Corrado sorrise ancora al ricordo del sogno di quella notte.
Lo chiamavano Conradin, che ridicolo!
Uscì di casa quasi incolume nonostante gli attacchi incrociati dei bambini, scese le scale di fretta e uscì. Una nuvola di capelli che odoravano di mare lo investì, si ritrovò per terra con una splendida ragazza sopra di lui, che lo fissava con uno sguardo spaventato.
Per lui fu uno shock: si rivide nel sogno quando aveva preso le sembianze di una donna, una bellissima donna che adesso lo guardava, senza parole, completamente abbandonata sopra di lui.
Non sarebbe stata una cosa grave se Conradin non fosse stato il capogruppo del movimento politico che promulgava la carcerazione preventiva e la castrazione chimica per tutti gli omosessuali.
Ovviamente una fessura nelle sue convinzioni c’era, ed era legata al fatto che i maschilisti non disdegnano le lesbiche così come avviene per i “culattoni”, come li chiamavano alle loro riunioni simil-naziste. Il sogno del loro circolo accarezzava, come tutti i sogni fanno, la perfezione; allo stesso modo nel quale ogni surfista aspetta l’onda perfetta, alta trenta metri da solcare con l’asse del coraggio intrepido, il movimento NO GAY desiderava incontrare l’individuo perfetto da mettere al centro delle loro ragioni di essere. Costui avrebbe dovuto essere bisessuato, zoppo, di sinistra e, possibilmente, anche zingaro.
Ora l’ironia del Fato pareva offrirgli la “Prova Perfetta” su un piatto d’argento: non l’abiezione perfetta per tutti, ma la sua perversione personale stava sdraiata su di lui, col calore di un respiro che ricordava i cori angelici celesti e due occhi azzurri che gli fecero notare quanto il mare riuscisse a essere sexy.
Bisogna dire che Conradin non stava esattamente al di fuori dei canoni normali di una società abbruttita, per sforzo sociale di tutti. Nessuno avrebbe avuto niente da ridire su un quadro che mostrava una donna sopra un uomo, non fosse stato per quel maledetto sogno che rendeva consapevole quell’uomo di volersi scopare, senza il necessario attrezzo maschile, il suo proprio doppio femminile. L’immagine invertita – termine che lui usava spesso – di Conradin, che lui aveva abitato in un sogno ancora fresco d’emozione, si alzò senza scusarsi e l’aiutò ad alzarsi. Gli diede una spolverata al vestito, dietro a uno sguardo assassino, senza sfiorarlo dove lui avrebbe voluto. Poi si girò svelta e si allontanò.
Il resto della giornata di Conradin passò come una fucilata, e alla riunione serale al circolo NO GAY non disse una parola, limitandosi a pensare cosa ci facesse lui lì, adesso che aveva scoperto di essere una lesbica travestita da uomo, forse con qualche antenato zingaro. Non era ancora zoppa, ma se qualcuno dei camerati presenti avesse potuto leggere i suoi pensieri… anche quel vuoto si sarebbe riempito.
Che stesse anche per diventare comunista?
Lo chiamavano Conradin, che ridicolo!
Uscì di casa quasi incolume nonostante gli attacchi incrociati dei bambini, scese le scale di fretta e uscì. Una nuvola di capelli che odoravano di mare lo investì, si ritrovò per terra con una splendida ragazza sopra di lui, che lo fissava con uno sguardo spaventato.
Per lui fu uno shock: si rivide nel sogno quando aveva preso le sembianze di una donna, una bellissima donna che adesso lo guardava, senza parole, completamente abbandonata sopra di lui.
Non sarebbe stata una cosa grave se Conradin non fosse stato il capogruppo del movimento politico che promulgava la carcerazione preventiva e la castrazione chimica per tutti gli omosessuali.
Ovviamente una fessura nelle sue convinzioni c’era, ed era legata al fatto che i maschilisti non disdegnano le lesbiche così come avviene per i “culattoni”, come li chiamavano alle loro riunioni simil-naziste. Il sogno del loro circolo accarezzava, come tutti i sogni fanno, la perfezione; allo stesso modo nel quale ogni surfista aspetta l’onda perfetta, alta trenta metri da solcare con l’asse del coraggio intrepido, il movimento NO GAY desiderava incontrare l’individuo perfetto da mettere al centro delle loro ragioni di essere. Costui avrebbe dovuto essere bisessuato, zoppo, di sinistra e, possibilmente, anche zingaro.
Ora l’ironia del Fato pareva offrirgli la “Prova Perfetta” su un piatto d’argento: non l’abiezione perfetta per tutti, ma la sua perversione personale stava sdraiata su di lui, col calore di un respiro che ricordava i cori angelici celesti e due occhi azzurri che gli fecero notare quanto il mare riuscisse a essere sexy.
Bisogna dire che Conradin non stava esattamente al di fuori dei canoni normali di una società abbruttita, per sforzo sociale di tutti. Nessuno avrebbe avuto niente da ridire su un quadro che mostrava una donna sopra un uomo, non fosse stato per quel maledetto sogno che rendeva consapevole quell’uomo di volersi scopare, senza il necessario attrezzo maschile, il suo proprio doppio femminile. L’immagine invertita – termine che lui usava spesso – di Conradin, che lui aveva abitato in un sogno ancora fresco d’emozione, si alzò senza scusarsi e l’aiutò ad alzarsi. Gli diede una spolverata al vestito, dietro a uno sguardo assassino, senza sfiorarlo dove lui avrebbe voluto. Poi si girò svelta e si allontanò.
Il resto della giornata di Conradin passò come una fucilata, e alla riunione serale al circolo NO GAY non disse una parola, limitandosi a pensare cosa ci facesse lui lì, adesso che aveva scoperto di essere una lesbica travestita da uomo, forse con qualche antenato zingaro. Non era ancora zoppa, ma se qualcuno dei camerati presenti avesse potuto leggere i suoi pensieri… anche quel vuoto si sarebbe riempito.
Che stesse anche per diventare comunista?