**riprende**
Quando la nave approdò a Monaco, Paganino, oltre a confortare Bartolomea giorno e notte, cominciò a trattarla come una moglie.
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Ricciardo,
venuto a sapere dove si trovava la moglie, si imbarcò per raggiungerla. Arrivato a Monaco, la vide da lontano.
Bartolomea, accortasi della presenza del giudice, lo andò a riferire a Paganino, e gli manifestò la propria intenzione.
La mattina seguente Ricciardo incontrò il capo dei pirati
e gli espresse la ferma volontà di recuperare la propria moglie a qualunque costo.
Allora Paganino rispose: «Signore, siate il benvenuto! È vero che ho una giovane in casa, la quale non so se sia moglie vostra o di qualcun altro, in quanto non conosco voi, e non conosco ancora neanche la donna, malgrado da qualche tempo lei stia dimorando con me.
Se siete, come dite, suo marito, dato che mi sembrate una persona per bene vi condurrò da lei, e sono certo che vi riconoscerà subito. Se lei dice che voi siete suo marito e che vuole tornarsene con voi, la lascerò libera di seguirvi e voi mi consegnerete il riscatto che vorrete.
Se invece così non fosse, sarebbe una villania da parte vostra cercare di sottrarmela, giacché io sono un uomo giovane e ho il diritto di avere una donna, e specialmente lei, che è la più gradevole che abbia mai conosciuto.»
Allora Riccardo disse: «È certamente mia moglie, e se tu mi accompagni da lei vedrai che correrà subito ad abbracciarmi;
quindi sono d’accordo con la tua proposta.»
Così i due andarono nella casa di Paganino e, ivi giunti, costui fece accomodare il giudice in una sala
e fece chiamare Bartolomea. Quando costei giunse nella sala trattò Riccardo come un estraneo.
Riccardo, che si aspettava che lei lo accogliesse con grande gioia,
lì per lì rimase stupito, ma poi pensò:
«Forse il gran dolore che ho provato per la sua assenza mi ha sfigurato a tal punto che lei non mi riconosce più.» Quindi, rivolto a Bartolomea, disse: «Donna, non vedi che io sono il tuo signor Riccardo, e sono venuto qui a pagare ciò che questo gentiluomo vuole, affinché io possa riaverti e riportarti a casa?»
La donna sorridendo un po’ rispose: «Signore, siete sicuro che non mi scambiate per qualche altra donna? Non mi ricordo di avervi mai visto prima!»
Riccardo, supponendo che lei fingesse di non conoscerlo per timore di Paganino, pregò costui di lasciarli soli, e lui acconsentì. I due si recarono dunque in una camera appartata, dove il giudice disse: «Orsù! Cuore del mio corpo, anima mia dolce, speranza mia, adesso non riconosci il tuo Riccardo, che ti ama più di sé stesso? Com’è possibile che non mi riconosci? Sono così sfigurato? Orsù, occhio mio bello, guardami un po’.»
La donna cominciò a ridere, e interrompendolo disse: «Certamente non sono così smemorata
da non ricordarmi che voi siete il signor Riccardo, mio marito. Ma voi, per tutto il tempo che dimorai a casa vostra, dimostraste di conoscere molto male me, in quanto, se voi foste stato saggio come volete far credere a tutti, avreste dovuto capire che io sono una giovane e rigogliosa donna, e quindi avreste dovuto sapere ciò che le giovani donne, oltre ai vestiti e al cibo,
desiderano e che per vergogna non dicono.
E se vi interessavano più le leggi che la moglie, non vi sareste dovuto sposare. E tutte quelle feste religiose, con relativi digiuni e astinenze, che voi mi imponevate, per mia fortuna non le devo più rispettare; adesso invece in questa camera da letto il mio nuovo uomo, che di certo mi ha mandato la Provvidenza, mi fa osservare ben altro tipo di feste! Mentre sono ancora giovane intendo stare e vivere con lui, mentre i digiuni e le astinenze li riserverò a quando sarò vecchia. Quindi andatevene via di qui più presto che potete, e senza di me rispettate pure tutte le feste religiose che volete.»
Udendo queste parole Ricciardo
provò un intenso dolore, e disse: «Orsù! Anima mia dolce, che parole sono queste che stai pronunciando?
Non ti interessa dell’onore dei tuoi parenti? Preferisci rimanere qui a fare la sgualdrina a costui piuttosto che essere mia moglie onorata a Pisa? Orsù, speranza mia cara, non dire più così; tornatene con me, e io, conoscendo ormai la tua passionalità, mi sforzerò di soddisfarti.»
Bartolomea rispose: «Dell’onore dei miei parenti non mi importa nulla, perché neanche loro ne dimostrarono quando mi diedero in sposa a voi. E vi dico pure che qui non mi considero la sgualdrina, bensì la moglie di Paganino, il quale Dio sa come mi fa sentire quando a letto mi stringe fra le sue braccia e mi travolge con il fuoco che ha dentro; cosa
che voi, deboluccio come siete, non riuscireste mai a fare. Perciò torno a dirvi di andarvene immediatamente, prima che io cominci a urlare.»
In uno stato di confusione mentale e in preda allo sconforto, Riccardo uscì dalla camera e cominciò a pronunciare frasi senza senso. Dopo di che se ne tornò a Pisa, dove visse gli ultimi anni di vita come un seminfermo mentale.
Alla notizia della morte
del giudice, Paganino sposò legittimamente Bartolomea, alla quale non fece mai conoscere né digiuni né astinenze.
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e Dioneo finì la novella e concluse la giornata con un sorriso, al suo solito, poi disse: ragazzi miei dopo due ore di narrazione sarà utile bere qualcosa prima di mettere cibo sotto denti, propongo del buon vino rosso; che vi assicuro fa solo buon sangue