Le pietre di Plouhinec
C'era una volta in Bretagna un villaggio come tanti altri.
Si chiamava Plouhinec e non si sarebbe distinto da quelli vicini se non avesse potuto vantare una rarità: nei tempi in cui i folletti e gli altri del piccolo popolo si occupavano ancora di queste cose vi avevano eretto vicino due file di enormi pietre, tanto alte e pesanti che c'era da chiedersi come avessero fatto.
Nel piccolo villaggio vivevano un fratello e una sorella.
Marzinne, il fratello, lavorava i campi e ne ricavava abbastanza per essere considerato ricco, e Rosannek, la sorella, era (ovviamente) molto bella e poteva vantare molti pretendenti.
Tra di essi, però, Rosannek non poteva sposare l'unico che amasse, il giovane e coraggioso Bernèz.
Marzinne diceva che era troppo povero per aspirare alla sua mano.
Come ogni anno venne Natale, e la sera della vigilia, Bernèz e i contadini delle fattorie dei dintorni erano riuniti nella grande cucina di Marzinne e di Rosannek per celebrare la ricorrenza con una buona zuppa insaporita con miele e con appetitosi pasticci disposti con grazia sulla tavola apparecchiata a festa. Ad un tratto la porta si spalancò e sulla soglia apparve un vecchio.
"Buon appetito! Buon appetito a tutti!" augurò il nuovo arrivato con tono gioviale.
La visita inattesa fece tacere di colpo le allegre chiacchiere dei commensali ed il silenzio cadde in cucina.
Tutti conoscevano quell'uomo che aveva la fama di essere un perfido mago capace di far ammalare le bestie e disseccare le messi con la forza dei suoi tremendi incantesimi.
Ma era la vigilia di Natale ed era meglio ingraziarsi quell'uomo malvagio piuttosto che farselo nemico.
Marzinne lo invitò a sedere e a mangiare alla sua mensa.
Come c'era da aspettarsi, il resto del pasto si svolse in un'atmosfera triste e cupa.
-Bene, Marzinne, grazie- disse però l'uomo appena ebbe finito di ingoiare l'ultimo boccone. - Posso chiederti anche di farmi passare la notte sul fieno della tua stalla? - aggiunse- fa troppo freddo , non posso rimettermi subito in cammino.
Che sollievo! l'uomo sarebbe andato a dormire e la festa sarebbe continuata!
Marzinne pregò Bernèz di accompagnare lo "stregone" nella stalla, e quando il giovane fu di ritorno la cucina risuonò di nuovo di voci gioiose.
Intanto il vecchio si era accomodato su una lettiera di paglia tra il vecchio asino e la mucca di Marzinne: gli animali gli avrebbero tenuto un bel calduccio!
Aveva appena preso sonno quando suonò il primo rintocco delle campane di mezzanotte.
-Come stai mia cara?- disse l'asino alla mucca non ho potuto chiedertelo dall'ultima notte di Natale.
- Non mi va di parlare_ rispose la mucca gettando un'occhiata indispettita al vecchio (finto medicante). - Non voglio che questo buono a nulla ci ascolti-
-Non ti preoccupare per lui- replicò l'altro.
-Dorme e non ci sentirà.
-E' vero! E poi è talmente sciocco! Altro che mago! Non è nemmeno riuscito a scoprire che potrebbe diventare molto ricco in quattro e quattr'otto!
-In che modo?- domandò l'asino.
-Ma come, non sai che tra una settimana, come ogni cento anni, alla mezzanotte dell'ultimo giorno dell'anno le pietre di Plouhinec vanno al fiume per bere e lasciano bene in vista il tesoro che vi è sepolto sotto?
- Ah, si, ora mi ricordo! - esclamò l'asino.- Ma mi pare di aver sentito dire che le pietre tornano quasi subito e che schiacciano a morte chiunque trovano nei dintorni senza un mazzetto di cantarella e trifoglio (a cinque foglie) in mano.
-E' proprio così. Ma le erbe magiche non bastano, perchè il tesoro si trasforma in polvere se in cambio non si lascia sotto le pietre almeno un uomo (meglio se battezzato).
Un uomo deve morire perchè un'altro diventi ricco... alle volte la vecchia magia del piccolo popolo e malefica stregoneria si avvicinano di molto.-
La mucca e l'asino tacquero di colpo: era trascorso tutto il tempo che era concesso loro per parlare.
L'uomo aveva sentito ogni cosa e allegro come un fringuello, si alzò e partì alla ricerca della cantarella e del trifoglio a cinque foglie.
Si allontanò da Plouhinec per evitare che i paesani scoprissero i suoi maneggi e trascorse senza dormire quasi tutta la settimana che aveva a disposizione frugando tra gli anfratti rocciosi, nelle vallette risparmiate dal gelo, sui fianchi delle colline esposte a mezzogiono.
Trovò quel che cercava solo al mattino dell'ultimo giorno dell'anno e dovette mettersi le gambe in spalla per fare in tempo a raggiungere Plouhinec entro sera.
Ma ce la fece e vide le prime case del villaggio.
Si avvicinò alle pietre con il mazzo di piante magiche,fu così che vide Bernèz intento a scalpellare.
-Sto incidendo una croce su questa pietra dei tempi in cui nessuno credeva a Dio o agli Dei. - rispose il giovane all'aria interrogativa del vecchio.
Ma quello lo interruppe senza dar peso alle sue parole (stava seguendo un'idea che gli era balenata in testa proprio in quel momento).
-Credo ti piacerebbe diventare abbastanza ricco per poter sposare la tua Rosannek- disse.
Un pò stupito che l'altro fosse al corrente del suo amore infelice, Bernèz si limitò ad annuire.
- Allora stammi a sentire - continuò il malefico, e gli raccontò ( a modo suo) delle pietre e del tesoro, dicendo che per lui solo il tesoro era troppo e l'avrebbe diviso volentieri con lui.
(il malefico si guardò bene di parlare delle piante magiche e del sacrificio umano che le pietre dei folletti richiedevano).Bernèz , da parte sua pensò bastasse il suo coraggio e si accinse a passare la notte vicino alle pietre di Plouhinec.
Appostati nel buio, i due sentirono battere le campane della mezzanotte dell'ultimo dell'anno.
Al primo rintocco la terra tremò e le pietre - dopo un secolo- si scossero e si "incamminarono" una dietro l'altra verso il fiume.
Rapidissimi il vecchio e Bernèz iniziarono a riempirsi le tasche e alcuni sacchi di tela che il vecchio aveva portato.
Nessuno avrebbe creduto a tanta ricchezza: si stavano chiedendo come avrebbero fatto a prendere tutto , ma sentirono di nuovo la terra tremarele pietre erano di "ritorno".
-Arrivano!, è la fine! gridò Bernèz.
Il vecchio tirò fuori il mazzo di erbe magiche e lo agitò davanti alla pietra più grossa e alta che incombeva su di lui.
- Ha ha ha !! a me non potranno far nulla, urlava sogghignando sinistramente.
Le pietre si fermarono trattenute dal poteredelle erbe, poi ripresero la marcia passando accanto al vecchio e dirigendosi verso Bernèz che si inginocchiò, pronto a morire.
E non morì, perchè la pietra che guidava le compagne era quella su cui il giovane aveva scolpito la croce a rune e non poteva uccidere colui che l'aveva resa sacra a Dio e agli Dei.
Le altre tornarono una ad una al loro posto e quando tutte furono di nuovo immobili, la pietra con la croce spiccò un alto balzo e si abbattè (sfracellandolo) sul malefico vecchio: le erbe non avevano alcun potere contro la croce.
Bernèz ebbe così abbastanza oro, argento e gemme preziose da sposare la bella Rosannek e da rendere ricchi tutti i contadini della regione, perchè era un ragazzo generoso e non volle tenere solo per sè quello che poteva far felici anche gli altri.
( ma secondo voi chi aveva suggerito a Bernèz di scolpire quella croce?... mah.. certo che queste leggende....)
C'era una volta in Bretagna un villaggio come tanti altri.
Si chiamava Plouhinec e non si sarebbe distinto da quelli vicini se non avesse potuto vantare una rarità: nei tempi in cui i folletti e gli altri del piccolo popolo si occupavano ancora di queste cose vi avevano eretto vicino due file di enormi pietre, tanto alte e pesanti che c'era da chiedersi come avessero fatto.
Nel piccolo villaggio vivevano un fratello e una sorella.
Marzinne, il fratello, lavorava i campi e ne ricavava abbastanza per essere considerato ricco, e Rosannek, la sorella, era (ovviamente) molto bella e poteva vantare molti pretendenti.
Tra di essi, però, Rosannek non poteva sposare l'unico che amasse, il giovane e coraggioso Bernèz.
Marzinne diceva che era troppo povero per aspirare alla sua mano.
Come ogni anno venne Natale, e la sera della vigilia, Bernèz e i contadini delle fattorie dei dintorni erano riuniti nella grande cucina di Marzinne e di Rosannek per celebrare la ricorrenza con una buona zuppa insaporita con miele e con appetitosi pasticci disposti con grazia sulla tavola apparecchiata a festa. Ad un tratto la porta si spalancò e sulla soglia apparve un vecchio.
"Buon appetito! Buon appetito a tutti!" augurò il nuovo arrivato con tono gioviale.
La visita inattesa fece tacere di colpo le allegre chiacchiere dei commensali ed il silenzio cadde in cucina.
Tutti conoscevano quell'uomo che aveva la fama di essere un perfido mago capace di far ammalare le bestie e disseccare le messi con la forza dei suoi tremendi incantesimi.
Ma era la vigilia di Natale ed era meglio ingraziarsi quell'uomo malvagio piuttosto che farselo nemico.
Marzinne lo invitò a sedere e a mangiare alla sua mensa.
Come c'era da aspettarsi, il resto del pasto si svolse in un'atmosfera triste e cupa.
-Bene, Marzinne, grazie- disse però l'uomo appena ebbe finito di ingoiare l'ultimo boccone. - Posso chiederti anche di farmi passare la notte sul fieno della tua stalla? - aggiunse- fa troppo freddo , non posso rimettermi subito in cammino.
Che sollievo! l'uomo sarebbe andato a dormire e la festa sarebbe continuata!
Marzinne pregò Bernèz di accompagnare lo "stregone" nella stalla, e quando il giovane fu di ritorno la cucina risuonò di nuovo di voci gioiose.
Intanto il vecchio si era accomodato su una lettiera di paglia tra il vecchio asino e la mucca di Marzinne: gli animali gli avrebbero tenuto un bel calduccio!
Aveva appena preso sonno quando suonò il primo rintocco delle campane di mezzanotte.
-Come stai mia cara?- disse l'asino alla mucca non ho potuto chiedertelo dall'ultima notte di Natale.
- Non mi va di parlare_ rispose la mucca gettando un'occhiata indispettita al vecchio (finto medicante). - Non voglio che questo buono a nulla ci ascolti-
-Non ti preoccupare per lui- replicò l'altro.
-Dorme e non ci sentirà.
-E' vero! E poi è talmente sciocco! Altro che mago! Non è nemmeno riuscito a scoprire che potrebbe diventare molto ricco in quattro e quattr'otto!
-In che modo?- domandò l'asino.
-Ma come, non sai che tra una settimana, come ogni cento anni, alla mezzanotte dell'ultimo giorno dell'anno le pietre di Plouhinec vanno al fiume per bere e lasciano bene in vista il tesoro che vi è sepolto sotto?
- Ah, si, ora mi ricordo! - esclamò l'asino.- Ma mi pare di aver sentito dire che le pietre tornano quasi subito e che schiacciano a morte chiunque trovano nei dintorni senza un mazzetto di cantarella e trifoglio (a cinque foglie) in mano.
-E' proprio così. Ma le erbe magiche non bastano, perchè il tesoro si trasforma in polvere se in cambio non si lascia sotto le pietre almeno un uomo (meglio se battezzato).
Un uomo deve morire perchè un'altro diventi ricco... alle volte la vecchia magia del piccolo popolo e malefica stregoneria si avvicinano di molto.-
La mucca e l'asino tacquero di colpo: era trascorso tutto il tempo che era concesso loro per parlare.
L'uomo aveva sentito ogni cosa e allegro come un fringuello, si alzò e partì alla ricerca della cantarella e del trifoglio a cinque foglie.
Si allontanò da Plouhinec per evitare che i paesani scoprissero i suoi maneggi e trascorse senza dormire quasi tutta la settimana che aveva a disposizione frugando tra gli anfratti rocciosi, nelle vallette risparmiate dal gelo, sui fianchi delle colline esposte a mezzogiono.
Trovò quel che cercava solo al mattino dell'ultimo giorno dell'anno e dovette mettersi le gambe in spalla per fare in tempo a raggiungere Plouhinec entro sera.
Ma ce la fece e vide le prime case del villaggio.
Si avvicinò alle pietre con il mazzo di piante magiche,fu così che vide Bernèz intento a scalpellare.
-Sto incidendo una croce su questa pietra dei tempi in cui nessuno credeva a Dio o agli Dei. - rispose il giovane all'aria interrogativa del vecchio.
Ma quello lo interruppe senza dar peso alle sue parole (stava seguendo un'idea che gli era balenata in testa proprio in quel momento).
-Credo ti piacerebbe diventare abbastanza ricco per poter sposare la tua Rosannek- disse.
Un pò stupito che l'altro fosse al corrente del suo amore infelice, Bernèz si limitò ad annuire.
- Allora stammi a sentire - continuò il malefico, e gli raccontò ( a modo suo) delle pietre e del tesoro, dicendo che per lui solo il tesoro era troppo e l'avrebbe diviso volentieri con lui.
(il malefico si guardò bene di parlare delle piante magiche e del sacrificio umano che le pietre dei folletti richiedevano).Bernèz , da parte sua pensò bastasse il suo coraggio e si accinse a passare la notte vicino alle pietre di Plouhinec.
Appostati nel buio, i due sentirono battere le campane della mezzanotte dell'ultimo dell'anno.
Al primo rintocco la terra tremò e le pietre - dopo un secolo- si scossero e si "incamminarono" una dietro l'altra verso il fiume.
Rapidissimi il vecchio e Bernèz iniziarono a riempirsi le tasche e alcuni sacchi di tela che il vecchio aveva portato.
Nessuno avrebbe creduto a tanta ricchezza: si stavano chiedendo come avrebbero fatto a prendere tutto , ma sentirono di nuovo la terra tremarele pietre erano di "ritorno".
-Arrivano!, è la fine! gridò Bernèz.
Il vecchio tirò fuori il mazzo di erbe magiche e lo agitò davanti alla pietra più grossa e alta che incombeva su di lui.
- Ha ha ha !! a me non potranno far nulla, urlava sogghignando sinistramente.
Le pietre si fermarono trattenute dal poteredelle erbe, poi ripresero la marcia passando accanto al vecchio e dirigendosi verso Bernèz che si inginocchiò, pronto a morire.
E non morì, perchè la pietra che guidava le compagne era quella su cui il giovane aveva scolpito la croce a rune e non poteva uccidere colui che l'aveva resa sacra a Dio e agli Dei.
Le altre tornarono una ad una al loro posto e quando tutte furono di nuovo immobili, la pietra con la croce spiccò un alto balzo e si abbattè (sfracellandolo) sul malefico vecchio: le erbe non avevano alcun potere contro la croce.
Bernèz ebbe così abbastanza oro, argento e gemme preziose da sposare la bella Rosannek e da rendere ricchi tutti i contadini della regione, perchè era un ragazzo generoso e non volle tenere solo per sè quello che poteva far felici anche gli altri.
( ma secondo voi chi aveva suggerito a Bernèz di scolpire quella croce?... mah.. certo che queste leggende....)