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LA VITA OLTRE LA VITA

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1
Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
La vita oltre la vita.

Filosofi e scienziati cercano da millenni di scoprire se la personalità umana, sopravvive, in una forma o nell'altra, alla morte. La teoria della reincarnazione che gode di particolare favore nel mondo orientale, potrebbe essere la soluzione più semplice.  Ad essa fra gli altri, si sono dedicati eminenti studiosi come Pitagora, Platone, Kant.
Ma tanti altri, anche l'uomo comune si pone il quesito - esiste la vita oltre la vita?- Qualcosa di noi sopravviverà dopo la fine del nostro corpo? Questa esistenza è l'unica che ci è dato di vivere o è una tappa nel ciclo della reincarnazione? Possiamo entrare in contatto con i nostri cari che non ci sono più? Un giorno li incontreremo di nuovo? Cosa potrebbe "esistere" nella formazione cosmica universale? Di cosa facciamo parte?
Saremo un corpo unicamente destinato a marcire, ceneri in un'urna?
Non è religione.
E' solo un quesito.

2
paolo iovine
paolo iovine
Viandante Mitico
Viandante Mitico
se ci fosse una vita oltre la vita, ci sarebbe anche una struttura sociale, ergo un governo; questo governo farebbe molte promesse, tra cui quella di un ulteriore vita otre quella in corso; quindi una terza, una quarta, una quinta vita, etc. etc. E' un po' come la questione della responsabilità dei giudici; chi giudica un giudice ? Un altro giudice; chi giudica quest' altro giudice ? Un terzo giudice; Chi giudica questo terzo giudice ? Un quarto giudice; etc. etc.

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Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem

Constantin ha scritto:La vita oltre la vita.

Filosofi e scienziati cercano da millenni di scoprire se la personalità umana, sopravvive, in una forma o nell'altra, alla morte. La teoria della reincarnazione che gode di particolare favore nel mondo orientale, potrebbe essere la soluzione più semplice.  Ad essa fra gli altri, si sono dedicati eminenti studiosi come Pitagora, Platone, Kant.
Ma tanti altri, anche l'uomo comune si pone il quesito - esiste la vita oltre la vita?- Qualcosa di noi sopravviverà dopo la fine del nostro corpo? Questa esistenza è l'unica che ci è dato di vivere o è una tappa nel ciclo della reincarnazione? Possiamo entrare in contatto con i nostri cari che non ci sono più? Un giorno li incontreremo di nuovo? Cosa potrebbe "esistere" nella formazione cosmica universale? Di cosa facciamo parte?
Saremo un corpo unicamente destinato a marcire, ceneri in un'urna?
Non è religione.
E' solo un quesito.

e se è solo un quesito ci si può ragionare su.

La cosa finora accerta è che non lo sappiamo se esista "qualcosa" o no, quindi possiamo azzardare qualsiasi cosa ragionevole, ed ogni teoria ha la stessa cittadinanza di ogni altra.

Quella orientale della reincarnazione è senz'altro affascinante, ma non è una soluzione. Infatti non risolve l'origine (come è cominciata?) né la fine (come si concluderà?). In pratica è simile al ciclo sonno-veglia. Sappiamo che a fine giornata ci addormenteremo e domattina ci sveglieremo... ma non avremo detto nulla della nascita, o della morte.

Il materialismo puro è si il più semplice "tutto è nato per una combinazione vincente di molecole, ed alla fine si dissolve tutto nel calderone delle molecole". Ma lascia in piedi il problema ontologico:
l'uomo "sente" che sarebbe troppo una buffonata se tutta la vita significasse "niente", e l'uomo "sente" di avere anche un qualcosa di spirituale dentro di se. Intelligenza, passioni, stilla di divino, coscienza... quello che vi pare ma qualcosa c'è, ed un suo perché lo deve avere, "non può" essere solo coltivare carciofi per fare domani delle grandi defecate al carciofo...

Più inquietanti sono le altre domande, tutte con un denominatore comune: lo scorrere del tempo da
un "prima" ad un "dopo". Qualche sera fa discutevo con un vecchio parroco infermo e paralizzato che oltre che essere prete è anche una persona di grande intelligenza (non storcete il naso, TUTTO può accadere), e che tendeva a pensare alla sua futura, lunghissima eternità. E m'è dovuto ricordargli: "Guarda che l'eternità non è affatto un mucchio di tempo!... è semplicemente un posto, che non può nemmeno chiamarsi posto, dove il tempo non c'è!"...

Ecco, questo è la nostra vera difficoltà: che non sappiamo parlare prescindendo dal tempo... e dallo spazio. Anche se quotidianamente ne abbiamo esperienza... pensando! Dove "veloce come il pensiero" presuppone una velocità infinita (o una velocità prescritta) ed uno spazio zero (o uno spazio dominato). Se fisso il mio pensiero sulla luce di Aldebaran, in un niente ho percorso 65 anni luce e misurato una massa di 11^30 kilogrammi... che manco la saprei scrivere per esteso.

E se disegno una parabola, in un niente sono andato e tornato dall'infinito!


Ecco, forse si, potremo incontrare la nonna, ed anche il nonno di nostra nonna, contemporaneamente, ma in un modo che non vi saprei spiegare... e che nemmeno tu sapresti spiegare a me.
Chi me lo fa dire, questo?... - la fede.
E che cos'è la fede? - posso avere la domanda di riserva?

Lucio Musto 24 febbraio 2017

4
Lucio Musto
Lucio Musto
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem

paolo iovine ha scritto:se ci fosse una vita oltre la vita, ci sarebbe anche una struttura sociale, ergo un governo; questo governo farebbe molte promesse, tra cui quella di un ulteriore vita otre quella in corso; quindi una terza, una quarta, una quinta vita, etc. etc. E' un po' come la questione della responsabilità dei giudici; chi giudica un giudice ? Un altro giudice; chi giudica quest' altro giudice ? Un terzo giudice; Chi giudica questo terzo giudice ? Un quarto giudice; etc. etc.

non è detto: da nessuna parte è scritto che una struttura sociale debba avere un governo.
già sulla Terra abbiamo delle strutture sociali perfettamente organizzate (sotto certi aspetti meglio di quella umana) senza un governo.
Come negli insetti sociali dove la "madre" e schiava più sciava di tutti gli altri, o come in certe comunità di mammiferi (es suricati) dove la comanda chi sta a guardia, ed a guardia ci stanno tutti, a turno... e quando sono di guardia non mangiano)

Contrariamente agli umani che quando sono di guardia al popolo mangiano doppio e si fanno grassi come porcelli all'ingrasso, tipo Matteo Renzi...

5
altamarea
altamarea
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Constantin ha scritto:
Filosofi e scienziati cercano da millenni di scoprire se la personalità umana, sopravvive, in una forma o nell'altra, alla morte.
ma ancora non ci riescono e mai ci riusciranno. Ognuno può manifestare la propria opinione, però rimane tale.
Si può discettare sul concetto di morte da vari punti di vista:  filosofico, antropologico, sociologico, psicologico, scientifico, storico. Da essi è possibile trarre riflessioni sterili, inutili spiegazioni, ma anche comprensioni offerte dalla mitologia e dalle religioni.  

L’umanità cerca spiegazioni di ogni fenomeno perché la non conoscenza genera disagio, ansia, supposizioni che possono condizionare la vita inducendo l’individuo al rifugio nella consolazione religiosa.

La morte sfugge all'ambito esperienziale dei singoli individui, è possibile parlare di essa solo tramite l'osservazione che di tale fenomeno si fa sugli altri. Inoltre, ciò che è possibile rilevare non è mai la morte in sé, ma il fenomeno del morire.
Sul senso della morte dunque, nessuno potrà dire qualcosa di vero o di falso, se  si assume la verificabilità come criterio di attendibilità.
L'aspetto biologico della morte, invece, può essere  esaminato con dovizia di particolari. Scientificamente la morte può essere definita come perdita totale ed irreversibile della capacità dell'organismo di mantenere autonomamente la propria unità funzionale.

Ti consiglio di leggere l’interessante saggio del cardinale Camillo Ruini: “C’è un dopo ? La morte e la speranza”, edito da Mondadori.

I miei studi e le mie esperienze di vita m’inducono a negare la dimensione trascendente. Vivo nel “qui ed ora” (Hic et nunc). E’ possibile conservare il senso della vita mentre mi trovo in presenza della certezza della morte ? Che significa per me la morte della persona che amo ? Domande che si aprono a due possibilità: quella che motiva ad evitare il confronto con esse, e quella che motiva a riconoscere un significato alla vita a cominciare dalla sua finitudine o a ciò che ci aspetta “dopo” la morte. Ognuna di queste due prospettive è basata sul modo di concepire l’individuo e la sua esistenza. Se si nega la dimensione trascendente, esaltando quella intramondana, è difficile indicare orizzonti di speranza al di là della morte. A questi orizzonti si apre invece la speranza nella dimensione trascendente.
 
La realtà della morte può avvilire la voglia di vivere. La vita condizionata dalla morte: “vita mutatur non tollitur”, prega il credente cristiano nella liturgia dei defunti.

Constantin ho scritto più del necessario e non posso prolungarmi per rispondere ai tuoi otto quesiti. Ognuno merita lunghe risposte. Ti dico brevemente la mia opinione su ognuno.

Constantin ha scritto:  
anche l'uomo comune si pone il quesito - esiste la vita oltre la vita?
Ogni soggetto pensante si pone questa domanda. Se non erro tu speri nella reincarnazione, io nel nulla, perché penso che dopo la morte ci attende il nulla. Ma non mi dispero, vivo tranquillamente con tale certezza. Non ho bisogno di rifugiarmi nell’irrazionale fede religiosa.

Qualcosa di noi sopravviverà dopo la fine del nostro corpo?
Perché per te è così importante sapere o avere la certezza che dopo la morte qualcosa ti sopravviverà ? La vuoi chiamare anima ? Spirito ? Io la chiamo coscienza, che si estingue con la morte, ma ciò non mi angoscia.

Questa esistenza è l'unica che ci è dato di vivere o è una tappa nel ciclo della reincarnazione?
A questa domanda c’è la mia risposta nei  tuoi due precedenti “quiz”. Ho capito che hai bisogno di credere nella non fine. Ma perché per te è così grave l’oblio ?
il sapere, la scienza, la razionalità conducono alla perdita di fede e speranza. Queste due virtù osannate da ogni religione e ogni tradizione per l'uomo razionalista moderno non sono altro che sogni "infantili", illusioni, fantasie che ci servono per sopportare meglio l'esistenza.

Possiamo entrare in contatto con i nostri cari che non ci sono più?
Dovresti chiederlo ai cosiddetti "sensitivi", cialtroni che in cambio di denaro ti offrono la risposta che gradisci sapere.

Un giorno li incontreremo di nuovo?
. In psicologia si studia l’elaborazione del lutto. Tale argomento può aiutarti a metabolizzare questa speranza.

Cosa potrebbe "esistere" nella formazione cosmica universale?
Solo galassie, forze magnetiche, particelle quantistiche che si muovono senza "anima", senza etica, senza dei, senza spiriti...

Di cosa facciamo parte?
della casualità.  

Saremo un corpo unicamente destinato a marcire, ceneri in un'urna?
Ebbene si ! E allora ? Credo nella scienza e aborro le consolazioni religiose ultramondane. Tu credi nella reincarnazione. Se ciò ti soddisfa va bene. Ognuno deve avere fiducia in qualcosa, deve sperare, però un proverbio afferma: “Chi di speranza vive, disperato muore”.

6
Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
La teoria della reincarnazione che gode di particolare favore nel mondo orientale, potrebbe essere la soluzione più semplice. E' una semplice considerazione.

Non credo nella reincarnazione. Osservo (con qualche deviazione) per l'aiuto nelle meditazioni, i lasciti di Castaneda. Mi avvicino alla mitologia norrena\ Grande Madre e spiriti elementali.
Il mio era un quesito.

7
Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico
paolo iovine ha scritto:se ci fosse una vita oltre la vita, ci sarebbe anche una struttura sociale, ergo un governo; questo governo farebbe molte promesse, tra cui quella di un ulteriore vita otre quella in corso; quindi una terza, una quarta, una quinta vita, etc. etc. E' un po' come la questione della responsabilità dei giudici; chi giudica un giudice ? Un altro giudice; chi giudica quest' altro giudice ? Un terzo giudice; Chi giudica questo terzo giudice ? Un quarto giudice; etc. etc.

Ma tu ragioni in termini umani, come un umano, che ne sappiamo?
Ammesso che esista un'aldilà potrebbe essere qualcosa di molto diverso da come lo immaginiamo.

altamarea ha scritto:

Ebbene si ! E allora ? Credo nella scienza e aborro le consolazioni religiose ultramondane. Tu credi nella reincarnazione. Se ciò ti soddisfa va bene. Ognuno deve avere fiducia in qualcosa, deve sperare, però un proverbio afferma: “Chi di speranza vive, disperato muore”.
È un proverbio che non avevo mai sentito, conosco quello più comune che la speranza è ultima a morire.
Ma chi lo dice che vivere sperando in un aldilà, in qualcosa oltre la morte, oltre la materia debba morire disperato?
Anzi spesso chi ha fede in qualcosa affronta la morte con più serenità di chi non crede in niente.
Chi ha una fede anche il dolore della perdita può affrontarla con piu serenità elaborando il lutto meglio, io conoscon qualcuno che ha affrontato la morte della madre con serenità, perche considera il corpo come un abito, un involucro  che si va logorando durante tutta la vita e prima o poi va abbandonato.
Credere di non essere solo un corpo fatti solo di materia ma possedere anche un'entità spirituale che sopravvive alla morte fisica dà una marcia in più. A me piace pensare e credere che non siamo solo materia ma anche spirito, poi se esista una reincarnazione o meno non lo so, nessuno può sapere, oppure sapere se siamo entità spirituali che al termine del ciclo di vita raggiungeremo e ci uniremo in un'unica entità spirituale cosmica, non lo so, e non pitremo mai sapere e neanche dimostrare fisicamente con la mente umana limitata. Sono tante le  domande non trovano risposta però da sempre l'uomo ha cercato conforto e risposte nella fede e nella spiritualità delle varie religioni o filosofie orientali.

8
Constantin
Constantin
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem

Arwen ha scritto:
paolo iovine ha scritto:se ci fosse una vita oltre la vita, ci sarebbe anche una struttura sociale, ergo un governo; questo governo farebbe molte promesse, tra cui quella di un ulteriore vita otre quella in corso; quindi una terza, una quarta, una quinta vita, etc. etc. E' un po' come la questione della responsabilità dei giudici; chi giudica un giudice ? Un altro giudice; chi giudica quest' altro giudice ? Un terzo giudice; Chi giudica questo terzo giudice ? Un quarto giudice; etc. etc.

Ma tu ragioni in termini umani, come un umano, che ne sappiamo?
Ammesso che esista un'aldilà potrebbe essere qualcosa di molto diverso da come lo immaginiamo.

altamarea ha scritto:

Ebbene si ! E allora ? Credo nella scienza e aborro le consolazioni religiose ultramondane. Tu credi nella reincarnazione. Se ciò ti soddisfa va bene. Ognuno deve avere fiducia in qualcosa, deve sperare, però un proverbio afferma: “Chi di speranza vive, disperato muore”.
È un proverbio che non avevo mai sentito, conosco quello più comune che la speranza è ultima a morire.
Ma chi lo dice che vivere sperando in un aldilà, in qualcosa oltre la morte, oltre la materia debba morire disperato?
Anzi spesso chi ha fede in qualcosa affronta la morte con più serenità di chi non crede in niente.
Chi ha una fede anche il dolore della perdita può affrontarla con piu serenità elaborando il lutto meglio, io conoscon qualcuno che ha affrontato la morte della madre con serenità, perche considera il corpo come un abito, un involucro  che si va logorando durante tutta la vita e prima o poi va abbandonato.
Credere di non essere solo un corpo fatti solo di materia ma possedere anche un'entità spirituale che sopravvive alla morte fisica dà una marcia in più. A me piace pensare e credere che non siamo solo materia ma anche spirito, poi se esista una reincarnazione o meno non lo so, nessuno può sapere, oppure sapere se siamo entità spirituali che al termine del ciclo di vita raggiungeremo e ci uniremo in un'unica entità spirituale cosmica, non lo so, e non pitremo mai sapere e neanche dimostrare fisicamente con la mente umana limitata. Sono tante le  domande non trovano risposta però da sempre l'uomo ha cercato conforto e risposte nella fede e nella spiritualità delle varie religioni o filosofie orientali.

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Scusate se mi intrometto ma la mia, credetemi, non vuol essere una presa in giro è solo un appunto sulla frase "chi di speranza vive, disperato muore".
Si, beh... ecco dalle mie parti e nel mio ambiente forse un pò zotico il proverbio è leggermente diverso ossia:
Chi Vive Sperando ....
.... Muore cagando. Questo è un aforisma di tal Carl William Brown che credo voglia lasciar intendere che chi spera troppo, non fa proprio una bella fine. Non una fine gloriosa, insomma.

PUNTO PRIMO: Cagare, nella maggior parte dei casi, è alquanto piacevole in quanto la "zona di passaggio" ha molte terminazioni nervose. Poi se stai poco bene e sei di sciolta, t'ha detto male, se sei invece troppo intasato e ti liberi in una sola seduta, t'ha detto peggio.
PUNTO SECONDO: Tutti moriamo cagando. Con la morte i tessuti muscolari si rilassano e quindi non solo ci caghiamo addosso, ma ci scompisciamo anche.
sorriso

9
altamarea
altamarea
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Constantin, questa sezione è dedicata alla psicologia e non alla fisiologia umana.

Considerati moralmente punito ! inizio a sorridere Linguino

Nei forum non è necessario scrivere "parolacce".

Dai ragazzi, accettate questo richiamo all'ordine, anche se non sono un moderatore.

10
Arwen
Arwen
Viandante Storico
Viandante Storico
Giusto Constantin ha usato un termine volgare, dialettale avrebbe dovuto usare "caccare" che esiste pure nel dizionario:
http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/c/cacare.aspx?query=cacare
inizio a sorridere
Invece io trovo interessante l'approfondimento sul proverbio rotolarsi dal ridere

A proposito...Constantin così sì che lo riconosco come proverbio, edulcorato e "pulito" come l'ha citato Altamarea non mi sovveniva...non è presa in giro eh, solo che certi proverbi non si possono abbellire, storpiare, edulcorare.IMHO inizio a sorridere

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