Forum di Libera Discussione. Il Luogo di Chi è in Viaggio e di Chi sta Cercando. Attualità, politica, filosofia, psicologia, sentimenti, cultura, cucina, bellezza, satira, svago, nuove amicizie e molto altro

Per scoprire le iniziative in corso nel forum scorri lo scroll


Babel's Land : International Forum in English language Fake Collettivo : nato da un audace esperimento di procreazione virtuale ad uso di tutti gli utenti Gruppo di Lettura - ideato e gestito da Miss. Stanislavskij La Selva Oscura : sezione riservata a chi ha smarrito la retta via virtuale Lo Specchio di Cristallo : una sezione protetta per parlare di te La Taverna dell'Eco: chat libera accessibile agli utenti della Valle

Non sei connesso Connettiti o registrati

 

Marco Simoncelli

Condividi 

Vai alla pagina : Precedente  1, 2

Visualizza l'argomento precedente Visualizza l'argomento successivo Andare in basso  Messaggio [Pagina 2 di 2]

26
Zadig
Zadig
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
marimba ha scritto:
Zadig ha scritto:Quello che posso scrivere, invece, che nel motociclismo morire non è così frequente come in altri sport: gli è andata davvero male.
In moto il 70% degli incidenti mortali » BlogMotori
mi riferivo al motociclismo inteso come sport, Marimbina.
In strada è ben diverso che in pista.

27
Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
orvix ha scritto:
marimba ha scritto:*

Nessuno però che abbia detto una parola sull'assurdo baraccone di uno sport che per vendere un prodotto ha bisogno di far rischiare la vita a chi lo pratica. Un incontro di ping-pong sarà più noioso, ma non ha mai ammazzato nessuno.


quindi...????
aboliamo la boxe, aboliamo lo sci, aboliamo tutti gli sport motoristici, aboliamo il ciclismo(ancora piu' pericoloso del motociclismo) e restiamo con calcio e ping pong?

28
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
Zadig ha scritto:
marimba ha scritto:
Zadig ha scritto:Quello che posso scrivere, invece, che nel motociclismo morire non è così frequente come in altri sport: gli è andata davvero male.
In moto il 70% degli incidenti mortali » BlogMotori
mi riferivo al motociclismo inteso come sport, Marimbina.
In strada è ben diverso che in pista.
SArà. Ma il discorso è generale, e non riguarda solo la moto.
Ma così, tanto per parlare, vediamo come vanno le cose nel motociclismo inteso come sport:

Marco Simoncelli, oggi
Dan Weldon, ieri
Shoya Tomizawa.l'anno scorso
Peter Lenz poco prima
Craig Jones, 2008
Daijiro Kato, 2003
...

Pochi, in effetti. Se non eri un loro parente.

E sulle strade?

10 anni 14.293 motociclisti morti, e 860.530 sono rimasti feriti.

Ora io mi chiedo: quanti di questi sono morti nella convinzione che il loro mezzo fosse meno pericoloso proprio per quanto hai espresso sopra? Quanti sono stati contagiati dalla febbre della velocità dopo avere assistito ad un GP i cui protagonisti sembravano invulnerabili?

Perchè delle due l'una: o sono pericolosi i GP, e allora bisogna eliminarli, o è pericoloso l'esempio che danno proprio perchè non fanno apparire pericoloso l'andare in moto.

Ditemi dove sbaglio.

29
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
*

Massimo: anche a star fermi si muore. Prima o dopo. Marco Simoncelli - Pagina 2 73990920

30
Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Che l'andare in moto sia pericoloso è innegabile, ma in pista non è come su strada, anche se l'imprevisto è sempre in agguato. Io un tempo gareggiavo nell'enduro, e oggi utilizzo la moto solo ed esclusivamente fuoristrada perché su strada ci si fa male, e spesso gravemente, per colpa dell'inettitudine altrui, soprattutto quella delle donne.

31
carnil_carani
carnil_carani
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
marimba ha scritto:
Zadig ha scritto:
marimba ha scritto:
Zadig ha scritto:Quello che posso scrivere, invece, che nel motociclismo morire non è così frequente come in altri sport: gli è andata davvero male.
In moto il 70% degli incidenti mortali » BlogMotori
mi riferivo al motociclismo inteso come sport, Marimbina.
In strada è ben diverso che in pista.
SArà. Ma il discorso è generale, e non riguarda solo la moto.
Ma così, tanto per parlare, vediamo come vanno le cose nel motociclismo inteso come sport:

Marco Simoncelli, oggi
Dan Weldon, ieri
Shoya Tomizawa.l'anno scorso
Peter Lenz poco prima
Craig Jones, 2008
Daijiro Kato, 2003
...

Pochi, in effetti. Se non eri un loro parente.

E sulle strade?

10 anni 14.293 motociclisti morti, e 860.530 sono rimasti feriti.

Ora io mi chiedo: quanti di questi sono morti nella convinzione che il loro mezzo fosse meno pericoloso proprio per quanto hai espresso sopra? Quanti sono stati contagiati dalla febbre della velocità dopo avere assistito ad un GP i cui protagonisti sembravano invulnerabili?

Perchè delle due l'una: o sono pericolosi i GP, e allora bisogna eliminarli, o è pericoloso l'esempio che danno proprio perchè non fanno apparire pericoloso l'andare in moto.

Ditemi dove sbaglio.

Citandoti direi che :

Anche a star fermi si muore. Prima o dopo.

C'è un piccolo errore di filosofia di fondo...

La prima cosa che dovrebbero insegnarti quando inizi a far la patente è che un conto è la strada e un altro la pista.
E quelli che corrono lo sanno benissimo, trovano più "spaventoso" girare per strada che in pista. Un pò come i nuotatori agonisti che difficilmente riescono a nuotare in tranquillità in bacini d'acqua naturali, laghi o mari che siano.
Poi c'è la testa delle persone che è sempre e comunque la variabile che più conta, immensamente di più rispetto al resto.
Su questo penso si sia d'accordo...

32
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
*

Io guardo i numeri. E ho verificato che ha ragione chi dice che la pista è meno pericolosa. Non quanto però appare, perchè in pista di un GP ci stai mezz'ora o un'ora o due all'anno, non so, ditemi voi. Ma in strada ci si sta 24h x365. Se si facessero i calcolini, si scoprirebbe che anche la pista non è poi così sicura, in proporzione alla durata dell'evento.

Ma diamo per buono anche questa ipotesi, che la pista è più sicura. Rimane da capire però quale sia l'utilità di certe manifestazioni, che comunque pericolose rimangono.

Che senso ha questa rincorsa al rumore, alla velocità, al consumo di energia, alle auto sempre più grosse, alle pubblicità sempre più invadenti, a chi urla di più, a chi è più bello... insomma, personalmente non trovo più sopportabile questa apologia dell'esagerazione, per cui tutto deve essere urlato e rumoroso e variopinto. Il mondo che vorrei sarà certo meno interessante per molti, ma se qualcuno disgraziatamente dovesse morire, vorrei che almeno fosse per una causa più utile che divertire degli spettatori paganti.

E su questo argomento, come direbbe Forrest Gump, non ho altro da aggiungere.

33
Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Eccolallà, caduta sulla voglia non di cioccolata fondente, ma sul bisogno di uniformare l'esistenza sul binario morto delle proprie esigenze. Minchiolina... il suo prossimo passo sarà mosso verso la proibizione della sessualità vissuta attraverso gli oggetti inanimati meno lunghi di ottanta centimetri... Marco Simoncelli - Pagina 2 214252 ... ravvivati da una motorizzazione possibilmente elettrica pietra

34
Bumble-bee
Bumble-bee
Viandante Storico
Viandante Storico
Ho avuto tre motociclette e solo un incidente, per fortuna. Era il 1988. Ad un incrocio, un ape piaggio cabinata, non mi diede la precedenza. Provai a frenare ma non feci in tempo. La beccai nel punto preciso. Ebbi il tempo di vedere, come un'immagine al rallentatore,la moto ape che cadeva sul fianco opposto. Al suo interno il guidatore impotente, mi guardava sconvolto mentre seguiva il destino della sua moto ape. Io mi ero solo ferito ad una mano. Per il resto ero tutto integro. Il conducente dell'ape piaggio (cabinato) ripresosi dallo spavento, attraverso il megafono istallato nella sua moto ape, urlo "ISATIMI" (cioè alzatemi).

Diedi l'estrema unzione alla mia Honda cb(125)endurance, che fu anche la prima, e, accertatomi che il conduicende dell'ape stesse bene, ricordai come neanche mezz'ora prima, presso il luogo dove si svolgeva la fiera del paese, avevo comprato per mille lire, un'immaginetta della Madonna (delle lacrime), che un vecchietto proponeva alla folla. Ancora oggi la conservo nel mio portafoglio.

35
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
Massimo Vaj ha scritto:Eccolallà, caduta sulla voglia non di cioccolata fondente, ma sul bisogno di uniformare l'esistenza sul binario morto delle proprie esigenze. Minchiolina... il suo prossimo passo sarà mosso verso la proibizione della sessualità vissuta attraverso gli oggetti inanimati meno lunghi di ottanta centimetri... Marco Simoncelli - Pagina 2 214252 ... ravvivati da una motorizzazione possibilmente elettrica pietra
Non per personalizzare... ma non convieni che l'anelito mortifero che trapela da parole del genere, appena velato da quel bisogno di emozioni forti, di vita avventurosa, di affermazione della propria personalità mediante il dileggio di quella altrui, di richiami alla sessualità come accondiscendenza alle proprie priapiche esigenze, non abbia illustri precedenti letterari e politici?

Che so, negli anni 20 e 30 del secolo scorso??? Sorriso Scemo

36
Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Non saprei dirti, non sono dedito alla letteratura porno, e le precedenze mi attirano solo quando devo concederle. Il dileggio delle personalità altrui è scelta che opero con precisione chirurgica, ma sempre nell'intenzione di non recidere l'alimentazione degli organi vitali i quali, quando vantano l'attenzione del mio dileggiare, sono certi non ci vada di mezzo la loro incapacità di capire ciò che dico.
Non ho esigenze imparentate con Priapo, a causa del fatto di coltivare interessi per dimensioni che siano solo accidentalmente anche fisiche. Non prendertela, suvvia, dovresti nutrire affetto per il dileggio, con gli impegni che ti sei assunta al giornale...

37
marimba
marimba
Direttore del Corriere della Pera
Direttore del Corriere della Pera
Massimo Vaj ha scritto:Non prendertela, suvvia, dovresti nutrire affetto per il dileggio, con gli impegni che ti sei assunta al giornale...
Sai già che non me la prendo. Da quando hai gettato la maschera e hai mostrato urbi et orbi la tua fragilità, le tue intemperanze possono ferire quanto i graffi di un gattino che vuole giocare e fa di tutto per attirare l'attenzione.
Easy, my friend. Marco Simoncelli - Pagina 2 1887004563

38
Massimo Vaj
Massimo Vaj
Viandante Storico
Viandante Storico
Per quanto un uomo si dia da fare per mascherare i propri limiti non riuscirà mai a emulare quello che una donna, anche la meno dotata tra le femmine, potrebbe attuare senza nemmeno doverci prestare la minima attenzione...
È stupefacente quanto il veleno femminile tenti di inocularsi nella convinzione di passare inosservato. Per fortuna la loro attenzione è quasi sempre rivolta alla vicendevole denigrazione tesa alla conquista di amanti distratti e frettolosi. BeautyfulSuina

39
Zadig
Zadig
Viandante Ad Honorem
Viandante Ad Honorem
marimba ha scritto:
Zadig ha scritto:
marimba ha scritto:
Zadig ha scritto:Quello che posso scrivere, invece, che nel motociclismo morire non è così frequente come in altri sport: gli è andata davvero male.
In moto il 70% degli incidenti mortali » BlogMotori
mi riferivo al motociclismo inteso come sport, Marimbina.
In strada è ben diverso che in pista.
SArà. Ma il discorso è generale, e non riguarda solo la moto.
Ma così, tanto per parlare, vediamo come vanno le cose nel motociclismo inteso come sport:

Marco Simoncelli, oggi
Dan Weldon, ieri
Shoya Tomizawa.l'anno scorso
Peter Lenz poco prima
Craig Jones, 2008
Daijiro Kato, 2003
...

Pochi, in effetti. Se non eri un loro parente.

E sulle strade?

10 anni 14.293 motociclisti morti, e 860.530 sono rimasti feriti.

Ora io mi chiedo: quanti di questi sono morti nella convinzione che il loro mezzo fosse meno pericoloso proprio per quanto hai espresso sopra? Quanti sono stati contagiati dalla febbre della velocità dopo avere assistito ad un GP i cui protagonisti sembravano invulnerabili?

Perchè delle due l'una: o sono pericolosi i GP, e allora bisogna eliminarli, o è pericoloso l'esempio che danno proprio perchè non fanno apparire pericoloso l'andare in moto.

Ditemi dove sbaglio.
si che ci sono stati morti nelle gare di motociclismo, ma ammetterai che sono molti meno che in altri sport, motoristici e non.
Poi sì, ci saranno anche stati incidenti stradali di moto dovuti ad emulazione, ma allora vieteresti ogni cosa che crea pericolo?
Ma secondo te morire per svago (ed accettare il rischio consapevolmente) è da biasimare mentre morire per lavoro è cosa buona e giusta? Sai, ci sono degli alpinisti che fanno quella cosa per lavoro come guide, sia come sportivi e sia come soccorritori: come la mettiamo?
Riguardo la cifra di incidenti mortali, invece, comprende anche gli incidenti in motorino ed in città... e credo siano la maggior parte. E l'emulare i piloti sportivi in questo caso non c'entra nulla perchè il motorino si usa per lavorare, soprattutto. O per andare all'università.
Quindi le cifre si abbassano drasticamente.

40
carnil_carani
carnil_carani
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
marimba ha scritto:*

Io guardo i numeri. E ho verificato che ha ragione chi dice che la pista è meno pericolosa. Non quanto però appare, perchè in pista di un GP ci stai mezz'ora o un'ora o due all'anno, non so, ditemi voi. Ma in strada ci si sta 24h x365. Se si facessero i calcolini, si scoprirebbe che anche la pista non è poi così sicura, in proporzione alla durata dell'evento.

Ma diamo per buono anche questa ipotesi, che la pista è più sicura. Rimane da capire però quale sia l'utilità di certe manifestazioni, che comunque pericolose rimangono.

Che senso ha questa rincorsa al rumore, alla velocità, al consumo di energia, alle auto sempre più grosse, alle pubblicità sempre più invadenti, a chi urla di più, a chi è più bello... insomma, personalmente non trovo più sopportabile questa apologia dell'esagerazione, per cui tutto deve essere urlato e rumoroso e variopinto. Il mondo che vorrei sarà certo meno interessante per molti, ma se qualcuno disgraziatamente dovesse morire, vorrei che almeno fosse per una causa più utile che divertire degli spettatori paganti.

E su questo argomento, come direbbe Forrest Gump, non ho altro da aggiungere.

Ieri sera ero allo stadio a vedere Gubbio-Torino.
A metà del primo tempo impatto a trequarti campo, coinvolti due giocatori.
Uno dei due, Martin Buchel centrocampista del Gubbio, è finito in ospedale, la diagnosi?
Trauma toracico e cranico.
Considerando che si gioca un'ora e mezza alla settimana per sei mesi (e il Buchel non è esattamente un titolare fisso del Gubbio...) vien quasi da dire che è più pericoloso giocare a calcio che... bò.. scegli tu Marimba...

41
nonsidirebbe
avatar
Viandante Affezionato
Viandante Affezionato
Interessante questo scambio di opinioni.
Mi sento di dire la mia:
- non si può negare (come Marimba mi pare faccia) che Formula 1 e Moto GP ecc ecc sono (oltre che sport che utilizzano un mezzo diverso dal solo corpo umano, come lo è anche l'ippica) continui laboratori di innovazioni tecnologiche per aumentare sicurezza, stabilità, ridurre consumi, per quelli che poi saranno i mezzi a disposizione dei consumatori. Questo però non vuol dire che ciò giustifichi la morte di un ragazzo. Ma da questo punto di vista, diciamo così, industriale, di morti sul lavoro ce ne sono state migliaia, nel testare applicazioni e macchinari che sono diventati sempre più sicure per tutti i milioni che li hanno poi usati.
- Tornando allo sport, concordo in pieno con chi fa esempi di accidenti mortali in quasi tutti gli sport stessi:
boxe, che non mi piace, pur essendo stata chiamata "noble art" e affondando le sue radici nella cultura greco-romana come la lotta e che a detta di molti insegna più il controllo della propria forza e il rispetto dell'avversario piuttosto che aizzare la voglia di fare male, più o meno come le arti marziali che prevedono contatto,
ma anche calcio, ciclismo, sci, e pure atletica (ricordate quel giavellotto che si conficcò nel fianco di un saltatore in lungo qualche anno fa? lui non morì, ma per pura fortuna). Allora vietiamo anche l'alpinismo (quanti morti in quelle spedizioni mosse da bisogno d'avventura).

Voglio dire: esiste il libero arbitrio, nessuno è obbligato a fare qualcosa di pericoloso, nè ad avere la nostra stessa percezione di pericolo. Chi sceglie di fare un certo lavoro contempla anche i rischi che questo lavoro comporta e li bilancia con i vantaggi (in termini di soddisfazione, non parlo di soldi, ma di felicità) che questo lavoro gli porta.
Ci sono stati impiegati, managers che sono morti in disastri aerei (il Milano-Copenaghen di Linate di un po' di anni fa). Andavano a lavorare, e prendere un aereo ha una percentuale di rischio. Lo sapevano, ma lo facevano lo stesso. Vietiamo i viaggi di lavoro? Soprattutto quelli in auto?
Sto facendo paradossi voluti.
Per me Simoncelli è morto "felice". Lo diceva lui stesso in un'intervista: "Si vive di più in 5 minuti a guidare una moto di queste che in 80 anni di vita normale" (mi scuso se la frase non è esatta, ma non la ricordo perfettamente). Con ciò ha espresso la sola cosa importante: lui VOLEVA fare quel lavoro, con tutti i pro e i contro.

Detto ciò, la sua morte mi ha molto addolorato, perchè pur non conoscendolo, appariva come una bella persona, giovane, simpatica, piena di vita e di voglia di vivere emozioni.

42
Contenuto sponsorizzato

Visualizza l'argomento precedente Visualizza l'argomento successivo Torna in alto  Messaggio [Pagina 2 di 2]

Vai alla pagina : Precedente  1, 2

Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.