".........la madre non sufficientemente buona non è in grado di rendere effettiva l’onnipotenza del bambino e non smette
dunque di venirgli meno invece di rispondere al suo gesto. Al suo posto vi sostituisce il proprio, che non
avrà senso se non attraverso la sottomissione del bambino., il bambino viene indotto ad essere
compiacente ed un Falso Sé condiscendente reagisce alle richieste ambientali e l’infante sembra
accettarle....crescendo e diventando bambino, diventa proprio come la madre, la balia,la zia o qualsiasi
persona che in quel momento domini la scena.......
Il falso Sé sorge come costruzione che ha lo scopo di colmare il vuoto aperto dal difetto della risposta dell’altro Il vero Sé non è una struttura, ma è un vissuto interiore che vive in relazione all’esistenza del falso Sé.
Il falso se insomma non è mai del tutto falso: esso rivela qualcosa dell'individuo al prezzo di celare qualcos'altro. Il rapporto tra ciò che esso rivela e ciò che cela determina il grado di falsificazione.
Credo che in quest'ultima frase stia la chiave. Perchè chiederci se siamo veri o siamo falsi? Perchè siamo sempre veri anche nel nostro non esserlo. Riconoscere il proprio Falso Sé significa ripercorrere il cordone ombelicale che lo collega al Sè che lo ha generato, che è vivo e lo nutre senza poter venire alla luce. Noi siamo noi anche nelle bugie che raccontiamo a noi stessi nel profondo. Non c'è bugia che non sia in rapporto con la verità e non c'è verità che non sia tanto saggia da ignorare questa distinzione.
Questa è la chiave della nostra vita, e la chiave della nostra vita con gli altri.
Sapete dirmi qualcosa di questo legame in noi stessi? e nel mondo intorno a voi?
Perchè il Falso Sè è tanto triste nella sua genesi quanto indispensabile nel nostro stare al mondo e per questo diffuso, gratificato e incentivato al discapito del gemello debole che qualcuno ha scelto non potesse vivere al suo posto.