Sarà che, al giorno d'oggi, servire una prima a più di 200 all'ora sta diventando quasi normale nel professionismo, sarà che superfici e racchette non sono più quelle di una volta, ma ormai i tennisti che praticano abitualmente questo tipo di gioco si contano sulle dita di una mano.
Fino a qualche anno fa nessuno poteva sperare di vincere a Wimbledon se non scendeva a rete subito dopo il servizio. Anche i terraioli, se volevano andare avanti nel torneo, erano costretti a trasformare il proprio gioco. Borg riuscì ad aggiudicarsi cinque volte la coppa grazie a un gran senso della posizione, perché giocava una volée quasi esclusivamente difensiva. Altri materiali, altra epoca. Lendl avrebbe dato un occhio per vincerlo, e negli ultimi anni della sua carriera dedicava a Wimbledon molti mesi della sua preparazione, ma per lui la vittoria del torneo sarebbe sempre rimasta una chimera, pur arrivando due volte in finale. Eppure nel suo palmarès si contano anche diversi tornei sull'erba, fra cui la clamorosa vittoria al Queens del 1990 (in finale strapazzò un certo Boris Becker, senza mai aver perso il servizio in tutto il torneo).
Poi sono arrivate le vittorie di quei tennisti da fondocampo come Courier, Agassi, Nadal, che nemmeno sull'erba quasi mai seguono a rete la propria battuta. Quasi altrettanto vale per Federer, che pure possiede un tocco delizioso da qualsiasi zona del campo (a volte lo si vede giocare demi-volées vincenti perfino dalla trequarti). Per par condicio, sarebbe stato giusto che Edberg avesse vinto la finale del Roland Garros al posto di un giocatore insignificante come Chang (che quell'anno diventò addirittura il più giovane ad aver mai vinto a Parigi).
Dove sono andati a finire i grandi interpreti del serve and volley? Gente come McEnroe, Becker, Edberg, l'ancor più sopraffino Sampras, per non parlare della lunga serie dei grandi erbivori australiani, da Laver a Newcombe fino a Cash, per finire in bellezza con quel Patrick Rafter in grado di divertire chiunque col suo gioco atletico e spumeggiante, altro che il sempre più spento Lleighton Hewitt.
Oggi si vedono sempre e solo quei maledetti arrotini da fondocampo che sembrano tutti stampati in serie. Poca fantasia, molta noia. Quanto era più bello il tennis, solo una manciata di anni fa!
Fino a qualche anno fa nessuno poteva sperare di vincere a Wimbledon se non scendeva a rete subito dopo il servizio. Anche i terraioli, se volevano andare avanti nel torneo, erano costretti a trasformare il proprio gioco. Borg riuscì ad aggiudicarsi cinque volte la coppa grazie a un gran senso della posizione, perché giocava una volée quasi esclusivamente difensiva. Altri materiali, altra epoca. Lendl avrebbe dato un occhio per vincerlo, e negli ultimi anni della sua carriera dedicava a Wimbledon molti mesi della sua preparazione, ma per lui la vittoria del torneo sarebbe sempre rimasta una chimera, pur arrivando due volte in finale. Eppure nel suo palmarès si contano anche diversi tornei sull'erba, fra cui la clamorosa vittoria al Queens del 1990 (in finale strapazzò un certo Boris Becker, senza mai aver perso il servizio in tutto il torneo).
Poi sono arrivate le vittorie di quei tennisti da fondocampo come Courier, Agassi, Nadal, che nemmeno sull'erba quasi mai seguono a rete la propria battuta. Quasi altrettanto vale per Federer, che pure possiede un tocco delizioso da qualsiasi zona del campo (a volte lo si vede giocare demi-volées vincenti perfino dalla trequarti). Per par condicio, sarebbe stato giusto che Edberg avesse vinto la finale del Roland Garros al posto di un giocatore insignificante come Chang (che quell'anno diventò addirittura il più giovane ad aver mai vinto a Parigi).
Dove sono andati a finire i grandi interpreti del serve and volley? Gente come McEnroe, Becker, Edberg, l'ancor più sopraffino Sampras, per non parlare della lunga serie dei grandi erbivori australiani, da Laver a Newcombe fino a Cash, per finire in bellezza con quel Patrick Rafter in grado di divertire chiunque col suo gioco atletico e spumeggiante, altro che il sempre più spento Lleighton Hewitt.
Oggi si vedono sempre e solo quei maledetti arrotini da fondocampo che sembrano tutti stampati in serie. Poca fantasia, molta noia. Quanto era più bello il tennis, solo una manciata di anni fa!