola il suo rosso smalto
sulla cera che riveste il suo petto.
Strani eclissi di occhi imperfetti
che osano sbirciare la claustrofobica passione
per le ali senza piume.
Oh anima infernale,
persino l'inferno ti è così familiare,
da desiderare altri luoghi sempre più caldi!