Non so dire se il mio stato di figlio unico abbia influito particolarmente sulla mia crescita. Sicuramente l'ha fatto, perche' non conosco il rapporto che hanno le persone con i propri fratelli, e ho per forza di cose un altro approccio con le persone in generale, tanto che spesso mi dicono "tu secondo me sei figlio unico".
E ci prendono alla grande.
Ma non saprei dire esattamente dove stia la differenza, perche' non conosco un ambiente familiare ricco di persone, quantomeno non nella vita quotidiana, parlando di parenti diretti. In realta' non conosco un ambiente familiare "normale" in assoluto, e non posso dare la mia opinione come genitore perche' non posso avere figli.
Mi sarebbe piaciuto avere un fratellino, ma in compenso l'avrei preso come un'altra persona da proteggere, oltre a mia madre.
Pero' non sono mai stato veramente "solo", fra adulti e altri bambini (anche se questi ultimi li selezionavo molto scrupolosamente sin da subito), ero spesso circondato da persone.
Ho avuto per me molta attenzione, ero il figlio piu' piccolo in un'enorme famiglia, e lo sono stato per molto tempo. Questo pero' non mi ha "viziato" particolarmente, anzi, di vizi me ne sono sempre mancati a dire il vero.
Avevo un padre che desiderava insegnarmi che le cose andavano guadagnate. Che sarebbe andato anche bene se il pulpito non fosse stato quello che era.
Sentivo molto il peso delle aspettative, si, in particolare quelle disattese. E disattese con la passione di chi se ne fregava se le disattendeva, ma in compenso veniva considerato una serie di "errori di educazione" piuttosto che una persona. Cosa che e' un pelino insultante.
Forse sarebbe servito molto di piu' a loro avere un figlio per come lo chiedevano, dubito che sarebbero stati cosi' felici, vista la quantita' di necessarie storture che una cosa indottrinata e inquadrata in maniera quasi cieca si porta dentro. O forse si, chi lo sa...
Tanto sta dentro, nel frattempo puoi vantarti con gli amici!