Ma voi, siete sicuri di esistere?
Ci pensavo oggi durante le mie tre ore giornaliere di bus al ritorno.. Cosa vi fa essere così sicuri che esistete?
Io sono convinta che per fare un'indagine di questo tipo sia necessario andare a ritroso: che cosa significa "esistere" per voi? Se davvero per esistere basta pensare, allora il problema è accantonato. Ma siamo sicuri sia così? Perché se così fosse, pensate: anche nei sogni il nostro io pensa, ma non siamo veramente esistiti in quelle situazioni, era solo la nostra immaginazione; di conseguenza quella è una situazione in cui pensavamo ma allo stesso tempo non esistevamo; per questo non mi sento di dire che "cogito ergo sum"; potremmo essere semplicemente evanescenti sogni, e quindi non esistere.
Tornando al punto, potremmo definire "esistere" come "appartenere alla realtà"; ecco che sorge un altro immenso problema: cos'è la realtà? Non mi voglio dilungare su questo, ognuno ha la sua idea su cosa sia questa fantomatica Realtà, tanti filosofi ne hanno discusso, ognuno è arrivato alla sua validissima conclusione, e io impiegherei due giorni per scrivere tutto ciò che penso a riguardo.
Comunque. Il soggetto, oltre che come "io", si può considerare come l'effetto che provoca sull'altro; siamo tutti proiezione di ciò che vede e sente colui che ci percepisce. Potrei dire che io non esisto in quanto "io sono", ma solo perché gli altri mi percepiscono. Di conseguenza, noi siamo immaginazione dell'altro, perché se l'altro ci percepisce, lo fa attraverso il filtro della sua mente. Nessuno avrà una visione oggettiva di noi stessi, come noi non l'abbiamo di noi stessi. Possiamo dunque dire che ognuno è percezione del prossimo. Ma se è così:
1) Non siamo;
2) Sarebbe come chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina: chi è stato il primo ad immaginare qualcosa e creare tutta questa rete intricata di percezioni ed esistenze? Anche perché costui avrebbe dovuto essere il primo ad essere a sua volta immaginato/percepito.
Ok, non vi annoio ulteriormente, a volte mi stupisco anch'io di fare tutti questi pensieri ed avere la bellezza di 18 anni.
Comunque: che cosa vi fa sentire "esistenti"? Chi l'adrenalina, chi il piacere fisico, chi l'altruismo, chi il dolore..
Cosa vi fa dire: "io posso essere certo/a di esistere perché..."?
Ci pensavo oggi durante le mie tre ore giornaliere di bus al ritorno.. Cosa vi fa essere così sicuri che esistete?
Io sono convinta che per fare un'indagine di questo tipo sia necessario andare a ritroso: che cosa significa "esistere" per voi? Se davvero per esistere basta pensare, allora il problema è accantonato. Ma siamo sicuri sia così? Perché se così fosse, pensate: anche nei sogni il nostro io pensa, ma non siamo veramente esistiti in quelle situazioni, era solo la nostra immaginazione; di conseguenza quella è una situazione in cui pensavamo ma allo stesso tempo non esistevamo; per questo non mi sento di dire che "cogito ergo sum"; potremmo essere semplicemente evanescenti sogni, e quindi non esistere.
Tornando al punto, potremmo definire "esistere" come "appartenere alla realtà"; ecco che sorge un altro immenso problema: cos'è la realtà? Non mi voglio dilungare su questo, ognuno ha la sua idea su cosa sia questa fantomatica Realtà, tanti filosofi ne hanno discusso, ognuno è arrivato alla sua validissima conclusione, e io impiegherei due giorni per scrivere tutto ciò che penso a riguardo.
Comunque. Il soggetto, oltre che come "io", si può considerare come l'effetto che provoca sull'altro; siamo tutti proiezione di ciò che vede e sente colui che ci percepisce. Potrei dire che io non esisto in quanto "io sono", ma solo perché gli altri mi percepiscono. Di conseguenza, noi siamo immaginazione dell'altro, perché se l'altro ci percepisce, lo fa attraverso il filtro della sua mente. Nessuno avrà una visione oggettiva di noi stessi, come noi non l'abbiamo di noi stessi. Possiamo dunque dire che ognuno è percezione del prossimo. Ma se è così:
1) Non siamo;
2) Sarebbe come chiedersi se è nato prima l'uovo o la gallina: chi è stato il primo ad immaginare qualcosa e creare tutta questa rete intricata di percezioni ed esistenze? Anche perché costui avrebbe dovuto essere il primo ad essere a sua volta immaginato/percepito.
Ok, non vi annoio ulteriormente, a volte mi stupisco anch'io di fare tutti questi pensieri ed avere la bellezza di 18 anni.
Comunque: che cosa vi fa sentire "esistenti"? Chi l'adrenalina, chi il piacere fisico, chi l'altruismo, chi il dolore..
Cosa vi fa dire: "io posso essere certo/a di esistere perché..."?