Tolkien ci ricorda con le sue opere che la connessione istituita tra
bambini e fiabe non è che un accidente della nostra storia. Le fiabe,
nel moderno mondo alfabetizzato, sono state relegate alla stanza dei
bambini, così come mobili sciupati o fuori moda vengono relegati nella
stanza dei giochi, soprattutto perché gli adulti non vogliono più
vederseli d’attorno e non si preoccupano se vengono maltrattati. Ci
ricorda che le fiabe non sono necessariamente storie di fate, bensì vicende in cui si narra del mondo fatato. E’ un reame che
contiene molte altre cose accanto a elfi e fate, oltre a gnomi,
streghe, trolls, giganti e draghi: racchiude i mari, il sole, la luna,
il cielo, e la terra e tutte le cose che sono in essa, alberi e
uccelli, acque e sassi, pane e vino, e noi stessi, uomini mortali,
quando siamo vittime di un incantesimo. Egli paragona le fiabe ad un
calderone pieno di minestra nel quale mitologia, storiografia, romance,
agiografia, racconti popolari e creazioni letterarie sono state gettate
assieme e quindi lasciate ribollire nei secoli.Fu solo nel diciannovesimo secolo che letteratura e arte
fantastica furono confinate all’infanzia , poiché ciò
avvenne in un momento in cui l’interesse del pubblico adulto per queste
arti non avrebbe potuto essere maggiore. Prima di allora, i racconti
epici ed i miti antichi occupavano un posto centrale nella letteratura,
mentre i loro cugini, i racconti popolari e le fiabe, venivano
raccontati indifferentemente a giovani ed anziani.
Il Signore Degli Anelli, narra una storia che è universale, come ogni storia di ricerca. La ricerca è un simbolo esistenziale fondamentale. La ricerca ed il siaggio esemplificano il mistero dell'esistenza. La stessa cosa vale per l'anello, simbolo di un legame sempre prezioso, simbolo di potere, e per questo nefasto qual'ora potere e legame implichino un contatto con il male.
Questo autore e questo libro sono riusciti a catturare il mio immaginario per queste ed altre ragioni....
sicuramente non sono il solo...
bambini e fiabe non è che un accidente della nostra storia. Le fiabe,
nel moderno mondo alfabetizzato, sono state relegate alla stanza dei
bambini, così come mobili sciupati o fuori moda vengono relegati nella
stanza dei giochi, soprattutto perché gli adulti non vogliono più
vederseli d’attorno e non si preoccupano se vengono maltrattati. Ci
ricorda che le fiabe non sono necessariamente storie di fate, bensì vicende in cui si narra del mondo fatato. E’ un reame che
contiene molte altre cose accanto a elfi e fate, oltre a gnomi,
streghe, trolls, giganti e draghi: racchiude i mari, il sole, la luna,
il cielo, e la terra e tutte le cose che sono in essa, alberi e
uccelli, acque e sassi, pane e vino, e noi stessi, uomini mortali,
quando siamo vittime di un incantesimo. Egli paragona le fiabe ad un
calderone pieno di minestra nel quale mitologia, storiografia, romance,
agiografia, racconti popolari e creazioni letterarie sono state gettate
assieme e quindi lasciate ribollire nei secoli.Fu solo nel diciannovesimo secolo che letteratura e arte
fantastica furono confinate all’infanzia , poiché ciò
avvenne in un momento in cui l’interesse del pubblico adulto per queste
arti non avrebbe potuto essere maggiore. Prima di allora, i racconti
epici ed i miti antichi occupavano un posto centrale nella letteratura,
mentre i loro cugini, i racconti popolari e le fiabe, venivano
raccontati indifferentemente a giovani ed anziani.
Il Signore Degli Anelli, narra una storia che è universale, come ogni storia di ricerca. La ricerca è un simbolo esistenziale fondamentale. La ricerca ed il siaggio esemplificano il mistero dell'esistenza. La stessa cosa vale per l'anello, simbolo di un legame sempre prezioso, simbolo di potere, e per questo nefasto qual'ora potere e legame implichino un contatto con il male.
Questo autore e questo libro sono riusciti a catturare il mio immaginario per queste ed altre ragioni....
sicuramente non sono il solo...