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La disperazione è l'arma migliore di cui il male si serve per annientare l'uomo nella dignità e nel suo valore per farlo suo.
La disperazione, più che da una mancanza di beni materiali, viene da una solitudine interiore, da un'impossibilità di comunicare all'altro il proprio sentire(senza cadere nell'ipocrisia o nelle solite frasi fatte),dal non sentirsi amati o per lo meno benvoluti: tutto ciò porta ad un'insopportabilità del peso della vita.)
Si sa di persone a cui non mancavano ricchezze o successo in campo lavorativo, bellezza, approvazione altrui (gente anche dello spettacolo,del cinema) e che pur si sono sentite sole e disperate.
Ci sono due tipi di disperazione: quella di chi non è credente e quella di chi lo è.
Sono tutte e due gravi ma la disperazione del credente è micidiale perchè è quella più voluta dal male.
Chi crede in Dio e si dispera(per le delusioni della vita, degli affetti, per le disgrazie, le malattie, la miseria)manifesta una mancanza di fede che porterà ben presto all'indifferenza.
Esiste poi il livello più grave di disperazione che è quello di colui che si sente in grave colpa verso Dio e verso gli uomini, che ha fatto cose ignobili, che si sente un reietto un rifiuto della società senza speranza di salvezza. Qui il male gioca la sua carta migliore, lo ha già nelle sue spire e aspetta solo il momento che costui si abbandoni ad una vita intima di stravizi o ad un gesto estremo di suicidio.
Lo so che è confortante illudersi di avere dio-padre a fianco: nel passato a fianco o dietro c’era l’angelo custode a proteggerci. Non mi dire che gli angeli sono stati emarginati. Come faccio senza l’arcangelo Michele che sguaina la spada e mi difende dal “male” ?Se guardiamo a Dio come ad un Padre che ci sta a fianco e ci sostiene in tutto non c'è spazio per la disperazione(abbiamo l'esempio di Gesù che dormiva nella barca mentre intorno imperversava la tempesta!)Le tempeste della vita non disturbano la quiete di chi si sente unito a Dio!
Anche il rapporto con gli altri può portare a disperazione(incomprensioni, litigi, tradimenti).In realtà nel mondo ogni essere umano è come un universo a sé (una città-stato,se mi si concede il termine).Vediamo persone intorno a noi di cui non conosciamo niente,non sappiamo chi sono nè la loro storia. Il corpo, come una corazza, racchiude volontà, sentimenti, gusti, aspirazioni, caratteristi che proprie che gli altri non conoscono(talvolta neanche gli stessi familiari)Vorremmo che gli altri ragionassero come noi, avessero gli stessi interessi, gusti alimentari, musicali, sportivi, idee politiche, scelte artistiche e ci meravigliamo se non apprezzano o disprezzano ciò che apprezziamo noi. Così scartiamo dalla nostra vita chi non è secondo il nostro modello. Siamo ormai miliardi di persone, tutti diversi,(come le impronte digitali),estranei l'uno all'altro con difficoltà di comunicare e di condividere. A volte abbiamo qualcosa in comune o che ci piace dell'altro e nascono così amicizie e innamoramenti ma, alla prima incongruenza, decadono. Vera amicizia e vero amore è quello di chi capisce che l'altro è diverso, accetta e condivide questa diversità conciliandola con se stesso. Il corpo è una facciata che spesso inganna, una maschera che può nascondere il totalmente diverso interiore. Nella nostra mente ci sono immagini di bellezza che ci travolgono (come anche i suoni,le melodie) e può capitare che una persona corrisponda a questa immagine e ne siamo profondamente attratti ma lo spirito di quella persona ci è sconosciuto. Solo uno Spirito Superiore comune può permettere di capirci, di accettare l'altro così com'è e di comunicare per formare un unico Ente:l'Umanità!
Per male intendo propriamente il maligno cioè un'entità negativa che ti spinge ad agire secondo le regole del suo mondo(quello terreno in cui l'uomo può agire come animale godendo soltanto dei piaceri del corpo fin che può,in un egoismo perfetto.)Il maligno ha le sue attrattive e spinge continuamente a fare cose che spesso non si vorrebbero fare.Per questo è necessaria una vigilanza continua per non diventare costanti servitori di questo male che riesce a far sfuggire dal nostro controllo perfino i pensieri.
Il maligno ha le sue attrattive e spinge continuamente a fare cose che spesso non si vorrebbero fare. Per questo è necessaria una vigilanza continua per non diventare costanti servitori di questo male che riesce a far sfuggire dal nostro controllo perfino i pensieri.
La solitudine interiore per me è non riuscire a stabilire un contatto spirituale con l'altro come se mancasse una connessione che impedisce la comunicazione.
Penso che il maggior numero delle disperazioni e dei suicidi si riscontri in chi afferma che Dio non c'è piuttosto che in credenti che si sentono "delusi"da Dio.L'inferno è questo:cercare Dio,volerlo afferrare e non essere in grado di farlo.L'inferno è anche la condizione di chi si accorge di aver sbagliato(dopo la vita fisica)e non può tornare indietro.
Non si possono dare delle fattezze ad entità spirituali; si sente solo il loro influsso nella nostra spiritualità
altamarea ha scritto:dedicato a Sara Mori
“Che io ti cerchi desiderando,
che ti desideri cercando,
che ti trovi amando,
che ti ami ritrovandoti”.
Questa locuzione la scrisse Il teologo-filosofo Anselmo d’Aosta, ove nacque nel 1033/34; fu monaco benedettino in Normandia e e vescovo di Canterbury, dove morì nel 1109.
La proposizione è tratta dalla pagina di apertura di uno dei suoi due capolavori, il “Proslogion” (= "colloquio") dell’anima con Dio: è un saggio di teologia in cui questo monaco espone la dimostrazione a priori dell'esistenza di Dio.
L’altro saggio di teologia è il “Monologion” (= "soliloquio"), incentrato sull'analisi degli attributi divini e sul problema di dimostrare l'esistenza di Dio.
Nella perifrasi che ho evidenziato in rosso il vescovo Anselmo inanella quattro verbi “annodandoli “ tra loro: cercare, desiderare, trovare, amare. Sono i punti cardinali dell’esperienza non solo mistica ma anche umana.
Il primo atto è il mettersi alla ricerca quando è il tempo della domanda, dell’attesa.
A quel primo atto si associa il desiderio, la motivazione, la speranza di una meta alta, l’ascesa verso la vetta della spiritualità.
Segue la luce quando si riesce a trovare ciò che si cercava e desiderava. Ed è a questo punto che si vive l’ultimo atto, l’esperienza suprema: l’incontro con Amore (se credi che Dio sia amore), totale e assoluto, eterno ed infinito. Si chiude, così, il cerchio della vita umana e spirituale.
Ultima modifica di tiziana il Lun 10 Dic 2018 - 11:37 - modificato 1 volta.
Sara Mori ha scritto:Non si possono dare delle fattezze ad entità spirituali;si sente solo il loro influsso nella nostra spiritualità
.Io non vivo con ansia e la preghiera per me è un piacere e non un castigo.Non frequento i confessionali e sono indignata dal fatto che le preghiere(quelle memorizzate)vengono date come penitenza:errore enorme del concetto di preghiera!
Eros e Dionisio erano divinità pagane ma pur sempre divinità per quei tempi.Se non si crede in Dio in quanto spirituale non si può credere neanche a questi.
La vita può essere piacevole anche mettendo sopra ad Eros e Dionisio qualcosa di più dignitoso per l'uomo(Tengo a precisare che non sono contraria a piaceri e divertimenti equilibrati poiché se Dio ci ha concesso una sensibilità lo ha fatto perché potessimo sperimentare e assaporare il bello e il buono che la Creazione ci presenta senza scendere al livello animalesco.L'uomo dà ad ogni cosa quel tocco in più che l'animale non fa:rende buoni i cibi,apprezza la musica,l'arte,la bellezza della natura,rende l'amore qualcosa di più di un atto generativo.
Io ho un partner di cui sono innamorata ma l'amore umano è un affluente dell'amore di Dio,ne fa parte non lo sostituisce.
Ritengo che non tutti gli atei chiaramente pensano al suicidio ma solo quelli a cui la vita in cui credono non ha dato e non ha più niente da dare(neanche Eros e Dionisio)Comunque penso di essere su un binario diverso dal tuo.Del resto ognuno ha la sua strada la sua meta,le sue illusioni come dici tu.In questa vita tutto è illusione:si fanno progetti e si lotta per realizzarli,ma siamo sicuri di arrivare a domani o anche questa è un'illusione?
Sara Mori ha scritto:Sono perfettamente d'accordo che l'uomo possiede il libero arbitrio altrimenti saremmo come dei "burattini"manovrati da un burattinaio che conosce il finale della commedia.La libertà di scegliere è molto più difficile che il determinismo(a cui non credo)
L'essere umano crea da sé il proprio destino ma spesso si trova a dei bivi che richiedono profonde riflessioni e drastiche decisioni che la fede può aiutare a prendere.
Secondo me l'essere umano crea da sè il proprio destino fino ad un certo punto, cioè può operare entro certe possibilità di scelta e occasioni che gli si presentano.Sara Mori ha scritto:Sono perfettamente d'accordo che l'uomo possiede il libero arbitrio altrimenti saremmo come dei "burattini"manovrati da un burattinaio che conosce il finale della commedia.La libertà di scegliere è molto più difficile che il determinismo(a cui non credo)
L'essere umano crea da sé il proprio destino ma spesso si trova a dei bivi che richiedono profonde riflessioni e drastiche decisioni che la fede può aiutare a prendere.
Arwen ha scritto:Secondo me l'essere umano crea da sè il proprio destino fino ad un certo punto, cioè può operare entro certe possibilità di scelta e occasioni che gli si presentano.Sara Mori ha scritto:Sono perfettamente d'accordo che l'uomo possiede il libero arbitrio altrimenti saremmo come dei "burattini"manovrati da un burattinaio che conosce il finale della commedia.La libertà di scegliere è molto più difficile che il determinismo(a cui non credo)
L'essere umano crea da sé il proprio destino ma spesso si trova a dei bivi che richiedono profonde riflessioni e drastiche decisioni che la fede può aiutare a prendere.
Alla fine siamo comunque in mano a qualcosa che potremmo definire "destino" determinato dalla casualità** degli eventi e sulla base di scelte limitate Per caso mi trovo a passare in una certa via e finisco uccisa da un pazzo che era li in quel momento per uccidere tutti i passanti, se avessi deciso di restarmene a casa non sarei morta, se avessi saputo, ma anche se non avessi saputo ma avrei deciso diversamrnte quel giorno.
Miss,Miss.Stanislavskij ha scritto:E il libero arbitrio del bimbo innocente?
tiziana ha scritto:Miss,Miss.Stanislavskij ha scritto:E il libero arbitrio del bimbo innocente?
devi considerare l'imputabilità e la responsabilità del c.p. ( codice penale) per orientarti meglio nel libero arbitrio religioso.
Si sa che la responsabilità penale dipende dalla coscienza ( dalla consapevolezza) con cui viene fatta un'azione e dalla volontà.
Per l'imputabilità il c.p. considera non imputabili sotto i 14 anni non compiuti, e imputabili tra i 14 e i 18 anni non compiuti, anche se con pena diminuita.
Un bimbo di 16 mesi, ad es, che dorme in una culla non è responsabile, nè imputabile, e nè ha libero arbitrio.
Per chi lo uccide le cose variano a seconda dell'età dell'individuo, della sua responsabilità penale e della sua imputabilità penale. Ad es se un individuo di 25 anni è affetto da vizio totale o parziale di mente non è imputabile, o la pena viene ridotta.
La morale religiosa e il codice penale sono come due cerchi che si accavallano ma non coincidono perfettamente.
E' ovvio che il bambino piccolo in una culla che non è imputabile e nè penalmente responsabile non ha ancora il libero arbitrio, che dovra' elaborare da solo, con le informazioni che gli verranno date e con le modalita con cui tali informazioni gli saranno fornite.
Ciao.
Miss.Stanislavskij ha scritto:tiziana ha scritto:Miss,Miss.Stanislavskij ha scritto:E il libero arbitrio del bimbo innocente?
devi considerare l'imputabilità e la responsabilità del c.p. ( codice penale) per orientarti meglio nel libero arbitrio religioso.
Si sa che la responsabilità penale dipende dalla coscienza ( dalla consapevolezza) con cui viene fatta un'azione e dalla volontà.
Per l'imputabilità il c.p. considera non imputabili sotto i 14 anni non compiuti, e imputabili tra i 14 e i 18 anni non compiuti, anche se con pena diminuita.
Un bimbo di 16 mesi, ad es, che dorme in una culla non è responsabile, nè imputabile, e nè ha libero arbitrio.
Per chi lo uccide le cose variano a seconda dell'età dell'individuo, della sua responsabilità penale e della sua imputabilità penale. Ad es se un individuo di 25 anni è affetto da vizio totale o parziale di mente non è imputabile, o la pena viene ridotta.
La morale religiosa e il codice penale sono come due cerchi che si accavallano ma non coincidono perfettamente.
E' ovvio che il bambino piccolo in una culla che non è imputabile e nè penalmente responsabile non ha ancora il libero arbitrio, che dovra' elaborare da solo, con le informazioni che gli verranno date e con le modalita con cui tali informazioni gli saranno fornite.
Ciao.
Un bambino di sette anni?
Sara Mori ha scritto:Il dramma peggiore nel mondo è la disperazione che è capace di far morire corpo e spirito dell'essere umano.La disperazione è l'arma migliore di cui il male si serve per annientare l'uomo nella dignità e nel suo valore per farlo suo.Nel mondo moderno la disperazione si è propagata velocemente includendo non solo alcune fasce della società ma un po' tutti e,sempre di più,i giovani.La disperazione,più che da una mancanza di beni materiali, viene da una solitudine interiore,da un'impossibilità di comunicare all'altro il proprio sentire(senza cadere nell'ipocrisia o nelle solite frasi fatte),dal non sentirsi amati o per lo meno benvoluti:tutto ciò porta ad un'insopportabilità del peso della vita.)Si sa di persone a cui non mancavano ricchezze o successo in campo lavorativo,bellezza,approvazione altrui(gente anche dello spettacolo,del cinema) e che pur si sono sentite sole e disperate.Ci sono due tipi di disperazione:quella di chi non è credente e quella di chi lo è.Sono tutte e due gravi ma la disperazione del credente è micidiale perchè è quella più voluta dal male.Chi crede in Dio e si dispera(per le delusioni della vita,degli affetti,per le disgrazie,le malattie,la miseria)manifesta una mancanza di fede che porterà ben presto all'indifferenza.Esiste poi il livello più grave di disperazione che è quello di colui che si sente in grave colpa verso Dio e verso gli uomini,che ha fatto cose ignobili,che si sente un reietto un rifiuto della società senza speranza di salvezza.Qui il male gioca la sua carta migliore,lo ha già nelle sue spire e aspetta solo il momento che costui si abbandoni ad una vita intima di stravizi o ad un gesto estremo di suicidio.Il dramma di Giuda(e anche di tanta parte dell'umanità)non è tanto aver tradito Gesù ma aver disperato del suo perdono e della sua misericordia.Se guardiamo a Dio come ad un Padre che ci sta a fianco e ci sostiene in tutto non c'è spazio per la disperazione(abbiamo l'esempio di Gesù che dormiva nella barca mentre intorno imperversava la tempesta!)Le tempeste della vita non disturbano la quiete di chi si sente unito a Dio!Anche il rapporto con gli altri può portare a disperazione(incomprensioni,litigi,tradimenti).In realtà nel mondo ogni essere umano è come un universo a sè(una città-stato,se mi si concede il termine).Vediamo persone intorno a noi di cui non conosciamo niente,non sappiamo chi sono nè la loro storia.Il corpo,come una corazza,racchiude volontà,sentimenti,gusti,aspirazioni,caratteristi che proprie che gli altri non conoscono(talvolta neanche gli stessi familiari)Vorremmo che gli altri ragionassero come noi,avessero gli stessi interessi,gusti alimentari,musicali,sportivi,idee politiche,scelte artistiche e ci meravigliamo se non apprezzano o disprezzano ciò che apprezziamo noi.Così scartiamo dalla nostra vita chi non è secondo il nostro modello.Siamo ormai miliardi di persone,tutti diversi,(come le impronte digitali),estranei l'uno all'altro con difficoltà di comunicare e di condividere.A volte abbiamo qualcosa in comune o che ci piace dell'altro e nascono così amicizie e innamoramenti ma,alla prima incongruenza,decadono.Vera amicizia e vero amore è quello di chi capisce che l'altro è diverso,accetta e condivide questa diversità conciliandola con se stesso.Il corpo è una facciata che spesso inganna,una maschera che può nascondere il totalmente diverso interiore.Nella nostra mente ci sono immagini di bellezza che ci travolgono (come anche i suoni,le melodie) e può capitare che una persona corrisponda a questa immagine e ne siamo profondamente attratti ma lo spirito di quella persona ci è sconosciuto.Solo uno Spirito Superiore comune può permettere di capirci,di accettare l'altro così com'è e di comunicare per formare un unico Ente:l'Umanità!
Miss.Stanislavskij ha scritto:Tiziana, temo di non essermi spiegata bene.
Là dove tu affermi
"Dio si ferma dinanzi alla libertà dell'uomo, anche se Dio vede che un assassino sta per uccidere un bimbo innocente, Dio si ferma perchè rispetta la libertà dell'assassino."
Io intendo che Dio rispetta la libertà dell'assassino, non interviene, lo lascia libero di scegliere, perché il libero arbitrio è la libertà che Dio concede all'uomo.
Ti chiedo e mi chiedo, ma la vittima (di qualunque età, facciamo ben oltre i quattordici anni in modo da non impantanarci nel discorso su diritto canonico e non), la quale chiede "non uccidermi", che tenta la fuga o si difende e che con gesti e parole esprime chiaramente la sua VOLONTA' di vivere, esprime il suo libero arbitrio; ma esso gli viene negato dal libero arbitrio altrui, ti chiedo, Dio rispetta la libertà dell'assassino, e quella dell'assassinato?
Miss.Stanislavskij ha scritto:Tiziana, temo di non essermi spiegata bene.
Là dove tu affermi
"Dio si ferma dinanzi alla libertà dell'uomo, anche se Dio vede che un assassino sta per uccidere un bimbo innocente, Dio si ferma perchè rispetta la libertà dell'assassino."
Io intendo che Dio rispetta la libertà dell'assassino, non interviene, lo lascia libero di scegliere, perché il libero arbitrio è la libertà che Dio concede all'uomo.
Ti chiedo e mi chiedo, ma la vittima (di qualunque età, facciamo ben oltre i quattordici anni in modo da non impantanarci nel discorso su diritto canonico e non), la quale chiede "non uccidermi", che tenta la fuga o si difende e che con gesti e parole esprime chiaramente la sua VOLONTA' di vivere, esprime il suo libero arbitrio; ma esso gli viene negato dal libero arbitrio altrui, ti chiedo, Dio rispetta la libertà dell'assassino, e quella dell'assassinato?
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