Non voglio dare lezioni di storia a nessuno. Ma qui mi tirano per i capelli che non ho.
Tutte le questioni hanno la loro importanza. Sicuramente il cristianesimo è uno degli aspetti fondamentali della nostra cultura. Questo indipendentemente dal fatto che uno abbia o meno la fede cristiana.
Qui faccio solo un discorso storico.
La prima questione "dottrinale" che dovette affrontare la cristianità e che determinò poi tutto il suo sviluppo successivo era la seguente:
"Il cristianesimo è solo una filiazione, un ramo del giudaismo? Oppure è qualcosa di diverso, di discontinuo con la tradizione giudaica? (dunque qualcosa di nuovo). Di conseguenza, il cristianesimo è riservato a chi è divenuto un proselita del giudaismo? Oppure è possibile essere seguaci di Cristo senza osservare i rituali e le tradizioni della fede giudaica? Cioè per essere cristiani bisogna prima essere ebrei, oppure possono diventare cristiani anche i non ebrei?"
Intorno a questo problema si sviluppò il primo concilio della chiesa cristiana della storia. Il Concilio di Gerusalemme del 50 DC, che vide coinvolti nella diatriba Paolo, da una parte, e i "giudei" capeggiati da Pietro e Giacomo, dall'altra.
Dopo una accesa disputa tra le diverse fazioni, l'una che vorrebbe imporre la legge mosaica ai pagani convertiti e l'altra che considera questa un «giogo» iniquo, si decide che il cristainesimo è "qualcosa di nuovo" rispetto al giudaismo e i cristiani non devono avere col giudaismo alcun legame.
Tuttavia, il fatto che sia stato deciso dal concilio, non elimina il problema che "diversi predicatori andassero per conto loro".
Paolo, nella sua lettere ai Galati (Papiro 46), fa proprio riferimento a tali predicatori che impongono la legge giudaica ai cristiani non Ebrei, in netto contrasto con quanto deciso dal Concilio di Gerusalemme.
Inoltre nella lettera ai Galati si fa espresso riferimento a un'altra delle deliberazioni alla quale era giunto il Concilio di Gerusalemme. Tra la Chiesa di Gerusalemme e Paolo di Tarso si giunge all'accordo ufficiale sulla ripartizione delle missioni: Giacomo e Pietro per i giudeo-cristiani circoncisi e Paolo per i gentili provenienti dal paganesimo.
Questo per fare una piccola lezione di storia. E per dimostrare che le decisioni relative alla dottrina cristiana - che pure sono una cosa complessissima visto l'argomento - sono diventate un problema da subito. E che il cristianesimo non è nato a tavolino, ma inizia da una vicenda (che deve essere ben compresa e digerita dagli stessi che l'hanno vissuta...tanto che è necessario un concilio per dirimere le diatribe) e, da quella vicenda, poi si allarga a tutto l'impero romano e alla storia.
Rimane comunque il problema storico e di fede, di valutare se la vicenda centrale del cristianesimo, che è il nucleo e la base di tutto il cristianesimo, sia realmente accaduta oppure no. Cioè la morte e la resurrezione di Gesù.
Per ora non esistono documenti storici originali e indipendenti che lo attestano e che lo testimoniano.
Da un punto di vista storico si era alla vigilia di un dramma. La persecuzione dei cristiani che investì tutto l'impero e che durò quasi 300 anni.
Questa persecuzione, oltre ai drammi umani, causò la discesa del cristianesimo nelle catacombe. Causò una impossibilità di comunicare, di far circolare le idee. E si ebbe quindi la nascita di mille rivoli "dottrinali" (le cosiddette eresie) che trovarono una loro parziale composizione e risoluzione solo nel Concilio di Nicea, che avvenne quasi 300 anni dopo il primo concilio di Gerusalemme.
A questo si deve anche la difficoltà di trovare testi risalenti a quel periodo. Già la scrittura era riservata a pochi eletti. In più il cristinesimo poteva essere vissuto solo in clandestinità. Non si potevano quindi divulgare libri e documenti se non a rischio della vita.
Tutte le questioni hanno la loro importanza. Sicuramente il cristianesimo è uno degli aspetti fondamentali della nostra cultura. Questo indipendentemente dal fatto che uno abbia o meno la fede cristiana.
Qui faccio solo un discorso storico.
La prima questione "dottrinale" che dovette affrontare la cristianità e che determinò poi tutto il suo sviluppo successivo era la seguente:
"Il cristianesimo è solo una filiazione, un ramo del giudaismo? Oppure è qualcosa di diverso, di discontinuo con la tradizione giudaica? (dunque qualcosa di nuovo). Di conseguenza, il cristianesimo è riservato a chi è divenuto un proselita del giudaismo? Oppure è possibile essere seguaci di Cristo senza osservare i rituali e le tradizioni della fede giudaica? Cioè per essere cristiani bisogna prima essere ebrei, oppure possono diventare cristiani anche i non ebrei?"
Intorno a questo problema si sviluppò il primo concilio della chiesa cristiana della storia. Il Concilio di Gerusalemme del 50 DC, che vide coinvolti nella diatriba Paolo, da una parte, e i "giudei" capeggiati da Pietro e Giacomo, dall'altra.
Dopo una accesa disputa tra le diverse fazioni, l'una che vorrebbe imporre la legge mosaica ai pagani convertiti e l'altra che considera questa un «giogo» iniquo, si decide che il cristainesimo è "qualcosa di nuovo" rispetto al giudaismo e i cristiani non devono avere col giudaismo alcun legame.
Tuttavia, il fatto che sia stato deciso dal concilio, non elimina il problema che "diversi predicatori andassero per conto loro".
Paolo, nella sua lettere ai Galati (Papiro 46), fa proprio riferimento a tali predicatori che impongono la legge giudaica ai cristiani non Ebrei, in netto contrasto con quanto deciso dal Concilio di Gerusalemme.
Inoltre nella lettera ai Galati si fa espresso riferimento a un'altra delle deliberazioni alla quale era giunto il Concilio di Gerusalemme. Tra la Chiesa di Gerusalemme e Paolo di Tarso si giunge all'accordo ufficiale sulla ripartizione delle missioni: Giacomo e Pietro per i giudeo-cristiani circoncisi e Paolo per i gentili provenienti dal paganesimo.
Questo per fare una piccola lezione di storia. E per dimostrare che le decisioni relative alla dottrina cristiana - che pure sono una cosa complessissima visto l'argomento - sono diventate un problema da subito. E che il cristianesimo non è nato a tavolino, ma inizia da una vicenda (che deve essere ben compresa e digerita dagli stessi che l'hanno vissuta...tanto che è necessario un concilio per dirimere le diatribe) e, da quella vicenda, poi si allarga a tutto l'impero romano e alla storia.
Rimane comunque il problema storico e di fede, di valutare se la vicenda centrale del cristianesimo, che è il nucleo e la base di tutto il cristianesimo, sia realmente accaduta oppure no. Cioè la morte e la resurrezione di Gesù.
Per ora non esistono documenti storici originali e indipendenti che lo attestano e che lo testimoniano.
Da un punto di vista storico si era alla vigilia di un dramma. La persecuzione dei cristiani che investì tutto l'impero e che durò quasi 300 anni.
Questa persecuzione, oltre ai drammi umani, causò la discesa del cristianesimo nelle catacombe. Causò una impossibilità di comunicare, di far circolare le idee. E si ebbe quindi la nascita di mille rivoli "dottrinali" (le cosiddette eresie) che trovarono una loro parziale composizione e risoluzione solo nel Concilio di Nicea, che avvenne quasi 300 anni dopo il primo concilio di Gerusalemme.
A questo si deve anche la difficoltà di trovare testi risalenti a quel periodo. Già la scrittura era riservata a pochi eletti. In più il cristinesimo poteva essere vissuto solo in clandestinità. Non si potevano quindi divulgare libri e documenti se non a rischio della vita.